Smantellamento Concordia, Gabrielli: "Turchia meno cara"
CronacaIl capo della Protezione Civile: "Ci chiedono 40 milioni di dollari contro i 200 di Civitavecchia". Dura la replica del ministro Galletti. Ancora ignota la data della rimozione della nave affondata al largo dell’Isola del Giglio
Lo smaltimento della Costa Concordia in Turchia è al momento la soluzione più conveniente tra le offerte pervenute. A sostenerlo è il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, durante l'audizione della Camera di giovedì 17 aprile. Non si è fatta attendere la dura replica del ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti: "La Concordia deve essere smantellata in Italia. Dalla tragedia, avvenuta nei nostri mari con danni ambientali e vittime, devono esserci opportunità economiche per il nostro Paese" (lo speciale sul naufragio).
Le ipotesi italiane: Civitavecchia, Piombino e Genova - Per lo smantellamento del relitto della nave affondata al largo dell'isola del Giglio il 13 gennaio 2012 sarebbero due le soluzioni: una turca e l'altra italiana.
Rispetto all'Italia, la Turchia ha presentato l’offerta più conveniente: 40 milioni di dollari, a fronte di una richiesta di 200 milioni da parte del porto di Civitavecchia, definita "fuori mercato" da Gabrielli. "Nel mezzo ci sono le soluzioni Piombino e Genova", ha specificato il capo della Protezione Civile, sottolineando come il porto toscano non abbia un bacino adatto per accogliere le operazioni. Facendo un confronto con il porto ligure dove potrebbe essere trainata la nave, il Capo della Protezione Civile ha sottolineato come "dall'Isola del Giglio si raggiunge Piombino in una giornata di navigazione, mentre si arriva a Genova in 5 giorni". E ha aggiunto: "Oggi ci scandalizziamo sull’ipotesi Turchia ma è lì che mandiamo le nostre navi militari. E' da 25 anni che in Italia non facciamo smantellamento".
I tempi della rimozione - Entro la fine del mese di aprile Gabrielli ha chiesto sia "presentata all'attenzione del Ministero dell'Ambiente, e della Regione Toscana che ha competenza sui rifiuti e quindi sulla Concordia che tale è considerata, tutta la documentazione e tutte le opzioni proposte", per essere in grado di risolvere le questione nei primi giorni di maggio. Ancora incerto, invece, il momento della rimozione del relitto. "La dilazione temporale viene vissuta non solo da me, ma anche dai tecnici, con grande apprensione. Non stabiliamo delle date, ma puntiamo a far rigalleggiare la nave il prima possibile", ha concluso Gabrielli, il cui mandato da commissario per l'emergenza Concordia scadrà il 31 luglio prossimo.
La Commissione Ambiente del Senato: "Basta campanilismi" - L'Italia deve "sprovincializzare il ragionamento. Fin qui questo non è stato fatto. Il porto di Piombino non era adatto allo smaltimento". A dirlo è il presidente della Commissione Ambiente al Senato, Giuseppe Marinello, chiedendo che la questione non venga affrontata in maniera “campanilistica”. E conclude: “Mi meraviglio che alcuni soggetti politici abbiano creato aspettative diverse sulle strutture portuali di Piombino. Se la politica non riesce a presentare una soluzione seria e concreta corriamo il rischio come Paese di perdere un’opportunità”.
Le ipotesi italiane: Civitavecchia, Piombino e Genova - Per lo smantellamento del relitto della nave affondata al largo dell'isola del Giglio il 13 gennaio 2012 sarebbero due le soluzioni: una turca e l'altra italiana.
Rispetto all'Italia, la Turchia ha presentato l’offerta più conveniente: 40 milioni di dollari, a fronte di una richiesta di 200 milioni da parte del porto di Civitavecchia, definita "fuori mercato" da Gabrielli. "Nel mezzo ci sono le soluzioni Piombino e Genova", ha specificato il capo della Protezione Civile, sottolineando come il porto toscano non abbia un bacino adatto per accogliere le operazioni. Facendo un confronto con il porto ligure dove potrebbe essere trainata la nave, il Capo della Protezione Civile ha sottolineato come "dall'Isola del Giglio si raggiunge Piombino in una giornata di navigazione, mentre si arriva a Genova in 5 giorni". E ha aggiunto: "Oggi ci scandalizziamo sull’ipotesi Turchia ma è lì che mandiamo le nostre navi militari. E' da 25 anni che in Italia non facciamo smantellamento".
I tempi della rimozione - Entro la fine del mese di aprile Gabrielli ha chiesto sia "presentata all'attenzione del Ministero dell'Ambiente, e della Regione Toscana che ha competenza sui rifiuti e quindi sulla Concordia che tale è considerata, tutta la documentazione e tutte le opzioni proposte", per essere in grado di risolvere le questione nei primi giorni di maggio. Ancora incerto, invece, il momento della rimozione del relitto. "La dilazione temporale viene vissuta non solo da me, ma anche dai tecnici, con grande apprensione. Non stabiliamo delle date, ma puntiamo a far rigalleggiare la nave il prima possibile", ha concluso Gabrielli, il cui mandato da commissario per l'emergenza Concordia scadrà il 31 luglio prossimo.
La Commissione Ambiente del Senato: "Basta campanilismi" - L'Italia deve "sprovincializzare il ragionamento. Fin qui questo non è stato fatto. Il porto di Piombino non era adatto allo smaltimento". A dirlo è il presidente della Commissione Ambiente al Senato, Giuseppe Marinello, chiedendo che la questione non venga affrontata in maniera “campanilistica”. E conclude: “Mi meraviglio che alcuni soggetti politici abbiano creato aspettative diverse sulle strutture portuali di Piombino. Se la politica non riesce a presentare una soluzione seria e concreta corriamo il rischio come Paese di perdere un’opportunità”.