Strage nel Tarantino, l'autopsia: è stata un'esecuzione

Cronaca

I primi risultati dell'esame sulle vittime dell'agguato di martedì 18: un colpo al viso ha ucciso il bambino, quattro ne sono stati sparati su Cosimo Orlando. Proseguono le indagini. L'inchiesta passa alla Direzione distrettuale antimafia di Lecce

Un colpo al viso per il bambino, almeno quattro per Cosimo Orlando, colpito al torace e all'addome. Un'esecuzione in piena regola, con i sicari che hanno sparato probabilmente senza scendere dall'auto e, soprattutto, senza preoccuparsi minimamente della presenza del piccolo. Le prime risultanze dell'autopsia eseguita nel pomeriggio all'istituto legale dell'ospedale di Taranto da dottor Marcello Chironi, confermano quel che gli investigatori vanno ribadendo fin dal primo momento: quello sulla statale 106 a venti chilometri da Taranto, è stato un agguato di mafia.

L'inchiesta alla Dda - La firma della criminalità organizzata sta proprio nelle modalità con cui sono stati “finiti” Cosimo Orlando e la sua compagna Carla Maria Fornari, la cui autopsia è stata però rimandata a venerdì 21, e nella decisione di non fermarsi neanche di fronte ad un bimbo di meno di tre anni. E poco cambia se i colpi che hanno raggiunto l'altro bambino in realtà erano destinati ad uno dei due adulti, come credono gli investigatori. Ed infatti anche formalmente l'inchiesta è passata dalla procura ordinaria di Taranto alla Direzione distrettuale antimafia di Lecce, che in questi giorni aveva affiancato i colleghi tarantini nelle prime fasi dell'indagine.

Dai telefoni alle telecamere, proseguono le indagini - Proprio nel capoluogo salentino si è tenuta oggi una riunione operativa presieduta dal capo della Dda Cataldo Motta e al quale hanno partecipato anche il capo del Ros Mario Parente e del Servizio centrale operativo della polizia Raffaele Grassi, oltre ai vertici di polizia e carabinieri di Taranto e Lecce. Non sono però emersi elementi risolutivi che possano, al momento, imprimere una svolta all'indagine e portare in tempi brevi all'individuazione dei responsabili. Gli accertamenti sulle celle telefoniche, per individuare con esattezza tutti i telefoni cellulari che all'ora della strage erano presenti nella zona, richiederanno diversi giorni. Così come richiede tempo l'analisi di tutte le immagini registrate dalle telecamere presenti sia lungo la statale 106 sia lungo il tragitto che potrebbe aver compiuto la Chevrolet rossa dal momento in cui Orlando, la compagna e i tre figli hanno lasciato l'abitazione per dirigersi verso il carcere dove l'uomo doveva rientrare entro le 22. Proprio una di quelle telecamere sembrerebbe aver registrato immagini definite interessanti, in cui si vedrebbe una macchina che potrebbe aver seguito quella della coppia.

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