Il giudice del tribunale di Savona ha accolto la richiesta della Procura di mettere i sigilli alla centrale elettrica a carbone. Ipotizzati i reati di disastro ambientale e omicidio colposo. I sindacati chiedono un incontro in prefettura. VIDEO
Il gip del tribunale di Savona, Fiorenza Giorgi, ha accolto la richiesta della Procura (che indaga per disastro ambientale e omicidio colposo) di sequestrare la centrale elettrica a carbone Tirreno Power di Vado Ligure.
Dagli accertamenti svolti sarebbe emerso, secondo il gip, il mancato rispetto di alcuni limiti imposti dall'Autorizzazione integrata ambientale, per cui il giudice ha dato mandato ai carabinieri di effettuare il sequestro.
La Procura: 442 morti tra il 2000 e il 2007 - Nei due filoni dell’inchiesta, che ipotizzano i reati di disastro ambientale e omicidio colposo per le emissioni dell'impianto dal 2000 al 2006, risultano indagati l'ex direttore generale Giovanni Gusio e il direttore dello stabilimento Pasquale D'Elia.
Secondo la procura di Savona, infatti, i fumi della centrale hanno causato 442 morti tra il 2000 e il 2007. Per il procuratore Granero inoltre la centrale avrebbe causato anche "tra i 1700 e i 2000 ricoveri di adulti per malattie respiratorie e cardiovascolari e 450 bambini sarebbero stati ricoverati per patologie respiratorie e attacchi d'asma tra il 2005 e il 2012".
L'azienda si è sempre difesa sostenendo che gli studi dei consulenti di parte hanno delle "criticità". "Non sono mai state sottoposte a un contraddittorio, non si comprende quale sia stato il metodo di valutazione di esposizione agli inquinanti” dicono dalla Tirreno Power e "nelle perizie dei consulenti della procura mancherebbe anche lo studio della ricaduta a terra delle particelle inquinanti".
Il gip: "L'azienda non ha rispettato indicazioni dell'Aia" - Ma secondo quanto si legge nell'ordinanza del gip, da parte dell'azienda c'è stato un "comportamento negligente" e "i dati sulle emissioni provenienti dalle centraline sono inattendibili" e "le indicazioni dell'Aia non sono state rispettate". A gravare sulla responsabilità della centrale riguardo al disastro ambientale e al danno sulla salute dei cittadini vi sarebbe la posizione in cui è stata collocata una centralina per il Sistema di Monitoraggio delle Emissioni. L'Aia la voleva collocata in un 'camino', l’azienda aveva proposto una diversa collocazione su cui ha trovato il consenso del ministero dell'Ambiente. Il giudice ordina di collocarla dove previsto dall'Aia, che venga tarata da un tecnico super partes e monitorata costantemente. Il sequestro è avvenuto anche per il mancato rispetto dell'uso di olio combustibile contenente zolfo allo 0,3% rispetto a quello con l'1% usato dalla centrale e la mancata copertura del parco carbone.
Il gip: "Ridurre la potenza degli impianti" - Secondo quanto previsto dal gip, per adempiere alla messa a norma dei gruppi a carbone, la centrale non deve necessariamente ricostruire ex novo l'impianto, seppur vecchio di 40 anni, ma in assenza di altre soluzioni a breve termine, può "abbracciare l'opzione di operare semplicemente a regime più basso con i due gruppi di carbone combinati ad olio e bilanciarli con il maggior utilizzo di quello a metano, meno inquinante". In sostanza si chiede di ridurre la potenza degli impianti per inquinare meno.
I sindacati chiedono un incontro con urgenza - I sindacati hanno chiesto al prefetto di Savona Gerardina Basilicata di convocare con urgenza un incontro con l'azienda, le autorità locali e la Regione per esaminare il sequestro della centrale di Tirreno Power di Vado Ligure. Secondo fonti sindacali, sono circa 700 i lavoratori addetti direttamente alla produzione di energia o che lavorano per ditte appaltatrici o nell'indotto. I lavoratori, hanno riferito, hanno lasciato la centrale dopo l'arrivo dei carabinieri che in mattinata hanno posto i sigilli.
Dagli accertamenti svolti sarebbe emerso, secondo il gip, il mancato rispetto di alcuni limiti imposti dall'Autorizzazione integrata ambientale, per cui il giudice ha dato mandato ai carabinieri di effettuare il sequestro.
La Procura: 442 morti tra il 2000 e il 2007 - Nei due filoni dell’inchiesta, che ipotizzano i reati di disastro ambientale e omicidio colposo per le emissioni dell'impianto dal 2000 al 2006, risultano indagati l'ex direttore generale Giovanni Gusio e il direttore dello stabilimento Pasquale D'Elia.
Secondo la procura di Savona, infatti, i fumi della centrale hanno causato 442 morti tra il 2000 e il 2007. Per il procuratore Granero inoltre la centrale avrebbe causato anche "tra i 1700 e i 2000 ricoveri di adulti per malattie respiratorie e cardiovascolari e 450 bambini sarebbero stati ricoverati per patologie respiratorie e attacchi d'asma tra il 2005 e il 2012".
L'azienda si è sempre difesa sostenendo che gli studi dei consulenti di parte hanno delle "criticità". "Non sono mai state sottoposte a un contraddittorio, non si comprende quale sia stato il metodo di valutazione di esposizione agli inquinanti” dicono dalla Tirreno Power e "nelle perizie dei consulenti della procura mancherebbe anche lo studio della ricaduta a terra delle particelle inquinanti".
Il gip: "L'azienda non ha rispettato indicazioni dell'Aia" - Ma secondo quanto si legge nell'ordinanza del gip, da parte dell'azienda c'è stato un "comportamento negligente" e "i dati sulle emissioni provenienti dalle centraline sono inattendibili" e "le indicazioni dell'Aia non sono state rispettate". A gravare sulla responsabilità della centrale riguardo al disastro ambientale e al danno sulla salute dei cittadini vi sarebbe la posizione in cui è stata collocata una centralina per il Sistema di Monitoraggio delle Emissioni. L'Aia la voleva collocata in un 'camino', l’azienda aveva proposto una diversa collocazione su cui ha trovato il consenso del ministero dell'Ambiente. Il giudice ordina di collocarla dove previsto dall'Aia, che venga tarata da un tecnico super partes e monitorata costantemente. Il sequestro è avvenuto anche per il mancato rispetto dell'uso di olio combustibile contenente zolfo allo 0,3% rispetto a quello con l'1% usato dalla centrale e la mancata copertura del parco carbone.
Il gip: "Ridurre la potenza degli impianti" - Secondo quanto previsto dal gip, per adempiere alla messa a norma dei gruppi a carbone, la centrale non deve necessariamente ricostruire ex novo l'impianto, seppur vecchio di 40 anni, ma in assenza di altre soluzioni a breve termine, può "abbracciare l'opzione di operare semplicemente a regime più basso con i due gruppi di carbone combinati ad olio e bilanciarli con il maggior utilizzo di quello a metano, meno inquinante". In sostanza si chiede di ridurre la potenza degli impianti per inquinare meno.
I sindacati chiedono un incontro con urgenza - I sindacati hanno chiesto al prefetto di Savona Gerardina Basilicata di convocare con urgenza un incontro con l'azienda, le autorità locali e la Regione per esaminare il sequestro della centrale di Tirreno Power di Vado Ligure. Secondo fonti sindacali, sono circa 700 i lavoratori addetti direttamente alla produzione di energia o che lavorano per ditte appaltatrici o nell'indotto. I lavoratori, hanno riferito, hanno lasciato la centrale dopo l'arrivo dei carabinieri che in mattinata hanno posto i sigilli.