Riciclaggio, assolto ex capo della squadra mobile di Napoli

Cronaca
L'ex capo della squadra mobile di Napoli, Vittorio Pisani, dopo l'assoluzione

Vittorio Pisani era accusato di favoreggiamento e rivelazione del segreto d'ufficio nell'ambito di un'inchiesta sul reimpiego di capitali nei ristoranti del lungomare partenopeo. Dei 17 imputati nel processo sei sono stati condannati

L'ex capo della squadra mobile di Napoli, Vittorio Pisani, è stato assolto "perché il fatto non sussiste" dalle accuse di favoreggiamento personale, favoreggiamento reale e rivelazione di segreti d'ufficio contestate nel processo sul presunto riciclaggio di soldi della camorra in alcuni ristoranti del lungomare di Napoli. La sentenza è stata emessa dalla settima sezione del Tribunale di Napoli presieduta da Rosa Romano.
Pisani nel corso della sua carriera di poliziotto ha catturato latitanti eccellenti di camorra come il boss dei Casalesi Michele Zagaria.

I pm Enrica Parascandolo e Sergio Amato avevano chiesto per l'ex capo della Squadra mobile di Napoli 4 anni di reclusione. Ma per la settima sezione penale del Tribunale di  Napoli Vittorio Pisani, presente in aula al momento della lettura della sentenza, non ha commesso il reato di rivelazione di segreti d'ufficio mentre per gli altri reati dei quali era accusato il fatto non sussiste.

Un dibattimento, quello di primo grado, durato otto mesi, preceduto da un anno e quattro mesi di indagini, con migliaia e migliaia di intercettazioni telefoniche e un'ipotesi inquietante: un giro milionario di riciclaggio di soldi sporchi provenienti dalla camorra e investiti nei locali del Lungomare di Napoli.

Dei 17 imputati nel processo, sei sono stati condannati. Per Bruno Potenza la pena più alta, 9 anni; sei anni a Salvatore Potenza e tre a Domenico Sarpa. Marco Iorio, titolare del ristorante 'Regin  Margherita' di Via Partenope, è stato condannato a 5 anni di reclusione. I fratelli Massimiliano e Carmine Iorio a 4 anni. I condannati sono stati riconosciuti colpevoli del reati di reimpiego di capitali per 600 mila euro senza l’aggravante del metodo mafioso. Prescritti i reati di intestazione fittizia di beni.

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