Sky TG24 nell'inferno del carcere di Poggioreale. VIDEO
CronacaL'inchiesta del canale all news sulla struttura di Napoli, la più affollata d'Italia: ospita oltre 2.640 detenuti, il doppio di quelli che potrebbe contenere. Il direttore Teresa Abate: "Sarebbe auspicabile una misura di clemenza"
Le telecamere di Sky TG24 sono entrate nel carcere più affollato d'Italia, quello di Poggioreale a Napoli per mostrare la difficile condizione in cui vivono oltre 2.640 detenuti, il doppio di quelli che potrebbe contenere (guarda il video in alto). L’inchiesta, a cura di Alessandra Del Mondo, documenta la vita nel penitenziario. Ci sono addirittura celle con 11 persone costrette a convivere in pochi metri quadrati. Anche fare la doccia ogni giorno è un lusso per la maggior parte di loro.
"La capienza regolamentare dell’Istituto è di 1503 posti - racconta il direttore del carcere Teresa Abate", e aggiunge: "Sarebbe auspicabile una misura di clemenza, sarebbe un atto concreto, ma dopo andrebbe accompagnata da interventi di altro tipo. Bisogna eliminare alcune leggi, come la Fini Giovanardi, bisogna rivedere la Cirielli".
Poggioreale è il termometro di una situazione italiana (la mappa). A leggere la Corte Europea dei diritti umani la situazione è disumana e degradante. Le carceri del nostro paese potrebbero ospitare 45 mila e passa detenuti. Nelle celle ce ne sono 65mila: molti stranieri, altrettanti in attesa di giudizio, cioè in attesa di sapere da un giudice se davvero devono scontare una condanna o se invece sono innocenti.
Nonostante il grande impegno per umanizzare il carcere, la direzione dell'istituto di pena deve fare i conti con la carenza di fondi. C’è anche chi non ce la fa a superare la dura prova della detenzione. Da qui l'alto numero di suicidi, di malattie gravi e la denuncia di condizioni disumane e degradanti. Una situazione che l’Europa ha già sanzionato e che riguarda non solo i carcerati ma anche chi deve garantirne la sicurezza: gli agenti della polizia penitenziaria.
"Abbiamo un decreto ministeriale del 2001 che prevede 946 unità - dice il responsabile della Polizia penitenziaria del carcere Salvatore D’Avanzo - in forza attualmente ce ne sono 754. Un agente controlla a volte a anche 100 detenuti".
"La capienza regolamentare dell’Istituto è di 1503 posti - racconta il direttore del carcere Teresa Abate", e aggiunge: "Sarebbe auspicabile una misura di clemenza, sarebbe un atto concreto, ma dopo andrebbe accompagnata da interventi di altro tipo. Bisogna eliminare alcune leggi, come la Fini Giovanardi, bisogna rivedere la Cirielli".
Poggioreale è il termometro di una situazione italiana (la mappa). A leggere la Corte Europea dei diritti umani la situazione è disumana e degradante. Le carceri del nostro paese potrebbero ospitare 45 mila e passa detenuti. Nelle celle ce ne sono 65mila: molti stranieri, altrettanti in attesa di giudizio, cioè in attesa di sapere da un giudice se davvero devono scontare una condanna o se invece sono innocenti.
Nonostante il grande impegno per umanizzare il carcere, la direzione dell'istituto di pena deve fare i conti con la carenza di fondi. C’è anche chi non ce la fa a superare la dura prova della detenzione. Da qui l'alto numero di suicidi, di malattie gravi e la denuncia di condizioni disumane e degradanti. Una situazione che l’Europa ha già sanzionato e che riguarda non solo i carcerati ma anche chi deve garantirne la sicurezza: gli agenti della polizia penitenziaria.
"Abbiamo un decreto ministeriale del 2001 che prevede 946 unità - dice il responsabile della Polizia penitenziaria del carcere Salvatore D’Avanzo - in forza attualmente ce ne sono 754. Un agente controlla a volte a anche 100 detenuti".