Sotto inchiesta sarebbero Gennaro Lametta, titolare della ditta proprietaria del pullman che è precipitato da un viadotto dell'A16, e due appartenenti alla Società Autostrade. Concorso in omicidio colposo plurimo e disastro colposo le ipotesi di reato
Ci sono tre persone iscritte nel registro degli indagati dalla Procura di Avellino per lo schianto del bus da un viadotto della A16 in cui hanno perso la vita 38 persone. Si tratterebbe di Gennaro Lametta, titolare della ditta proprietaria del pullman e fratello del conducente Ciro, deceduto nello schianto, e di due appartenenti alla Società Autostrade.
Si tratta di Michele Renzi, direttore di tronco della A16, e Antonio Sorrentino, in servizio sulla stessa tratta. Le ipotesi di reato sono concorso in omicidio colposo plurimo e disastro colposo.
Le indagini, coordinate dal procuratore di Avellino Rosario Cantelmo, sono concentrate sulle condizioni della barriera di cemento che non ha retto all'impatto con il pullman e sulle condizioni dell'autobus che, benché sottoposto a cicliche revisioni, aveva percorso più di 800mila chilometri dall'immatricolazione. Sarà un nuovo collegio di consulenti che la Procura si appresta a nominare a verificare se il bus rispondeva ai requisiti di sicurezza.
Attesa una nuova consulenza anche sulle barriere di sicurezza installate da Autostrade per l'Italia sul viadotto "Acqualonga" e sulla manutenzione del tratto della A16 compreso tra Monteforte Irpino e Baiano. Sul tavolo di Cantelmo ci sono poi i pareri degli esperti sul cosiddetto "new Jersey", il tipo di guardrail importato dagli Stati Uniti, che, a causa della sua bassa altezza rispetto al baricentro di un mezzo pesante, anziché trattenere sulla carreggiata il veicolo potrebbe aver contribuito a farlo ribaltare.
In queste ore, infine, la Polstrada di Avellino consegnerà agli inquirenti la relazione sui pezzi di parti meccaniche, che apparterrebbero al pullman, staccatesi oltre un chilometro prima del fatale impatto con il guardrail: si tratta di due pezzi recuperati sulla carreggiata che dovrebbero essere parti dell'impianto di trasmissione, la cui rottura potrebbe aver tranciato i tubi dell'aria che consentono il funzionamento dei freni e del freno-motore.
Si tratta di Michele Renzi, direttore di tronco della A16, e Antonio Sorrentino, in servizio sulla stessa tratta. Le ipotesi di reato sono concorso in omicidio colposo plurimo e disastro colposo.
Le indagini, coordinate dal procuratore di Avellino Rosario Cantelmo, sono concentrate sulle condizioni della barriera di cemento che non ha retto all'impatto con il pullman e sulle condizioni dell'autobus che, benché sottoposto a cicliche revisioni, aveva percorso più di 800mila chilometri dall'immatricolazione. Sarà un nuovo collegio di consulenti che la Procura si appresta a nominare a verificare se il bus rispondeva ai requisiti di sicurezza.
Attesa una nuova consulenza anche sulle barriere di sicurezza installate da Autostrade per l'Italia sul viadotto "Acqualonga" e sulla manutenzione del tratto della A16 compreso tra Monteforte Irpino e Baiano. Sul tavolo di Cantelmo ci sono poi i pareri degli esperti sul cosiddetto "new Jersey", il tipo di guardrail importato dagli Stati Uniti, che, a causa della sua bassa altezza rispetto al baricentro di un mezzo pesante, anziché trattenere sulla carreggiata il veicolo potrebbe aver contribuito a farlo ribaltare.
In queste ore, infine, la Polstrada di Avellino consegnerà agli inquirenti la relazione sui pezzi di parti meccaniche, che apparterrebbero al pullman, staccatesi oltre un chilometro prima del fatale impatto con il guardrail: si tratta di due pezzi recuperati sulla carreggiata che dovrebbero essere parti dell'impianto di trasmissione, la cui rottura potrebbe aver tranciato i tubi dell'aria che consentono il funzionamento dei freni e del freno-motore.