Ilva, il gip concede l’uso degli impianti sequestrati

Cronaca
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Il provvedimento dà il via libera dell’area a caldo posta sotto sigilli nel luglio dello scorso anno. Il ministro dell’Ambiente Orlando: “Il percorso dell’attuazione dell’Aia non è stato rispettato. E’ inaccettabile e bisogna intervenire”

Il gip del Tribunale di Taranto Patrizia Todisco ha concesso all'Ilva la facoltà d'uso degli impianti dell'area a caldo sequestrati per inquinamento il 26 luglio 2012, pur confermando il sequestro. Il provvedimento è stato notificato dai carabinieri del Noe di Lecce all'azienda e ai quattro custodi giudiziari. Con il provvedimento il gip ha sciolto la riserva del gennaio scorso, quando aveva sollevato - stessa cosa aveva fatto anche il Tribunale di Taranto in funzione di giudice dell'appello - questioni di legittimità costituzionale su numerose norme della legge 231 cosiddetta 'Salva Ilva', che la Consulta ha ritenuto in parte inammissibili e in parte non fondate.

Disposti una serie di controlli - Il giudice ha inoltre confermato nel loro ruolo i custodi giudiziari degli impianti dell'area a caldo (Barbara Valenzano, Emanuela Laterza, Claudio Lofrumento e Mario Tagarelli), disponendo che i custodi stessi e i carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Lecce eseguano una serie di controlli verificando i sistemi di monitoraggio e le emissioni degli impianti. Su queste ultime disposizioni è previsto che gli organi di controllo debbano relazionare a scadenze ravvicinate.

Il gip: “Nessuna proroga se sono trasgredite prescrizioni dell’Aia” - Nell’ordinanza il gip scrive anche che la facoltà d'uso degli impianti dell'area a caldo sequestrati, concessa dal gip all'Ilva, "potrà non essere (ulteriormente) consentita dall'autorità giudiziaria", come affermato dalla Consulta, nel caso in cui "nel futuro vengano trasgredite le prescrizioni dell'Aia riesaminata". Eventuali proroghe all'Ilva, da parte dell'autorità competente, per adempiere alla prescrizioni dell'Aia riesaminata, continua il gip, "non potrebbero essere concesse senza realizzare un obiettivo sbilanciamento nella tutela dei diritti in gioco, a detrimento del diritto alla salute e all'ambiente salubre".

Orlando: “Aia non rispettata, bisogna intervenire” - Proprio sulle prescrizioni dell’Aia interviene il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando: "Il percorso di attuazione" dell'Aia "non è stato rispettato. Non è accettabile trasgredire a un percorso che deve essere applicato rigidamente. Bisogna reintervenire". E aggiunge che "l'attuale assetto non garantisce gli obiettivi di ambientalizzazione". Il ministro Andrea Orlando si è spinto oltre, ipotizzando l'imposizione di un "blind trust" sull'Ilva, in cui alla famiglia Riva verrebbe tolta la gestione, ma non la proprietà, dell'azienda.

Bonanni a SkyTG24: “Avanti bonifica e produzione” - Sul caso Ilva si è espresso anche il leader della Cisl Raffaele Bonanni che, ospite a SkyTG24 Economia, ha detto: "A noi interessa che si porti avanti la bonifica e la produzione. Il governo faccia qualsiasi cosa per questo". No, comunque, all'ipotesi statalizzazione. "Lo Stato faccia lo Stato, l'impresa è l'impresa. Farebbe comodo solo all'impresa. Serve che ci sia impresa funzionante", dice Bonanni. E aggiunge: "Spero che non ci sia nessuno che pensi che la bonifica si possa portare avanti con la fabbrica chiusa".

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