Brindisi, Vantaggiato ai giudici: "Non volevo fare del male"

Cronaca

L'uomo che si è accusato dell'attentato alla scuola Morvillo Falcone, in cui ha perso la vita Melissa Bassi, ha chiesto perdono in lacrime: "Ho agito da solo, volevo solo dare una dimostrazione ma non mi sono accorto che c'erano le ragazze"

"Ho fatto tutto da solo". Lo ha detto ai giudici Giovanni Vantaggiato, imputato per l'attentato alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi del 19 maggio 2012, in cui ha perso la vita Melissa Bassi (foto).
Vantaggiato ha spiegato di avere collocato l'ordigno davanti alla scuola "non perché volevo fare del male, ma per dare una dimostrazione. Non mi sono accorto che c'erano le ragazze". L'obiettivo era un altro: "Volevo mettere questa bomba al tribunale - ha spiegato scoppiando a piangere e chiedendo perdono alla famiglia della vittima - ma non era possibile, c'erano troppe telecamere".

"L'obiettivo era il Tribunale" -
Dubbi sono stati espressi dagli inquirenti: "Se lei non avesse voluto fare del male avrebbe fatto esplodere la bomba di notte" ha sottolineato l'accusa, sostenuta dai pm Guglielmo Cataldi e Cataldo Motta. "Volevo farlo di giorno in senso dimostrativo", ha dichiarato l'imprenditore reo confesso. In aula erano presenti tre ragazze ferite nell'attentato che hanno scosso più volte il capo alle risposte di Vantaggiato. "Di notte - ha ribadito l'attentatore - non c'era nessuno". Vantaggiato ha detto di aver acquistato quattro telecomandi: due sono andati in corto circuito, uno è stato usato per una prova in campagna e l'ultimo utilizzato per la strage.

"Non ho confessato subito perché avevo paura" -
L'imprenditore ha rivelato altri dettagli: "Il giorno dell'attentato sono andato a lavoro. Non ho confessato prima perché avevo paura". Il pm Cataldi gli ha poi chiesto quale fosse la sua situazione economica nel periodo della strage e Vantaggiato ha riferito di essersi indebitato con le banche in relazione alla azienda di carburanti intestata alla moglie. Al pm che gli ha chiesto cosa si aspettasse dopo l'attentato, Vantaggiato ha detto che aveva "un pugno nello stomaco, c'era un sentimento di repressione. Quando uno ti fa del male, è una cosa che rimane nella mente della persona e lo tormenta. Mi hanno truffato tante volte". Ha poi riferito di avere subito una truffa da 10mila euro e un'altra da 3.500. "Piccole cose - ha detto - però quando ti tolgono 330mila euro (riferendosi alla presunta truffa subita da Cosimo Parato, ndr) poi ho dovuto fare un prestito enorme alla banca per fare fronte e ho dovuto pagare".

Assente Cosimo Parato, il pm chiede l'accompagnamento coatto -
In Aula non si è presentato Cosimo Parato, testimone nonché parte civile in quanto vittima nel febbraio 2008 di un attentato confessato da Giovanni Vantaggiato. Parato, imprenditore agricolo di Torre Santa Susanna ed ex socio in affari di Vantaggiato, doveva essere ascoltato in aula dalla Corte di Assise di Brindisi. Il pm Guglielmo Cataldi ha chiesto l'accompagnamento coatto del testimone che, stando a quanto ha riferito il magistrato, "non ha fatto sapere nulla".

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