Preiti: "Non potevo più mantenere mio figlio, ero disperato"

Cronaca
Luigi Preiti

"Cosa ho fatto? Sono pentito" dice da Rebibbia l'uomo che ha sparato a Palazzo Chigi. L'interrogatorio di garanzia potrebbe svolgersi martedì 30 aprile. Per i pm "non è un folle". Contestata anche l'aggravante della premeditazione

"Non potevo più mantenere mio figlio, ero disperato. Cosa ho fatto? Sono pentito". Queste le parole che da Rebibbia Luigi Preiti, l'uomo di 49 anni che domenica 28 aprile a Palazzo Chigi ha fatto fuoco contro due carabinieri (FOTO e VIDEO), continua a ripetere agli agenti penitenziari che lo sorvegliano e al suo difensore, l'avvocato Mauro Danielli. "E' depresso - spiega l'avvocato Mauro Danielli a SkyTG24 - Si è autodiagnosticato una depressione da un anno, un anno e mezzo circa, che curava assumendo del lexotan". Preiti, ha poi voluto sapere "come stessero i due carabinieri. E alla notizia che uno dei due era grave ha ripreso a piangere" (VIDEO).

Nessuna perizia psichiatrica - Intanto, la procura di Roma ha deciso che non solleciterà alcuna perizia psichiatrica nei confronti di Luigi Preiti. Il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e il pm Antonella Nespola, alla luce dell'incontro avuto con l'attentatore, ritengono che abbia agito nel pieno delle sue capacità mentali e che il suo non sia il gesto di un folle. Le accuse per l'uomo sono duplice tentato omicidio, porto e detenzione illegale e uso di arma e munizioni. Contestata anche l'aggravante della premeditazione. L'interrogatorio di garanzia potrebbe svolgersi martedì 30 aprile.

Al vaglio i tabulati telefonici di Preiti - Sono anche stati acquisiti i tabulati relativi al traffico telefonico dell'apparecchio di Luigi Preiti. E la Procura sta vagliando i filmati delle telecamere di sicurezza lungo il percorso tra l'albergo vicino alla stazione Termini, dove Luigi Preiti ha pernottato tra sabato e domenica, e Largo Chigi. Anche se al momento non sembrano esserci dubbi sul fatto che quello di Preiti sia stato un gesto isolato e individuale ("ha agito da solo" ha riferito il ministro dell'Interno durante la conferenza stampa di domenica), la Procura ed i carabinieri del Nucleo Investigativo vogliono accertare se l'uomo abbia avuto contatti qualcuno ed escludere definitivamente la presenza di complici. E' un vero e proprio screening a 360 gradi quello deciso da investigatori ed inquirenti per ricostruire la personalità di Preiti: per questo motivo sono stati disposti accertamenti anche a Predosa (Alessandria) e  a Rosarno (Reggio Calabria).

La pistola comprata al mercato nero - Di particolare importanza l'accertamento tecnico sulla pistola usata dall'attentatore, affidato i carabinieri del Ris: si tratta di un esame urgente, 'irripetibile', ritenuto necessario per tentare di risalire alla matricola dell'arma e capire se la pistola sia stata per commettere altri reati. Preiti ha riferito in modo confuso di aver acquistato l'arma, una calibro 7,65, al mercato nero di Alessandria, quattro anni fa. Ma la sua versione non ha convinto più di tanto gli inquirenti. E altre analisi verranno compiute sui bossoli recuperati dagli esperti della scientifica sulla scena della sparatoria.

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