Omicidio di Udine, l’autopsia conferma la morte violenta

Cronaca

L’esame avrebbe rilevato che il decesso di Mirco Sacher sarebbe dovuto non solo a soffocamento ma anche a schiacciamento. Intanto spunta il racconto fatto agli amici dalle due 15enni che si sono autodenunciate: “Sembrava di essere in un videogame”

Il “grande puzzle”, come il procuratore capo della Procura dei minori di Trieste, Dario Grohmann, ha definito la vicenda delle due adolescenti udinesi, con l'autopsia effettuata oggi, mercoledì 10 aprile, sul corpo di Mirco Sacher, comincia a comporsi. Dopo un pomeriggio in cui le notizie si sono ricorse sulla conferma parziale che l'anziano fosse morto per soffocamento, in serata è trapelata qualche indiscrezione: il cadavere ha due costole rotte, la morte sarebbe dovuta non solo a soffocamento ma anche a schiacciamento. In pratica, secondo voci raccolte in ambienti investigativi, una ragazza gli teneva le mani sul collo dalle spalle e l'altra gli è saltata addosso dal davanti. Forse mentre l'uomo era a terra.

In attesa di ulteriori esami autoptici - Una ricostruzione agghiacciante che darebbe però un senso al puzzle ma che deve ancora trovare alcuni riscontri: dovrà essere effettuato un esame autoptico sul cuore dell'anziano per stabilire esattamente la causa del decesso, elemento in base al quale il capo di imputazione può essere omicidio volontario o preterintenzionale. Giovedì 11 aprile le due ragazzine saranno sentite, per l'udienza di convalida del provvedimento di fermo, nella struttura protetta triestina dove si trovano da giorni e probabilmente a quel punto la figura del puzzle potrà essere completata.

Un omicidio “da videogame” - Una ricostruzione terribile, coerente però con le informazioni raccolte sulle ore successive alla morte dell'uomo o comunque riferite dalle stesse due ragazzine. L'auto presa e guidata a Udine per oltre un'ora, la corsa in autostrada, la sosta in area di servizio, e poi l'autostop fino a Vicenza, il ritorno in treno fino a Venezia Mestre, l'incontro con due ragazzi che le convincono a costituirsi ai carabinieri di Pordenone, con il capitano Marco Campaldini che raccoglie le prime dichiarazioni. Ragazze criminali? Forse è più corretta l'idea che ne da' Sonny, uno dei due ragazzi di Pordenone a Tv7 Triveneta, e loro coetaneo, riportando le parole di una delle quindicenni: "Sembrava di essere nel GTA, il videogame. Ci siamo sentite come l'eroe del gioco".

Caccia al movente - Gli sviluppi che stanno avendo le indagini della Squadra Mobile di Udine, diretta da Massimiliano Ortolan, delineano uno scenario che lascia senza fiato e che, con il passare delle ore, fa tramontare sempre più l'ipotesi del tentativo di violenza da parte di Sacher. Chi lo conosce continua a difenderlo, lo definisce solo e riservato ma sempre disponibile con tutti, soprattutto con una delle quindicenni che considerava una nipote. Tanto da essere solito a favori e doni, a lei come all' amica. D'altronde, riflettono gli investigatori, è difficile violentare due ragazzine insieme, e comunque avrebbe potuto farlo a casa sua, dove sono state ospiti a pranzo dopo una mattina trascorsa insieme, perché tentare uno stupro in un luogo pubblico? Oscuro ancora è il movente di tanta efferatezza nei confronti di una persona che, secondo quanto sembra finora, era loro affezionata.

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