Diritti tv, i giudici: il processo a Berlusconi va avanti

Cronaca
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi entra nel palazzo di Giustizia di Milano in una foto d'archivio

La Corte d'Appello di Milano ha respinto la richiesta della difesa dell'ex premier, tra gli imputati per il caso Mediaset, di sospendere il procedimento a dopo le elezioni. Ghedini: "Scelta dei pm incide sul voto"

I giudici del processo d'appello sulle presunte irregolarità nella compravendita di diritti tv e cinematografici da parte di Mediaset hanno respinto la richiesta dei legali di Silvio Berlusconi di sospendere il processo fino a dopo le elezioni del 24 e 25 febbraio e di rinviare l'udienza di oggi, venerdì 18 gennaio, per legittimo impedimento (Berlusconi era impegnato in una riunione per decidere i nomi dei candidati nella lista del Pdl).
Quanto alla prima richiesta, i giudici hanno definito "generiche" le ragioni esposte dalla difesa dell'ex premier, aggiungendo che non si spiega come il processo possa influire
sulla campagna elettorale dato che la sentenza di appello arriverà solo dopo le elezioni. Il Tribunale inoltre ha respinto la richiesta di sospensione dell'udienza odierna per legittimo impedimento dicendo che non è stata presentata in tempo.
Lo scorso 26 ottobre, nel processo di primo grado, Berlusconi - accusato di frode fiscale - è stato condannato a 4 anni di carcere, tre dei quali condonati con l'indulto.

Ghedini: il mancato stop incide sulla campagna elettorale - Immediata la replica della difesa dell'ex premier secondo la quale il mancato stop al processo "incide pesantemente  sulla possibilità di svolgere efficacemente e liberamente la campagna elettorale". Queste le parole dell'avvocato Niccolò Ghedini. "La situazione a Milano nei processi al presidente Berlusconi è ormai insostenibile e fuori da ogni logica".
E aggiunge: "Nell'arco di pochi giorni, su tre collegi diversi ben due hanno statuito che i processi, guarda caso i più delicati e sensibili anche mediaticamente, debbano continuare, di fatto incidendo pesantemente sulla possibilità di svolgere efficacemente e liberamente la campagna elettorale sia al presidente  Berlusconi, capo della coalizione di centrodestra e candidato in tutte le circoscrizioni del Senato, sia ai suoi difensori anch'essi candidati al Parlamento".

L'accusa si oppone - Alla richiesta si era opposta l'avvocato generale Laura Bertolè Viale, che rappresenta la pubblica accusa, la quale aveva osservato che Berlusconi "è capo di una lista ma non è ancora candidato". E' sulla stessa linea l'avvocato dello Stato, Gabriella Vanadia, che rappresenta l'agenzia delle entrate. E proprio l'agenzia delle entrate, come ha fatto sapere l'avvocato Niccolò Ghedini, l'altro difensore del leader del Pdl, il 4 gennaio scorso ha inviato al suo assistito la richiesta di pagamento di 10 milioni (più gli interessi) entro 30 giorni. Si tratta della provvisionale da versare in solido con altri due imputati stabilita mesi fa dal Tribunale quando venne emessa la sentenza di condanna.

Il processo Unipol - Nella giornata di giovedì 17 una richiesta analoga è stata accolta dai giudici del tribunale di Milano che hanno deciso di sospendere il processo Unipol e rinviarlo per la lettura della sentenza al 7 marzo. Nessuna sospensione invece per il processo Ruby, dove Silvio Berlusconi è imputato per concussione e prostituzione minorile. Il 14 gennaio infatti i giudici hanno bocciato la richiesta dei legali dell'ex presidente del Consiglio.

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