Ancora nessuna traccia dell'uomo che era su una gru quando la tromba d’aria si è abbattuta su Taranto. Intanto proseguono le attività in alcuni impianti. Oggi l’incontro tra governo e sindacati per discutere del decreto
Sono riprese giovedì 29 novembre, all’indomani del tornado che si è abbattuto su Taranto (FOTO), le ricerche dell’operaio dell’Ilva disperso: alle attività dei soccorritori si sono uniti anche alcuni colleghi dell’uomo che si trovava su una gru nel momento dell’arrivo della furia del maltempo. "Siamo sconvolti. Siamo disperati per il nostro collega di cui ancora non si hanno notizie", dice uno di loro. Dell'uomo però ancora nessuna traccia e nel pomeriggio le ricerche sono state interrotte per le cattive condizioni meteorologiche.
Intanto, mentre alcuni impianti sono tornati in funzione, ammontano a decine di milioni di euro, secondo una prima stima non ufficiale, i danni ad alcune strutture dell’impianto siderurgico.
Nella giornata di giovedì, inoltre, è previsto anche un incontro tra governo e parti sociali per discutere del futuro dell’impianto siderurgico: il tavolo servirà per gettare le basi al decreto che dovrebbe essere emanato venerdì dall’esecutivo per garantire l’operatività dell’Ilva.
E intanto è cominciato alle ore 7 lo sciopero di 8 ore in tutti gli stabilimenti del gruppo Riva indetto dai sindacati metalmeccanici.
Ilva: “Stabilimento è in condizioni di sicurezza” - Sono ancora in corso alcune verifiche di agibilità, ma la produzione è già ricominciata, lentamente, anche negli impianti sotto sequestro, in attesa del provvedimento del governo che rafforzi l'Aia. Sono in funzione le acciaierie 1 e 2, mentre nella serata di mercoledì è stato riavviato l'altoforno 1 collegato all'acciaieria 1 per mettere in sicurezza totale le reti del gas e far tornare alla normale pressione di esercizio tutti gli impianti.
Gradualmente tutti gli impianti dovrebbero ripartire per consentire una minima attività; dall'azienda si conferma comunque che l'intero stabilimento è in condizioni di sicurezza.
Interrogato l’ex direttore Capogrosso - E' terminato nella tarda serata di mercoledì, intanto, l'interrogatorio in carcere di Luigi Capogrosso, l'ex direttore dello stabilimento Ilva di Taranto arrestato dalla Guardia di Finanza nell'ambito dell'inchiesta denominata “Ambiente svenduto”. L'indagato, a quanto si è appreso, ha cercato di chiarire la sua posizione in merito alle contestazioni che gli vengono rivolte dall'accusa e ha preso le distanze dall'ex responsabile delle pubbliche relazioni del siderurgico Girolamo Archinà, anch'egli arrestato per una mazzetta di 10mila euro che sarebbe stata corrisposta all'ex consulente della procura Lorenzo Liberti (finito ai domiciliari), incaricato di redigere una perizia sull'Ilva.
La terza persona destinataria di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere è Fabio Arturo Riva, già vicepresidente del Consiglio di amministrazione dell'Ilva e attualmente vice presidente del Cda di Riva Fire Spa, ancora irreperibile. Ai domiciliari, oltre a Liberti, si trovano Emilio Riva, ex presidente dell'Ilva, l'ex assessore provinciale all'Ambiente Michele Conserva, e Carmelo Dellisanti, titolare di una ditta privata, la Promed Engineering. Capogrosso ed Emilio Riva si trovavano agli arresti domiciliari dal luglio scorso perché coinvolti nell'inchiesta per disastro ambientale.
Intanto, mentre alcuni impianti sono tornati in funzione, ammontano a decine di milioni di euro, secondo una prima stima non ufficiale, i danni ad alcune strutture dell’impianto siderurgico.
Nella giornata di giovedì, inoltre, è previsto anche un incontro tra governo e parti sociali per discutere del futuro dell’impianto siderurgico: il tavolo servirà per gettare le basi al decreto che dovrebbe essere emanato venerdì dall’esecutivo per garantire l’operatività dell’Ilva.
E intanto è cominciato alle ore 7 lo sciopero di 8 ore in tutti gli stabilimenti del gruppo Riva indetto dai sindacati metalmeccanici.
Ilva: “Stabilimento è in condizioni di sicurezza” - Sono ancora in corso alcune verifiche di agibilità, ma la produzione è già ricominciata, lentamente, anche negli impianti sotto sequestro, in attesa del provvedimento del governo che rafforzi l'Aia. Sono in funzione le acciaierie 1 e 2, mentre nella serata di mercoledì è stato riavviato l'altoforno 1 collegato all'acciaieria 1 per mettere in sicurezza totale le reti del gas e far tornare alla normale pressione di esercizio tutti gli impianti.
Gradualmente tutti gli impianti dovrebbero ripartire per consentire una minima attività; dall'azienda si conferma comunque che l'intero stabilimento è in condizioni di sicurezza.
Interrogato l’ex direttore Capogrosso - E' terminato nella tarda serata di mercoledì, intanto, l'interrogatorio in carcere di Luigi Capogrosso, l'ex direttore dello stabilimento Ilva di Taranto arrestato dalla Guardia di Finanza nell'ambito dell'inchiesta denominata “Ambiente svenduto”. L'indagato, a quanto si è appreso, ha cercato di chiarire la sua posizione in merito alle contestazioni che gli vengono rivolte dall'accusa e ha preso le distanze dall'ex responsabile delle pubbliche relazioni del siderurgico Girolamo Archinà, anch'egli arrestato per una mazzetta di 10mila euro che sarebbe stata corrisposta all'ex consulente della procura Lorenzo Liberti (finito ai domiciliari), incaricato di redigere una perizia sull'Ilva.
La terza persona destinataria di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere è Fabio Arturo Riva, già vicepresidente del Consiglio di amministrazione dell'Ilva e attualmente vice presidente del Cda di Riva Fire Spa, ancora irreperibile. Ai domiciliari, oltre a Liberti, si trovano Emilio Riva, ex presidente dell'Ilva, l'ex assessore provinciale all'Ambiente Michele Conserva, e Carmelo Dellisanti, titolare di una ditta privata, la Promed Engineering. Capogrosso ed Emilio Riva si trovavano agli arresti domiciliari dal luglio scorso perché coinvolti nell'inchiesta per disastro ambientale.