Abu Omar, Cassazione: governo e Sismi estranei al sequestro

Cronaca

Rese note le motivazioni della sentenza con cui la Suprema Corte ha rinviato a un nuovo giudizio gli ex vertici dei servizi segreti Nicolò Pollari e Marco Mancini. Per i giudici il rapimento fu eseguito dagli americani con la complicità di singoli agenti

Il sequestro dell'imam egiziano Abu Omar, avvenuto a Milano il 17 febbraio 2003, non fu una "operazione congiunta" della Cia e del Sismi, con il placet del governo italiano: si trattò, invece, di un rapimento eseguito dagli americani, con la complicità di singoli uomini dei nostri servizi e anche del Ros, allettati da promesse di carriera ricevute dal capo area Robert Seldon Lady. Altri uomini che hanno reso "servigi" alla Cia, in questa vicenda, sono ancora da identificare e il processo d'appello bis serve anche a questo. Lo scrive la Cassazione - sentenza 46340 depositata il 29 novembre e relativa all'udienza svoltasi il 13 e 14 giugno e il 19 settembre della scorsa estate - nelle 235 pagine di motivazione nelle quali spiega perché ha rinviato ad un nuovo giudizio di secondo grado l'ex capo del Sismi Nicolò Pollari e il suo vice Marco Mancini, più altri tre '007'.

Per la Suprema Corte il segreto di Stato non si può invocare in un caso del genere, ma bisogna ricorrere a questo strumento solo quando è "indispensabile" perché è di ostacolo alla "trasparenza" delle decisioni che caratterizza la "democrazia". Gli 'ermellini' difendono dagli attacchi i magistrati di Milano facendo presente proprio a Pollari, che lo aveva messo più che in dubbio, che "tali giudici non si sono mai arrogati nessun potere spettante ad altri poteri dello Stato, come erroneamente sostenuto" dall'ex capo del servizio segreto militare.

Dopo aver delimitato il perimetro di applicazione del segreto, la Cassazione prosegue tirando giù altri reticolati. Come quello attorno alla base Nato di Aviano dove, contrariamente a quanto hanno provato a dire gli americani, i carabinieri possono tranquillamente entrare e svolgere indagini per crimini avvenuti nel nostro Paese. Aviano, e gli uffici "ivi allocati", non godono di extraterritorialità, avvisa l'alta Corte, non si tratta mica di ambasciate. E anche della tesi che siano coperte dal segreto di Stato le intercettazioni di conversazioni tra agenti del Sismi, la Cassazione fa carta straccia. Se così fosse - avverte la sentenza - si tratterebbe di una "inammissibile immunità”. Solo le comunicazioni di servizio devono essere secretate dalla magistratura, le altre, come quelle con le quali gli agenti del Sismi concordavano depistaggi, sono prove legittimamente acquisite.

Per quanto riguarda la ricostruzione dei fatti, "si deve necessariamente concludere - osserva la Cassazione - che l'eventuale partecipazione di agenti del Sismi al rapimento di Abu Omar avvenne a titolo personale, cosa che non deve apparire strana dal momento che anche un maresciallo dei Ros, Luciano Pironi, partecipò all'operazione come ebbe a riferire lui stesso, perché coinvolto dal dirigente della Cia, Robert Lady, con la promessa di un 'aiuto autorevole' per poter divenire agente dei servizi di informazione". Da quel che si può capire, attraverso le prime notizie, "sembra accolto il principio fondante dell'accusa, secondo cui le attività per cui sono stati incriminati gli imputati all'epoca appartenenti al Sismi sono al di fuori dei loro ruoli istituzionali", ha commentato Armando Spataro, che coordinò le indagini sul sequestro di Abu Omar.

Pollari ha ribadito che "il Sismi non ha mai fatto cose di questo genere sotto la mia direzione, è estraneo anche ideologicamente a queste problematiche e se qualcuno avesse solo proposto una simile iniziativa, in me avrebbe trovato un muro". Nell'appello bis dovrà difendersi da tutte le accuse, senza sconti, dal momento che la Cassazione ha convalidato le dichiarazioni rese contro di lui dal generale dei carabinieri Pignero, morto l'11 settembre 2005 prima dell'inizio del processo. Niente riduzioni di pena o attenuanti, infine, agli agenti Cia dato che - sottolinea la sentenza - il rapimento fu "un fatto estremamente grave perché avvenuto superando di prepotenza la sovranità dello Stato italiano sul proprio territorio". Inoltre gli americani sapevano benissimo di compiere un atto vietato e lo stesso Lady era "riluttante", come narra la testimonianza del suo 'omologo del Sismi Stefano D'Ambrosio che aveva raccolto lo 'sfogo' dell'amico di lungo corso. Niente 'coperta' del segreto nemmeno per i dialoghi "confidenziali" tra pezzi grossi dell'intelligence.

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