Sanità Puglia, i pm: 6 anni per Frisullo 4, per Tarantini

Cronaca
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I fatti risalgono agli anni tra il 2007 e il 2009. L'ex vicepresidente nella prima giunta regionale di Vendola avrebbe ricevuto benefit dall'imprenditore in cambio di interventi per favorire l'aggiudicazione di appalti in forniture presso la Asl di Lecce

Una condanna a sei anni di carcere è stata chiesta a Bari per Sandro Frisullo ex vicepresidente della Giunta regionale pugliese da parte dei pm nell'ambito di uno dei processi in corso sul sistema sanitario pugliese. La richiesta dell'accusa è stata formulata  dinanzi al gup sia per Frisullo che per gli altri due imputati che hanno chiesto il rito abbreviato: Giampaolo Tarantini l'ex imprenditore di forniture sanitarie sulle cui dichiarazioni si basa l'asse accusatorio e per il quale sono stati chiesti 4 anni di reclusione e Antonio Montinaro già primario di neurochirurgia all'Ospedale Vito Fazzi di Lecce (la richiesta dell'accusa è di 2 anni e 8 mesi.
Gli altri due imputati nel processo sono Claudio Tarantini fratello e socio in azienda di Giampaolo e Vincenzo Valente ex direttore amministrativo della Asl di Lecce che hanno invece scelto il rito ordinario. Per tutti le accuse a vario titolo sono di associazione per delinquere, corruzione, abuso d'ufficio, turbativa d'asta e millantato credito.

Escort e denaro in cambio di vantaggi per le società - I fatti risalgono agli anni tra il 2007 e il 2009 in cui Frisullo ricopriva la carica di vicepresidente nella prima giunta regionale guidata da Nichi Vendola e in quella veste avrebbe ricevuto da Giampaolo Tarantini, all'epoca attivo con le aziende di famiglia nel settore delle forniture sanitarie, una serie di "benefit" in denaro, regali di vario genere, capi di vestiario, oltre alla compagnia di alcune escort, in cambio di interventi per favorire l'aggiudicazione di appalti in forniture presso la ASL di Lecce. Due anni dopo Frisullo fu raggiunto da un avviso di garanzia, si dimise dalla carica e si autosospese dal suo partito, il PD, e in seguito - il 18 marzo 2010 - fu arrestato su richiesta dei pm Ciro Angelillis ed Eugenia Pontassuglia. L'8 aprile successivo, su disposizione del tribunale del riesame, gli furono concessi gli arresti domiciliari, che si sono protratti sino al 17 luglio 2010: da quel giorno Frisullo è libero.
Oggi, 19 novembre 2012, dopo diverse ore di requisitoria, i pm hanno chiesto la condanna per gli imputati. Ora la parola passa agli avvocati della difesa e delle parti civili, tra cui la stessa Regione Puglia in un calendario di udienze già fissato. La sentenza del gup Alessandra Piliego è prevista fra alcune settimane.

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