Lombardia: arrestato assessore. La Lega: al voto in aprile

Cronaca

Domenico Zambetti, esponente Pdl con delega alla Casa, è accusato di aver comprato 4mila voti dalla 'ndrangheta. Boccassini: "Violata la democrazia". Il Carroccio chiede "l'azzeramento della giunta". Formigoni: "Decideranno Maroni e Alfano"

L’assessore alla Casa della Regione Lombardia dal 2010, Domenico Zambetti del Pdl, è finito in carcere con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione aggravata dalla finalità mafiosa. In manette nell’ambito della stessa inchiesta 19 persone, tra cui presunti boss e affiliati alla cosca Mancuso-Di Grilli, un medico e Ambrogio Crespi, fratello del noto sondaggista. Mentre il sindaco di Sedriano, hinterland milanese, è agli arresti domiciliari.

Comprati 4mila voti - Per la prima volta è stato accertato, secondo gli inquirenti, il voto di scambio in Lombardia, dopo che diversi blitz nella regione, compresa la maxi-operazione 'Infinito', nei mesi scorsi avevano sollevato un velo sulla cosiddetta 'zona grigia' della 'Ndrangheta, 'sfiorando' anche alcuni politici. Zambetti, secondo gli inquirenti, avrebbe pagato 200 mila euro agli uomini del clan per ottenere da loro un 'pacchetto' di 4 mila voti, al prezzo di 50 euro a voto, per essere rieletto alle Regionali del 2010 (prese circa 11 mila preferenze).

Boccassini: "Violata la libertà di voto" - "La democrazia e la libertà di voto sono state violate", ha sintetizzato il 'capo' della Dda milanese, Ilda Boccassini, che ha coordinato le indagini con il pm Giuseppe D'Amico. E secondo quanto è emerso, il clan avrebbe inquinato anche le elezioni comunali di Milano del 2011, raccogliendo voti per Sara Giudice, la cosiddetta 'anti-Minetti' (non venne eletta), dopo un presunto accordo tra il padre di lei, Vincenzo (indagato), e uno degli arrestati.

Dalle cosche anche minacce e ritorsioni - L'inchiesta, condotta dai carabinieri del Comando Provinciale, è anche l'ennesima che rischia di travolgere il Pirellone. In questo caso, però, ed è lo stesso gip Alessandro Santangelo a spiegarlo nella sua ordinanza, si parla di 'ndrangheta che è riuscita a "infiltrarsi in uno dei gangli decisivi dell'istituzione regionale". Dalle carte dell'inchiesta, infatti, emerge che il presunto boss della 'ndrangheta, Giuseppe D'Agostino, in un incontro con l'assessore avrebbe esibito "all'esponente politico una 'lettera-pizzino' predisposta dalle famiglie mafiose", nella quale veniva descritta la "genesi" dei rapporti tra le cosche e l'assessore (da tre anni almeno, secondo l'accusa) e gli accordi "del patto di scambio stretto in vista delle elezioni regionali". Voti in cambio di soldi e soprattutto favori continui. Un patto mafia-politica che prevedeva anche "sanzioni e ritorsioni".

I favori alle cosche - In cambio, a quelli che gli si erano presentati addirittura come "portavoci" della 'ndrangheta, Zambetti avrebbe concesso o promesso "l'assegnazione preferenziale di appalti pubblici gestiti dalla Regione", l'assunzione della figlia di un affiliato all'Aler (azienda regionale di edilizia residenziale), persino il "rinnovo del contratto di parrucchiera per la sorella" di Costantino e "l'assegnazione di una casa Aler in favore della sua amante". L'ultima mazzetta, una tranche di 30 mila euro, Zambetti "alias Mimmo (si legge nell'ordinanza)", l'avrebbe consegnata il 15 marzo 2011 nell'ufficio della sua associazione 'Centro e Liberta".

La Lega: "Probabile voto in aprile" - E l’inchiesta non è senza conseguenze politiche. Il gruppo della Lega al Pirellone, dopo una riunione con il segretario regionale Salvini, ha stabilito che chiederà a Formigoni "l’azzeramento della giunta". In caso contrario i consiglieri rassegneranno le loro dimissioni, portando così allo scioglimento del consiglio. E in ogni caso, dice Salvini: "La giunta non concluderà il suo mandato, entro aprile si andrà a votare".

Formigoni: "Decideremo con Alfano e Maroni"
- Il commento del governatore Formigoni sembra rimandare ai segretari nazionali di LEga e Pdl. "Ubi maior... Domani decideremo a Roma nell'incontro con Alfano e Maroni" ha infatti commentato dopo le dichiarazioni di Matteo Salvini

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