Delitto dell'Olgiata: confermata la condanna del domestico

Cronaca

Ribadito in appello il verdetto di primo grado: 16 anni a Winston Manuel Reyes, reo confesso dell'omicidio di Alberica Filo della Torre. In Aula l'uomo ha chiesto scusa ai parenti. Il legale del marito della vittima: "Soddisfatti della sentenza"

La sentenza di appello conferma: 16 anni a Winston Manuel Reyes, reo confesso - 20 anni dopo - dell'omicidio di Alberica Filo della Torre avvenuto il 10 luglio del 1991 all'Olgiata a Roma. Per lui il pg aveva sollecitato l'ergastolo giudicando la confessione "parziale e tardiva". E oggi Reyes in aula è tornato a "chiedere perdono" alla famiglia della vittima.

I giudici della I Corte d'assise d'appello di Roma, presieduti da Mario Lucio D'Andria con a latere Giancarlo De Cataldo, hanno confermato la sentenza di primo grado. Sedici anni di reclusione per omicidio volontario; la stessa condanna inflitta il 14 novembre 2011 dal gup di Roma Massimo Di Lauro a conclusione del processo col rito abbreviato.
La condanna del resto era certa, l'unico punto interrogativo era sul reato contestato (se omicidio volontario, come chiesto dalla pubblica accusa, o omicidio preterintenzionale, così come sollecitato dalla difesa) e sull'eventuale computo di attenuanti ed aggravanti.

Ci sono voluti 20 anni per confessare l'omicidio. Lui, Manuel, della famiglia Mattei era stato domestico fino a un mese prima del tragico fatto di sangue. Era stato allontanato, licenziato, e non era rimasto in buoni rapporti con i suoi ex datori di lavoro. Arrestato nel marzo 2011 dopo i ritrovamento del suo dna sul lenzuolo usato per strangolare la contessa, dopo l'interrogatorio di garanzia confessò davanti al pm: "Avevo bisogno di lavorare - raccontò - e quella mattina decisi di andare alla Villa. Entrai in casa passando dal garage. Ad un tratto incontrai la contessa e cominciammo a discutere". Fu in quel momento che prese in mano uno zoccolo e cominciò a colpirla.

Presente in aula Pietro Mattei, marito della contessa. Il suo legale, l'avvocato Giuseppe Marazzita, ha commentato: "Siamo soddisfatti. La sentenza conferma l'impianto accusatorio e la serietà delle indagini che sono state compiute. Avremmo voluto un trattamento sanzionatorio più grave, ma eravamo consapevoli che sarebbe stato difficile. Non cercavamo vendetta; ciò che conta è la conferma della condanna".
"Winston è pronto a pagare il suo debito con la giustizia; ha detto l'avvocato Walter Biscotti, legale del filippino - la sentenza è equa; valuteremo se sia il caso di non ricorrere in Cassazione".

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