Ilva, il direttore: "Procedure di spegnimento avviate"

Cronaca

Dopo l'ultimatum della Procura, Adolfo Buffo spiega: "L'altoforno 1 sarà spento entro la fine di novembre, il fermo dell'altoforno 5 si concluderà nel 2015". Entrambi gli impianti saranno poi ricostruiti. Previsti 942 esuberi, che "saranno ricollocati"

"L'altoforno 1 sarà spento entro la fine di novembre. E' stato affidato l'incarico alla società Paul Wurth, che si occuperà anche del progetto per ricostruirlo. La società ha ricevuto inoltre l'incarico il 4 ottobre scorso di progettare lo spegnimento dell'altoforno 5". Così il direttore dello stabilimento Ilva di Taranto, Adolfo Buffo, incontrando i giornalisti ha spiegato come l’azienda intende mettere in pratica le direttive della Procura che chiede il fermo degli impianti. L'altoforno 5, il più grande d'Europa, secondo quanto spiegato da Buffo sarà effettivamente fermato "il primo luglio 2015 e la sua ricostruzione si concluderà il 31 dicembre 2015".

Nella direttiva fatta notificare sabato scorso all'azienda si dà l'ultimatum di cinque giorni per avviare le procedure di spegnimento degli impianti sequestrati.
"Noi riteniamo di aver avviato le procedure di spegnimento dell'altoforno 1 e del 5 - ha detto Buffo - poi bisogna intendersi su cosa significa avviare le procedure di spegnimento. Non spettano a me considerazioni che non siano di carattere tecnico". "Tutte le attività prescritte sono state realizzate e comunicate ai custodi giudiziari" ha continuato Buffo che ha elencato una serie di interventi "in corso e in programma". "Dal 30 luglio il personale delle aree sequestrate - ha aggiunto il direttore - è a disposizione dei custodi per le operazioni prescritte".

Con la fermata dell'altoforno 1 e delle batterie 5-6, l'Ilva ha previsto un esubero di 942 unità lavorative "che però saranno completamente ricollocate o utilizzate in maniera differente nello stesso stabilimento di Taranto" secondo quanto scrive il presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante, in una lettera di accompagnamento alla nota sullo stato di esecuzione delle disposizioni dei custodi giudiziari, inviata alla Procura di Taranto il 2 ottobre scorso. Una buona parte degli interventi elencati da Buffo erano stati peraltro già indicati nel Piano di investimenti immediati per 400 milioni di euro presentato dall'Ilva alla Procura e bocciato dal gip Todisco su parere analogo della Procura.

Che le distanze tra azienda da una parte, e magistratura e custodi dall'altra, restino notevoli lo si capisce anche da qualche dichiarazione del procuratore, Franco Sebastio. "Nessuno può pensare - ha detto - che la Procura assuma decisioni e prenda provvedimenti tanto per farli: sappiamo perfettamente che è questione di tecnici e che ci vorrà del tempo. Però ora basta: bisogna cominciare".
Per il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, la soluzione del caso Ilva invece dovrebbe arrivare a breve. Domani 9 ottobre si riunirà la commissione Aia per la nuova, parziale, Autorizzazione integrata ambientale (l'ok e' previsto per l'11 ottobre) e intanto, aggiunge il ministro, già da quest'anno saranno applicate regole che in Europa entreranno in vigore dal 2016.

In fabbrica intanto cresce sempre più la preoccupazione dei lavoratori. A partire da domani 9 ottobre nello stabilimento di Taranto i sindacati dei metalmeccanici Fim e Uilm terranno assemblee di reparto che si protrarranno per tutta la settimana. All'iniziativa non partecipa la Fiom.

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