Gli ex vertici del Sismi, accusati di essere coinvolti nel sequestro dell’imam, torneranno davanti ai giudici. Per la Corte d’Appello di Milano, invece, non erano giudicabili a causa del segreto di Stato. Confermate le condanne per 23 agenti della Cia
Sul sequestro Abu Omar la Cassazione ha disposto un nuovo processo d'appello per gli ex vertici del Sismi, Nicolò Pollari, Marco Mancini e per gli altri 3 “capicentro” Giuseppe Ciorra, Luciano Di Gregori e Raffaele Di Troia. La vicenda riguarda il rapimento nel 2003 di Abu Omar nell'ambito di una cosiddetta operazione di "rendition", il suo trasferimento in Egitto, dove il religioso ha raccontato di essere stato torturato nel corso degli interrogatori e di essere stato detenuto per anni senza che gli venissero formalizzate accuse. All'epoca del rapimento, l'imam era imputato a Milano per terrorismo internazionale.
La quinta sezione penale, presieduta da Gaetanino Zecca, ha disposto un nuovo processo d'appello per gli ex vertici del Sismi ritenendo che ci siano ombre sul segreto di Stato così come è stato interpretato nel processo d'appello davanti alla Corte di Milano il 15 dicembre 2010.
Convalidate condanne per 23 agenti Cia - I giudici, dopo 8 ore di camera di consiglio, hanno inoltre convalidato le condanne ai 23 agenti americani della Cia. La condanna più alta è quella inflitta al capo Robert Lady Seldon. La Suprema Corte, inoltre, ha convalidato la condanna a 2 anni e 8 mesi di reclusione per l'ex responsabile dell'archivio Sismi Pio Pompa e per Luciano Seno.
Accolte richieste pubblica accusa - Con questa decisione legata al sequestro dell'ex imam di Milano, avvenuto il 17 febbraio del 2003, la Suprema Corte si è allineata alle richieste della pubblica accusa rappresentata da Oscar Cedrangolo che, nel luglio scorso, aveva chiesto di dire no al segreto di Stato che il 15 dicembre 2010 aveva indotto la Corte d'Appello di Milano a dichiarare il "non doversi procedere" nei confronti di Nicolò Pollari, Marco Mancini, ex vertici del Sismi e per gli altri 3 funzionari.
Pollari: “Sorpreso, fu governo a chiedermi di opporre segreto” - "Sono sorpreso. Sulla vicenda Abu Omar ho opposto il segreto di Stato, poi sempre confermato dai vari governi, perché tali esecutivi mi ordinarono di opporlo". Questa la reazione di Niccolò Pollari alla decisione dei giudici della Cassazione. "Ribadisco che sia il Sismi sia il sottoscritto sono totalmente estranei a questa vicenda -rimarca Pollari- e che questa estraneità è provata nei documenti coperti da segreto di Stato ma che sussistono ragioni delle quali non posso disporre, perché ne dispone il presidente del Consiglio, per le quali mi è stato ordinato e ribadito sempre di opporre il segreto di Stato, non avendo io alcun interesse personale ad opporre tale segreto ma rispettando sempre le direttive del governo in conformità agli obblighi che mi derivano dalla legge".
La quinta sezione penale, presieduta da Gaetanino Zecca, ha disposto un nuovo processo d'appello per gli ex vertici del Sismi ritenendo che ci siano ombre sul segreto di Stato così come è stato interpretato nel processo d'appello davanti alla Corte di Milano il 15 dicembre 2010.
Convalidate condanne per 23 agenti Cia - I giudici, dopo 8 ore di camera di consiglio, hanno inoltre convalidato le condanne ai 23 agenti americani della Cia. La condanna più alta è quella inflitta al capo Robert Lady Seldon. La Suprema Corte, inoltre, ha convalidato la condanna a 2 anni e 8 mesi di reclusione per l'ex responsabile dell'archivio Sismi Pio Pompa e per Luciano Seno.
Accolte richieste pubblica accusa - Con questa decisione legata al sequestro dell'ex imam di Milano, avvenuto il 17 febbraio del 2003, la Suprema Corte si è allineata alle richieste della pubblica accusa rappresentata da Oscar Cedrangolo che, nel luglio scorso, aveva chiesto di dire no al segreto di Stato che il 15 dicembre 2010 aveva indotto la Corte d'Appello di Milano a dichiarare il "non doversi procedere" nei confronti di Nicolò Pollari, Marco Mancini, ex vertici del Sismi e per gli altri 3 funzionari.
Pollari: “Sorpreso, fu governo a chiedermi di opporre segreto” - "Sono sorpreso. Sulla vicenda Abu Omar ho opposto il segreto di Stato, poi sempre confermato dai vari governi, perché tali esecutivi mi ordinarono di opporlo". Questa la reazione di Niccolò Pollari alla decisione dei giudici della Cassazione. "Ribadisco che sia il Sismi sia il sottoscritto sono totalmente estranei a questa vicenda -rimarca Pollari- e che questa estraneità è provata nei documenti coperti da segreto di Stato ma che sussistono ragioni delle quali non posso disporre, perché ne dispone il presidente del Consiglio, per le quali mi è stato ordinato e ribadito sempre di opporre il segreto di Stato, non avendo io alcun interesse personale ad opporre tale segreto ma rispettando sempre le direttive del governo in conformità agli obblighi che mi derivano dalla legge".