Ilva, piano di risanamento da 400 milioni di euro

Cronaca

Il presidente Bruno Ferrante ha consegnato alla Procura il progetto per il recupero degli impianti sequestrati. Prevista la copertura dei parchi minerali e provvedimenti per limitare le emissioni di polveri. I tempi per l’attuazione vanno da 1 a 4 anni

Una trentina di pagine corredate da una istanza con la quale si chiede se sia possibile avere una "minima capacità produttiva" per poter continuare a sostenere l'impegno finanziario finalizzato a risanare gli impianti inquinanti sequestrati il 26 luglio scorso. E' il “Piano di investimenti immediati” che il presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante, ha consegnato alla Procura di Taranto. Prevede un esborso di 400 milioni di euro, comprensivi dei 146 milioni già investiti per lavori parzialmente in corso; gli interventi avrebbero una durata variabile da un anno, per i più semplici, a quattro anni per quelli più complessi.  

Una parte di questi interventi combacia con la direttiva consegnata dai tre ingegneri-custodi all'azienda, che però prevede molte altre cose. C'è la novità dei parchi minerali, per i quali l'Ilva ha affidato uno studio finalizzato ad un progetto di copertura dell'area (70 ettari). Si parla dello stop di due batterie delle cokerie a dicembre, quando dovrebbe fermarsi anche l'altoforno 1, più una serie di interventi sulle acciaierie e le aree “Agglomerato” e “Gestione materiali ferrosi” che dovrebbero limitare le emissioni di polveri e il fenomeno dello “slopping” (fumi rossi).

Il piano dell'Ilva sarà ora valutato dalla Procura (parere non vincolante), mentre la decisione se accoglierlo o meno spetta al gip; ma l'azienda ha fatto intendere che se fosse preclusa qualsiasi possibilità di produrre la situazione potrebbe diventare molto critica. "Per ora - ha detto Ferrante ai giornalisti - il problema dell'occupazione non ce lo siamo posti perché a luglio e ad agosto non abbiamo avuto problemi. Nel momento in cui la produzione non dovesse essere possibile gli scenari sarebbero completamente diversi. Noi ci auguriamo che non sia così”. Ma quel piano, intanto, non ha convinto i sindacati, che hanno incontrato Ferrante nel alla direzione di stabilimento. "Inadeguate" sono state giudicate le risposte dell'azienda rispetto alle richieste della Procura.

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