Scuola e Università: i dati su iscritti, costi e tecnologia

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Dal caro-libri alle lavagne elettroniche, passando per la spesa pubblica in istruzione, le performance degli studenti, le possibilità di trovare lavoro dopo la laurea. Ecco cosa ci dicono le ultime statistiche sullo stato dell’istruzione in Italia

di Nicola Bruno

Bassi livelli di istruzione. Stranieri allo stesso livello degli italiani
Per circa un italiano su due (45,2%) il titolo di studio più elevato è la licenza di scuola media. Si tratta di uno dei livelli più bassi dell'Unione Europea.
Le Regioni meno scolarizzate sono concentrate tutte al Sud: Puglia, Sardegna, Campania.
Gli stranieri residenti in Italia fanno registrare un livello di istruzione molto simile a quello degli italiani: uno su due ha un diploma di scuola media; il 40,3% quello di scuola superiore; il 10% la laurea.
[Dati Istat]

Né a scuola, né a lavoro
Gli esperti li chiamano Neet (Not in Education, Employment or Training) e sono i giovani tra i 15 e i 29 anni che non vanno a scuola e non hanno nemmeno un lavoro. Secondo i dati Istat, in Italia sono più di due milioni (22,1%). Questa percentuale sale tra le donne (24,9%) e si acuisce nelle regioni del Mezzogiorno, dove la maglia nera è della Campania con un giovane su tre (34,3%) che risulta fuori dal circuito formativo e lavorativo.
[Dati Ocse - Education at a Glance 2012 (pdf)]

Elevato abbandono scolastico
8 su 10 continuano gli studi al termine dell'istruzione obbligatoria. Ma quasi uno su cinque (18,8%) li interrompe poi prematuramente. Ancora non è stato raggiunto, quindi, l'obiettivo della Strategia di Lisbona che intendeva portare questo dato sotto il 10% entro il 2010.
L’abbandono è superiore nelle grandi regioni del Mezzogiorno: Sicilia, Sardegna, Puglia e Campania. I paesi più virtuosi dell'Ue sono invece Repubblica Ceca, Polonia, Slovenia e Slovacchia (intorno al 5%), ma anche nazioni più grandi - come Germania (11,9%) e Francia (12,8%) - sono ormai vicini all'obiettivo di Lisbona.
[Dati Istat]

Al Sud una maggiore spesa pubblica
In Italia la spesa in istruzione è ferma al 4,8% del Pil; cifra che colloca il Belpaese tra le peggiori nazioni dell'Unione Europea (dove la media è del 5,6%).
Le Regioni italiane con una più alta spesa sono tutte del Sud: Campania (7,5%), Sicilia (7,3%) e Calabria (7,2%). Quelle con minori investimenti sono concentrate nel centro-Nord: Lombardia (2,7%), Emilia Romagna (2,9%) e Veneto (3,0%).
[Dati Istat]
In occasione della presentazione del nuovo anno scolastico, il Ministro Profumo ha assicurato che nel 2012 le risorse per la gestione ordinaria delle scuole passeranno da 200 a 240 milioni di euro (aumento del 33%).
[Dati Miur]

Insufficienti in matematica e con difficoltà nella lettura
Secondo i test Pisa, uno studente italiano su cinque presenta competenze di lettura inferiori a quelle basilari; mentre uno su quattro non raggiunge la sufficienza in matematica.
Tra Nord e Sud rimane un forte divario: Valle d’Aosta, provincia autonoma di Trento, Lombardia e Friuli-Venezia Giulia hanno valori sopra la media nazionale; mentre si scende sotto la media in Sicilia, Campania e Calabria (dove oltre il 30% degli studenti non raggiunge la sufficienza).
[Dati Istat]

Scuole medie maglia nera

Secondo il Rapporto Scuola 2011 della Fondazione Gianni Agnelli, molte delle competenze in matematica e scienze acquisite nella scuola elementare si perdono nel passaggio alle medie. Proprio nella scuola secondaria di primo grado si registrano i disagi maggiori da parte degli studenti.
[Dati FGA 2011]

Elevata età media degli insegnati
E' una delle più alte a livello europeo: 49,3 anni nelle scuole elementari, 52,1 anni nelle medie e 51,8 nelle superiori.
Il nuovo concorso annunciato dal ministro Profumo punta proprio ad abbassare l’anzianità del corpo docente.
[Dati FGA 2011]

La giostra degli insegnanti
Altro problema dell'educazione italiana: l'elevato ricambio dei docenti. Il 35% degli insegnanti di scuola media non resta nella stessa classe per più di un anno. Questa percentuale scende al 30% alle superiori e al 22% alle elementari.
[Dati FGA 2011]

Ancora pochi laureati
Cresce il numero dei laureati, ma l'Italia resta sotto la media europea e, soprattutto, ben lontana dagli obiettivi di Lisbona (40% della popolazione): danoi solo un giovane su cinque finisce il percorso universitario. Un dato che ci posiziona come il terzo peggiore paese dell'area Ue.
Le regioni italiane con più laureati sono Lazio, Umbria e Marche, mentre le peggiori sono Campania, Sicilia e Puglia.
[Dati Istat]

Le donne fanno meglio
Una donna su quattro (25%) in Italia è laureata, a fronte di un uomo su 6 (16%). L'Italia può contare anche su uno dei più alti livelli di donne laureate in materie scientifiche (52%) e con un dottorato (52%).
[Dati Ocse - Education at a Glance 2012 (pdf)]

Lavoro: la laurea vale (quasi) come il diploma
Per i laureati è sempre più difficile trovare un lavoro. Il tasso di occupazione è sceso di quattro punti percentuali dal 2002 al 2010, diventando simile a quello dei diplomati della scuola secondaria. Una laurea garantisce uno stipendio superiore solo del 9% rispetto a chi ha un diploma.
[Dati Ocse - Education at a Glance 2012 (pdf)]

Nativi digitali?
Secondo l'indagine svolta dal Censis nel 2012, la maggior parte degli alunni (53,9%) trova più facile leggere i testi su carta che online. Ad ogni modo, gli studenti italiani sono quasi tutti online: l'86% dichiara di avere un collegamento Internet a casa.
Più di 7 su 10 ritengono che l’uso del pc (e di internet) abbia effetti positivi sull’apprendimento. Il 40% considera negativi gli effetti sulla voglia di studiare e il 33,5% sulla concentrazione.
[Dati Censis, 2012]

Lavagna elettronica
Nell'82% delle scuole italiane è oggi presente almeno una lavagna digitale.
[Dati Miur, 2012]

Ebook poco convenienti
Era stata annunciata come una grande rivoluzione, ma - almeno secondo gli studenti e le famiglie - non sta dando i risultati sperati. Da quest'anno tutti gli editori devono mettere a disposizione anche la versione digitale per ogni libro di testo adottato. Secondo un'indagine di Skuola.net, si registra un risparmio solo del 15% nel passaggio dalla carta al digitale. E così, un libro cartaceo di 15,30 euro, in formato digitale viene a costare 12,50 euro. A cui poi va aggiunta la spesa per l'acquisto di un e-reader o di un tablet.

I costi per le famiglie, tra caro-libri e corredo scolastico
Secondo un'indagine dell'Osservatorio Findomestic, una famiglia italiana spende in media 494 euro per comprare tutto il materiale scolastico ai propri figli. Questa cifra può salire fino a 716 euro nel caso di un liceo.
Anche quest'anno l'esborso per i libri di testo si presenta come il più consistente, motivo per cui il 47% dei genitori si rivolgerà al mercato di seconda mano.
Secondo un'altra indagine di Adiconsum, solo per il corredo scolastico (zaini, quaderni, penne, colori e altro materiale di cancelleria) nelle grandi città - e sfruttando le offerte della grande distribuzione - le famiglie spendono 110 euro a figlio.

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