Taranto: la storia di Lorenzo, bimbo in lotta con il cancro
CronacaMauro, giovane padre pugliese, è salito sul palco di piazza Immacolata e ha raccontato la vicenda del figlio di 3 anni, nato e cresciuto nel quartiere Tamburi, che ora combatte con un tumore al cervello. Una pediatra: "Ho visto morire molti bambini"
Mauro è salito sul palco con una grande foto del figlio di tre anni, malato di tumore al cervello. Racconta della vita sconvolta, del trasferimento a Firenze per curare il suo bambino. Le sue parole hanno emozionato le oltre duemila persone raccolte in piazza Immacolata a Taranto, dove si è tenuta l'assemblea in favore della magistratura che ha sequestrato i reparti a caldo dell'Ilva.
La fotografia del figlio Lorenzo, ritratto con la testa bendata su un letto di un reparto di terapia intensiva, ha coinvolto tutti i presenti. Gli operai dell'Ilva hanno abbracciato questo giovane padre che ha avuto il coraggio di mostrare a tutti il ritratto-choc del figlio e di raccontare la sua storia. "Lorenzo ha un tumore al cervello dalla nascita e ha perso la vista. Io spero che continui a vivere e sono qui perché condivido la protesta della gente. Voglio però anche dire che i bambini della città devono poter vivere serenamente e in salute: bisogna fermare questo massacro".
Sul cartello con la foto di Lorenzo, ha scritto: "Mio figlio, 3 anni, cancro. A quanti ancora?!". Racconta che "all'epoca del concepimento e della nascita mia moglie lavorava al rione Tamburi (il più vicino all'Ilva, ndr), anche se nessuno potrà mai dire che ci sia un nesso di causalità tra emissioni inquinanti e malattia". Mauro dice che la situazione prodotta dall'inquinamento industriale a Taranto é insostenibile e che anche se il figlio dovesse guarire non tornerà più a vivere nella sua città.
Il racconto della pediatra - Mentre Mauro racconta la sua storia, il piccolo Lorenzo è a Bari, sottoposto ad un ciclo di chemioterapia. Sul palco è salita poi Grazia Parisi, pediatra di base che cura anche i bambini del rione Tamburi. "Avrei voluto partecipare a questa assemblea con tante fascette nere legate al braccio per quanti sono i bambini che ho visto morire". Ricorda che qualche tempo fa il sindaco firmò un'ordinanza con la quale vietava ai bambini dei Tamburi di giocare tra le aiuole. "Invitarono noi pediatri a dire alle mamme che dopo il gioco all'aria aperta i bimbi dovevano essere lavati. Poi quell'ordinanza è stata revocata senza che la situazione fosse davvero cambiata".
La fotografia del figlio Lorenzo, ritratto con la testa bendata su un letto di un reparto di terapia intensiva, ha coinvolto tutti i presenti. Gli operai dell'Ilva hanno abbracciato questo giovane padre che ha avuto il coraggio di mostrare a tutti il ritratto-choc del figlio e di raccontare la sua storia. "Lorenzo ha un tumore al cervello dalla nascita e ha perso la vista. Io spero che continui a vivere e sono qui perché condivido la protesta della gente. Voglio però anche dire che i bambini della città devono poter vivere serenamente e in salute: bisogna fermare questo massacro".
Sul cartello con la foto di Lorenzo, ha scritto: "Mio figlio, 3 anni, cancro. A quanti ancora?!". Racconta che "all'epoca del concepimento e della nascita mia moglie lavorava al rione Tamburi (il più vicino all'Ilva, ndr), anche se nessuno potrà mai dire che ci sia un nesso di causalità tra emissioni inquinanti e malattia". Mauro dice che la situazione prodotta dall'inquinamento industriale a Taranto é insostenibile e che anche se il figlio dovesse guarire non tornerà più a vivere nella sua città.
Il racconto della pediatra - Mentre Mauro racconta la sua storia, il piccolo Lorenzo è a Bari, sottoposto ad un ciclo di chemioterapia. Sul palco è salita poi Grazia Parisi, pediatra di base che cura anche i bambini del rione Tamburi. "Avrei voluto partecipare a questa assemblea con tante fascette nere legate al braccio per quanti sono i bambini che ho visto morire". Ricorda che qualche tempo fa il sindaco firmò un'ordinanza con la quale vietava ai bambini dei Tamburi di giocare tra le aiuole. "Invitarono noi pediatri a dire alle mamme che dopo il gioco all'aria aperta i bimbi dovevano essere lavati. Poi quell'ordinanza è stata revocata senza che la situazione fosse davvero cambiata".