Errori clamorosi, quesiti impossibili, una percentuale altissima di bocciati. I quiz di preselezione ai tirocini formativi per i docenti della scuola secondaria (Tfa) sono stati un'ecatombe. E dopo le proteste, una commissione deciderà il da farsi
di Giulia Floris
Una percentuale di bocciati che in alcuni casi è arrivata a poco meno del 100%, lo spettro di una pioggia di ricorsi, una commissione tecnica che dovrà decidere la validità o meno dei test. Sono partite sotto i peggiori auspici le prove per i Tfa, i tirocini formativi attivi della durata di un anno che dovranno formare (e abilitare) i futuri insegnanti.
Nati per sostituire le Ssis, i Tfa mettono a disposizione per il prossimo anno 4.275 posti per l’insegnamento nella scuola secondaria di primo grado e 15.792 per l’insegnamento nella scuola secondaria di secondo grado. Un totale di 20.067 posti a fronte di 176.434 aspiranti insegnanti, tanti sono coloro che hanno presentato domanda alle preselezioni.
Ma tra inesattezze, errori in alcuni casi clamorosi e quesiti impossibili, coloro che hanno superato i test di preselezione (che si sono svolti nel mese di luglio) e sono stati ammessi alla prova scritta sono, per molti classi di concorso, in numero minore rispetto ai posti disponibili. Un’ecatombe, in particolare, si è registrata per la classe di Filosofia (guarda i risultati scorporati per università): zero ammessi ai test delle università di Milano, Cagliari, Urbino, Trento, Sassari, Lumsa, UniCal e a Cassino e un totale di solo 144 ammessi per 603 posti disponibili e tremila candidati.
Errori conclamati poi si sono registrati per altre prove, dal francese, allo spagnolo, alle Lettere, come messo in evidenza anche dal filologo Luciano Canfora sul Corriere della Sera. Tra i casi citati dallo studioso, il titolo sbagliato di un'opera di Buzzati "Qualcosa era accaduto", anziché "Qualcosa era successo", o le 4 risposte tutte sbagliate alla domanda "Che cosa si intende, in un testo letterario, per variante".
Ma anche nei quiz di matematica non sono mancati gli errori, tanto che l'Unione matematica italiana ha predisposto un documento in cui indica le domande formulate in maniera ambigua o per le quali non è stata proposta, tra le alternative, alcuna risposta corretta.
Così, dopo le rivolte sul web degli aspiranti insegnanti e le proteste dei sindacati, giovedì 2 agosto si è tenuto al ministero un incontro per decidere cosa fare di queste catastrofiche prove. "L’esito dell’incontro è stato soddisfacente – dicono dalla Flc Cgil a Sky.it – abbiamo visto nei rappresentanti del Miur la consapevolezza che qualcosa di grave è successo e la volontà di compiere degli accertamenti su queste prove". Nel corso del summit è stato dunque stabilito un iter per valutare la sequenzialità degli errori, l’esattezza delle domande, e la validità delle prove, senza toccare i diritti di chi ha già superato i test. "Quello che chiediamo – spiegano dal sindacato - è che chi ha superato la prova sia ammesso, mentre per gli altri il punteggio venga ricalcolato escludendo le domande dubbie, così da estendere la platea degli ammessi". Ma per i casi in cui la percentuale degli ammessi è stata particolarmente bassa l’obiettivo dei sindacati è di arrivare a ripetere le prove, che, secondo la Cgil, "non sono state pensate per selezionare bravi insegnanti, ma solo per accertare la conoscenza di nozioni".
Per quanto riguarda poi i tempi in cui l’iter di valutazione dei test dovrebbe concludersi, il ministero ha rassicurato i sindacati che conta di poter fornire un esito dell’inchiesta già ai primi di settembre: periodo per il quale alcune università hanno già fissato la prova scritta. Nell’attesa, i migliaia di aspiranti insegnanti non posso fare altro che tenere il fiato sospeso. E incrociare le dita.
Una percentuale di bocciati che in alcuni casi è arrivata a poco meno del 100%, lo spettro di una pioggia di ricorsi, una commissione tecnica che dovrà decidere la validità o meno dei test. Sono partite sotto i peggiori auspici le prove per i Tfa, i tirocini formativi attivi della durata di un anno che dovranno formare (e abilitare) i futuri insegnanti.
Nati per sostituire le Ssis, i Tfa mettono a disposizione per il prossimo anno 4.275 posti per l’insegnamento nella scuola secondaria di primo grado e 15.792 per l’insegnamento nella scuola secondaria di secondo grado. Un totale di 20.067 posti a fronte di 176.434 aspiranti insegnanti, tanti sono coloro che hanno presentato domanda alle preselezioni.
Ma tra inesattezze, errori in alcuni casi clamorosi e quesiti impossibili, coloro che hanno superato i test di preselezione (che si sono svolti nel mese di luglio) e sono stati ammessi alla prova scritta sono, per molti classi di concorso, in numero minore rispetto ai posti disponibili. Un’ecatombe, in particolare, si è registrata per la classe di Filosofia (guarda i risultati scorporati per università): zero ammessi ai test delle università di Milano, Cagliari, Urbino, Trento, Sassari, Lumsa, UniCal e a Cassino e un totale di solo 144 ammessi per 603 posti disponibili e tremila candidati.
Errori conclamati poi si sono registrati per altre prove, dal francese, allo spagnolo, alle Lettere, come messo in evidenza anche dal filologo Luciano Canfora sul Corriere della Sera. Tra i casi citati dallo studioso, il titolo sbagliato di un'opera di Buzzati "Qualcosa era accaduto", anziché "Qualcosa era successo", o le 4 risposte tutte sbagliate alla domanda "Che cosa si intende, in un testo letterario, per variante".
Ma anche nei quiz di matematica non sono mancati gli errori, tanto che l'Unione matematica italiana ha predisposto un documento in cui indica le domande formulate in maniera ambigua o per le quali non è stata proposta, tra le alternative, alcuna risposta corretta.
Così, dopo le rivolte sul web degli aspiranti insegnanti e le proteste dei sindacati, giovedì 2 agosto si è tenuto al ministero un incontro per decidere cosa fare di queste catastrofiche prove. "L’esito dell’incontro è stato soddisfacente – dicono dalla Flc Cgil a Sky.it – abbiamo visto nei rappresentanti del Miur la consapevolezza che qualcosa di grave è successo e la volontà di compiere degli accertamenti su queste prove". Nel corso del summit è stato dunque stabilito un iter per valutare la sequenzialità degli errori, l’esattezza delle domande, e la validità delle prove, senza toccare i diritti di chi ha già superato i test. "Quello che chiediamo – spiegano dal sindacato - è che chi ha superato la prova sia ammesso, mentre per gli altri il punteggio venga ricalcolato escludendo le domande dubbie, così da estendere la platea degli ammessi". Ma per i casi in cui la percentuale degli ammessi è stata particolarmente bassa l’obiettivo dei sindacati è di arrivare a ripetere le prove, che, secondo la Cgil, "non sono state pensate per selezionare bravi insegnanti, ma solo per accertare la conoscenza di nozioni".
Per quanto riguarda poi i tempi in cui l’iter di valutazione dei test dovrebbe concludersi, il ministero ha rassicurato i sindacati che conta di poter fornire un esito dell’inchiesta già ai primi di settembre: periodo per il quale alcune università hanno già fissato la prova scritta. Nell’attesa, i migliaia di aspiranti insegnanti non posso fare altro che tenere il fiato sospeso. E incrociare le dita.