Pestaggio alla Diaz, attesa per la sentenza della Cassazione

Cronaca

E' il giorno del verdetto sui fatti di Genova del 2001. La Procura chiede la conferma delle condanne dei 25 agenti e dei vertici della polizia imputati. Nel blitz rimasero ferite 60 persone e furono arrestati illegalmente 93 no global

E' attesa nel pomeriggio di giovedì 5 la sentenza della Cassazione sul pestaggio, compiuto dalla polizia alla scuola Diaz di Genova durante il G8 del 2001, nel corso del quale vennero ferite 60 persone e furono arrestati illegalmente 93 no-global, molti dei quali stranieri. Per tutti i 25 funzionari ed agenti della polizia condannati dalla Corte di Appello di Genova, il sostituto procuratore generale della Suprema Corte Alessandro Gaeta - che ha definito "violenza inaudita" gli abusi compiuti dalle forze dell'ordine - ha già chiesto la conferma delle pene (che variano dai tre ai cinque anni di reclusione, con tre anni condonati per tutti). Tra i dirigenti - assolti in primo grado e condannati in appello - ci sono, tra gli altri, il capo del Dipartimento centrale anticrimine Francesco Gratteri (4 anni), l'ex vicedirettore dell'Ucigos Giovanni Luperi (4 anni), il capo del Servizio Centrale Operativo Gilberto Caldarozzi (3 anni e 8 mesi), Vincenzo Canterini (5 anni), ex capo della squadra mobile di Roma. In caso di annullamento con rinvio, difficilmente si riuscirebbe a celebrare un nuovo processo perché la prescrizione matura il 21 settembre del 2012.

Le sentenze -
Il processo di primo grado si è concluso il 13 novembre del 2008, con 13 condanne per 35 anni e sette mesi di reclusione e l'assoluzione di chi guidava la catena di comando. In appello, invece, le condanne - emesse il 18 maggio del 2010 - colpirono anche gli uomini più alti in grado (per un totale di 85 anni di reclusione). Il faldone della Diaz è arrivato in Cassazione solo lo scorso 26 novembre, per le lungaggini nelle quali si sono trascinate le operazioni di notifica, sollevando le proteste degli avvocati delle parti lese. La Suprema Corte ha però fissato l'udienza entro i "canonici" sette mesi dall'arrivo delle carte mettendo fine alla spirale dei ritardi. Martedì 11 giugno la discussione aveva preso il via ed era andata avanti fino a venerdì 15 ma, a causa del protrarsi delle arringhe dei difensori dei poliziotti - che sono in più occasioni entrati in attrito con il presidente Ferrua che li invitava al rispetto dei tempi - il verdetto è slittato a giovedì 5 quando parlerà l'ultimo difensore, dalle nove del mattino e per circa due ore. Poi dovrebbe iniziare la camera di consiglio.

Le accuse e i primi risarcimenti -
Per lo più le accuse sono quelle di lesioni - in alcuni casi i feriti, tra i quali anche giornalisti, hanno riportato invalidità permanenti - e falsificazione dei verbali che attestavano il ritrovamento di molotov nella scuola e la resistenza dei no-global per giustificare l'intervento pesante della polizia. Finora il ministero dell'Interno ha pagato circa un milione e mezzo per le prime tranche del risarcimento alle vittime e le spese legali di chi si è costituito parte civile, ossia quasi tutte le persone picchiate e arrestate.

I poliziotti rischiano anche il procedimento disciplinare -
Il collegio della Quinta sezione penale chiamato ad occuparsi della vicenda Diaz è presieduto da Giuliana Ferrua; Stefano Palla e Piero Savani sono i due consiglieri relatori ai quali toccherà il compito materiale di scrivere la sentenza. Gerardo Sabeone e Paolo Antonio Bruno sono gli altri due togati. In caso di conferma delle condanne, per tutti gli imputati scatta anche la pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e il Viminale dovrà aprire i procedimenti disciplinari per chi viene dichiarato colpevole.

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