Il 50enne, di Monte Olimpino, vicino a Como, avrebbe già confessato. Dopo la semifinale vinta dall’Italia contro la Germania aveva esploso alcuni colpi per festeggiare. La piccola, che si trovava in auto con i genitori, è stata operata ed è fuori pericolo
Avrebbe confessato l’uomo fermato con l’accusa di aver sparato alcuni colpi d’arma da fuoco, che hanno ferito gravemente una bambina di 10 anni, durante i festeggiamenti per la vittoria dell’Italia contro la Germania nella semifinale di Euro 2012.
"Ho sparato alcuni colpi verso un campo e non mi sono assolutamente accorto di aver centrato quell'auto", avrebbe detto il 50enne, incensurato, portato in carcere al Bassone di Como nella serata di sabato 30 giugno dopo tre ore di interrogatorio.
Per quanto si apprende nell'abitazione dell’uomo, che di professione farebbe l’assicuratore e che risiede poco lontano dal luogo del drammatico episodio (Monte Olimpino, vicino a Como), i carabinieri avrebbero trovato diverse armi, per la precisione sette tra pistole e fucili, tutti con regolari permessi rilasciati dalla Questura di Como. E' stato proprio vagliando i detentori di tali permessi residenti nella zona che gli investigatori coordinati dal sostituto Mariano Fadda della Procura di Como, sono risaliti all'assicuratore che ora deve rispondere di tentato omicidio.
Secondo quanto ricostruito, l'uomo colto da irrefrenabile gioia per la vittoria degli azzurri di Prandelli, si è affacciato sul balcone della sua casa in un condominio di Monte Olimpino dove stava transitando l’auto con a bordo la bimba e i genitori che stavano recandosi a Ponte Chiasso per recuperare l'altra figlia andata da amiche a seguire la partita. Impugnando il suo fucile, regolarmente detenuto, ha cominciato ad esplodere colpi all'impazzata senza pensare che il suo gesto avrebbe potuto trasformarsi in tragedia. Mentre tre colpi si sono conficcati nel muro che costeggia il marciapiedi e uno nel marciapiedi stesso, il quinto ha sfondato il lunotto posteriore della vettura in transito ad un centinaio di metri di distanza andando a colpire in pieno la bambina.
Il proiettile, di piccolo calibro, è andato a finire tra collo e omero sfiorando la colonna vertebrale. Già sottoposta ad intervento chirurgico a Milano per l'asportazione dell'ogiva, la piccola per fortuna è fuori pericolo. Determinanti per risalire all'identità del 50enne è stata l'analisi dei porto d'arma in possesso ai residenti del quartiere di Monte Olimpino. Una volta avuto fra le mani il suo nominativo, i carabinieri del Nucleo Operativo di Como si sono portati nuovamente in zona e hanno calcolato la traiettoria tra il balcone del 50enne e il punto dove si sono conficcati i proiettili nel muro, traiettoria che risulterebbe perfettamente compatibile. A quel punto si sono presentati a casa sua e lo hanno portato in caserma dove è stato interrogato per oltre tre ore alla presenza del magistrato inquirente che alla fine ne ha disposto il fermo con trasferimento in carcere e l'accusa di tentato omicidio.
"Ho sparato alcuni colpi verso un campo e non mi sono assolutamente accorto di aver centrato quell'auto", avrebbe detto il 50enne, incensurato, portato in carcere al Bassone di Como nella serata di sabato 30 giugno dopo tre ore di interrogatorio.
Per quanto si apprende nell'abitazione dell’uomo, che di professione farebbe l’assicuratore e che risiede poco lontano dal luogo del drammatico episodio (Monte Olimpino, vicino a Como), i carabinieri avrebbero trovato diverse armi, per la precisione sette tra pistole e fucili, tutti con regolari permessi rilasciati dalla Questura di Como. E' stato proprio vagliando i detentori di tali permessi residenti nella zona che gli investigatori coordinati dal sostituto Mariano Fadda della Procura di Como, sono risaliti all'assicuratore che ora deve rispondere di tentato omicidio.
Secondo quanto ricostruito, l'uomo colto da irrefrenabile gioia per la vittoria degli azzurri di Prandelli, si è affacciato sul balcone della sua casa in un condominio di Monte Olimpino dove stava transitando l’auto con a bordo la bimba e i genitori che stavano recandosi a Ponte Chiasso per recuperare l'altra figlia andata da amiche a seguire la partita. Impugnando il suo fucile, regolarmente detenuto, ha cominciato ad esplodere colpi all'impazzata senza pensare che il suo gesto avrebbe potuto trasformarsi in tragedia. Mentre tre colpi si sono conficcati nel muro che costeggia il marciapiedi e uno nel marciapiedi stesso, il quinto ha sfondato il lunotto posteriore della vettura in transito ad un centinaio di metri di distanza andando a colpire in pieno la bambina.
Il proiettile, di piccolo calibro, è andato a finire tra collo e omero sfiorando la colonna vertebrale. Già sottoposta ad intervento chirurgico a Milano per l'asportazione dell'ogiva, la piccola per fortuna è fuori pericolo. Determinanti per risalire all'identità del 50enne è stata l'analisi dei porto d'arma in possesso ai residenti del quartiere di Monte Olimpino. Una volta avuto fra le mani il suo nominativo, i carabinieri del Nucleo Operativo di Como si sono portati nuovamente in zona e hanno calcolato la traiettoria tra il balcone del 50enne e il punto dove si sono conficcati i proiettili nel muro, traiettoria che risulterebbe perfettamente compatibile. A quel punto si sono presentati a casa sua e lo hanno portato in caserma dove è stato interrogato per oltre tre ore alla presenza del magistrato inquirente che alla fine ne ha disposto il fermo con trasferimento in carcere e l'accusa di tentato omicidio.