Pestaggio di un 63enne, due poliziotti arrestati a Milano

Cronaca

Due agenti dell'ufficio volanti del capoluogo lombardo sono finiti in manette con l'accusa di aver aggredito un uomo, 'reo' solo di essere ubriaco. Ad incastrarli un video di una telecamera di sorveglianza

Non solo hanno "fracassato" la faccia a un uomo, poi lo hanno anche denunciato per resistenza a pubblico ufficiale, riempiendo gli atti con un "castello di menzogne".
Un mix di violenza, "sfrontatezza e tracotanza" che li rende "un pericolo pubblico per la collettività". E' così che vengono descritti dal gip che ha firmato il loro arresto, due poliziotti che poco più di un mese fa, di notte in una zona della movida milanese, hanno brutalmente pestato fino a sfigurargli il volto un uomo di 63 anni, 'reo' soltanto di essere "un po' molesto" e "ubriaco".
I due giovani agenti dell"ufficio volanti', entrambi di 24 anni, sono finiti in carcere con l'arresto eseguito dai loro stessi colleghi e con l'immediata sospensione dal servizio decretata dal Questore di Milano, Alessandro Marangoni.

Secondo il gip Alessandra Clemente, che ha accolto la richiesta del pm Tiziana Siciliano e dell'aggiunto Alfredo Robledo, per Federico Spallino e Davide Sunseri è necessaria la custodia in carcere perché "il fatto di essere poliziotti rende ancora più concreto il pericolo di reiterazione", trattandosi di due persone incapaci di "contenere le loro pulsioni violente".
Incapacità per loro "facilmente occultabile". Stando alle indagini, infatti, i due, che sono accusati di concorso in lesioni gravissime, falso ideologico e calunnia, dopo aver aggredito con una "reazione fredda ma bestiale" l'anziano, lo hanno anche denunciato scrivendo nella relazione di servizio che era stato lui ad aggredirli e poi era caduto "di faccia".

Ad 'inchiodarli', però, è stata, come scrive il gip, "una intuizione, o meglio dire uno scrupolo derivante dall'esperienza del pm" che ha letto nei referti medici quell'espressione "fracasso di faccia", che riassumeva la quarantina di fratture che l'uomo, Luigi Vittorino Morneghini, aveva nel volto. E ad incastrarli è stato soprattutto un video, quello di una telecamera di sorveglianza che ha registrato tutto ciò che è successo nella notte tra il 20 e il 21 maggio verso le 3, in viale Gorizia zona Darsena: "la telecamera non mente", scrive il gip, e mostra una "violenza inspiegabile oltre che disumana".

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