Addio a Carla Verbano, madre di Valerio

Cronaca
Carla Verbano
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E’ scomparsa la mamma del militante di sinistra ucciso da alcuni neofascisti nella sua casa a Roma nel febbraio del 1980. Dalla morte del figlio, si era dedicata alla ricerca degli assassini, mai identificati

E' morta Carla Verbano, madre di Valerio, il giovane di sinistra ucciso da alcuni neofascisti nel febbraio del 1980. La notizia è stata data da alcuni utenti su Twitter, prima di essere ripresa dalle agenzie di stampa. Carla Verbano aveva dedicato la sua vita alla ricerca della verità sulla morte del figlio, pubblicando due anni fa anche un libro, scritto con Alessandro Capponi (qui l'estratto).

L'assassinio - Il 22 febbraio di trentadue anni fa tre ragazzi armati, con il volto coperto, entrarono nella casa di via Montebianco 114, a Roma, dove abitava Valerio Verbano con la sua famiglia. Valerio, 18 anni, militante del comitato di Lotta Valmelaina, gruppo considerato emanazione di Autonomia Operaia, non era ancora tornato a casa dalla scuola, il liceo scientifico Archimede.
I tre ragazzi dissero ai genitori, Carla Zappelli e Sardo Verbano, di essere amici di Valerio, poi però li legarono e li imbavagliarono. Mentre attendevano l'arrivo del giovane rovistarono nella sua stanza.
Passarono circa 50 minuti prima che Valerio rientrasse a casa. Cinquanta minuti interminabili. Quando Valerio aprì la porta di casa si trovò davanti i tre, ci fu una colluttazione, poi un colpo di pistola. Il giovane morì prima dell'arrivo dei vicini, che, sentito lo sparo, raggiunsero l'appartamento.
Nella concitazione della fuga i tre ragazzi lasciarono un paio di occhiali da sole, un guinzaglio per cani e una pistola. Per terra venne poi trovato un bottone. Le indagini partirono dalla testimonianza di un vicino, che disse di aver visto i tre ragazzi. Grazie alla sua testimonianza si ricostruì un identikit. L'uomo aggiunse di aver visto il giorno prima quei tre parlare con Valerio. Versione in seguito ritrattata dallo stesso vicino che si scusò con il padre di Valerio. "Ho un figlio di 15 anni", gli disse al telefono.
L'omicidio vennne rivendicato più volte da diversi gruppi, tra cui il Gruppo Proletario Rivoluzionario e i Nar.
Oltre alle diverse rivendicazioni, furono in molti, tra cui anche alcuni pentiti, a raccontare le loro verità sull'omicidio, ma nessuna di queste trovò riscontri.

Due anni fa la riapertura delle indagini - Nel 2011 sono state riaperte le indagini sul caso, che era stato archiviato senza un colpevole, e Carla Verbano ha ricominciato a sperare. Lo scorso anno due persone sono state iscritte sul registro degli indagati con l'accusa di omicidio volontario.
Entrambi all'epoca gravitavano negli ambienti della destra romana. Secondo quanto emerso dalle indagini svolte dai carabinieri del Ros, uno degli indagati risiederebbe all'estero. Poi a ottobre scorso è stato isolato il dna presente sugli occhiali lasciati in casa Verbano da uno dei ragazzi che uccisero Valerio.
Un elemento che aveva fatto confidare nella possibilità di rintracciare almeno uno di quei tre. Ma ad oggi, a 32 anni dal delitto, l'omicidio resta ancora un mistero.

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