Milano, fermato il presunto aggressore della 13enne

Cronaca

La violenza è avvenuta in Porta Romana, nell'androne di casa della giovane. L'uomo, un trentenne incensurato, è stato riconosciuto grazie alle telecamere della zona. Sarà interrogato giovedì 10 maggio

Un ragazzo di 30 anni è stato fermato a Milano con l'accusa di aver violentato una ragazzina di 13. La violenza, che risale all'11 aprile scorso, è avvenuta nell'androne di un palazzo in zona Porta Romana dove la 13enne vive con i genitori. A causa delle forti piogge di quei giorno la ragazzina si era fermata nell'androne dello stabile, lì è stata raggiunta dall'uomo. Giovedì 11maggio, il 30enne, incensurato, sarà ascoltato dal gip Luigi Gargiulo al carcere di San Vittore.

L'uomo è stato riconosciuto attraverso le telecamere - Gli psicologi intervenuti dopo la violenza hanno ascoltato il racconto della vittima e raccolto la descrizione dell'aggressore,  mentre gli uomini della polizia e della squadra mobile di Milano hanno esaminato i filmati di tutte le telecamere della zona, poco chiari a causa delle forti piogge.
Dopo un lavoro di due settimane, l'immagine del presunto violentatore è stata pulita e mostrata alla vittima, che ha riconosciuto il suo aggressore. Due giorni fa un ispettore della  Polmetro ha notato un ragazzo su una carrozza della metro di Milano e lo ha fermato. Il 30enne è stato fermato come presunto responsabile della violenza.

Se non ora quando - Continua, intanto, la campagna di sensibilizzazione del movimento Se non ora quando, che lancia la petizione on line "Mai più complici", e denuncia: il femminicidio" è una vera emergenza del nostro Paese. Sono infatti 54 donne le uccise in Italia dall’inizio del 2012.
Tra i firmatari dell'appello tante donne comuni e esponenti della politica italiana. L'ultima ad aderire alla campagna è stata il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri. Intanto, mercoledì 9 maggio, Clio Napolitano ha inviato una lettera al quotidiano Repubblica per chiedere di "fermare l'odio contro le donne e accelerare le condanne".

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