L'affitto di Calderoli pagato con i soldi della Lega Nord

Cronaca

Il Carroccio avrebbe pagato 2200 euro mensili per un appartamento al Gianicolo per l'ex ministro. La replica: "Mi si infanga: verso 3000 euro al mese al partito". Venerdì incontro Bossi-Maroni. Il Senatur: "Non sapevo del dossier". VIDEO

Nuova bufera sulla Lega. Dagli atti sequestrati dai Carabinieri di Roma emergerebbe che l'affitto della casa in via Ugo Bassi al Gianicolo dell'ex ministro Roberto Calderoli, al momento uno dei tre triumviri che guida il partito, sarebbe stato pagato con i soldi del partito. "Mi si infanga per aver avuto in dotazione da parte del movimento una casa-ufficio dal costo di 2200 euro al mese - replica in una nota Calderoli - quando io ne verso mensilmente 3000 di euro alla Lega Nord".
La notizia arriva proprio il giorno dopo la rivelazione del settimanale Panorama secondo cui l'ex tesoriere Francesco Belsito avrebbe ordinato, pagandolo probabilmente con i soldi della Lega Nord, un dossier sull'ex ministro dell'Interno. Episodio giudicato gravissimo da Maroni, che venerdì 20 aprile dovrebbe incontrare Umberto Bossi il quale dichiara di non essere mai stato a conoscenza di un faldone sull'ex ministro dell'Interno. E aggiunge: "Spero che il cinematografo finisca presto. E' solo un film".

Bufera anche su Reguzzoni - Intanto finisce nell'occhio del ciclone anche Marco Reguzzoni, ex capogruppo del Carroccio alla Camera e considerato vicino a Umberto Bossi. Il suo collega di partito Gianluca Pini avanza dei sospetti su alcune spese del gruppo parlamentare. "Ci è stato comunicato che sono state fatte spese significative con una carta di credito intestata a Marco Giovanni Reguzzoni sui quale nessuno ci ha dato delle giustificazioni - ha detto Pini - magari è tutto regolare ma semplicemente chiediamo di sapere per cosa sono stati spesi".
Tutto questo, aggiunge con una stoccata conversando in Transatlantico alla Camera, "posto che il nuovo capogruppo ha un atteggiamento completamente diverso e quello vecchio anche su questo mi lascia perplesso". Insomma, "i soldi del gruppo sono palesemente istituzionali e chiunque li usa deve presentare una pezza giustificativa".

Belsito, il legale della Lega va dal pm - Proseguono anche le indagini sull’ex tesoriere del Carroccio. Giovedì 19 aprile il pm di Milano Roberto Pellicano ha incontrato uno degli avvocati del movimento, che ha detto che la Lega era all'oscuro degli investimenti in diamanti fatti da Belsito. Il legale ha aggiunto di aver consegnato al pm copia dei certificati di qualità, peso e valore dei diamanti e copia dei codici identificativi dei lingotti consegnati nei giorni scorsi dall'ex tesoriere alla Lega, per valutare se coincidano con i preziosi identificati dalla procura. Belsito due giorni fa ha riconsegnato al Carroccio 11 diamanti e cinque chili di lingotti d'oro e un'auto di Renzo Bossi, figlio del leader del Carroccio Umberto, in uso allo stesso Belsito.
I diamanti, secondo fonti investigative, sarebbero stati acquistati da Belsito - al momento l'unico esponente leghista indagato nelle inchieste delle procure di Milano, Napoli e Reggio Calabria - con soldi dei rimborsi elettorali.

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