I cadaveri sono stati scoperti su un ponte della nave: c’è anche quello di Dayana, la bimba di 5 anni che viaggiava col padre. Si allarga l’inchiesta: avvisi di garanzia per quattro ufficiali di plancia e tre manager della compagnia. LO SPECIALE
Naufragio Costa Concordia: LO SPECIALE - LE FOTO
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(In fondo tutti i video sulla Costa Concordia)
Otto corpi sono stati ritrovati dai vigili del fuoco nella parte sommersa della nave Concordia, naufragata davanti all'Isola del Giglio il 13 gennaio scorso. Tra i cadaveri già recuperati ci sarebbe anche quello della piccola Dayana, la bimba di 5 anni di Rimini che era in crociera col padre e la compagna di lui (l'uomo risulta ancora tra i dispersi, la donna si è salvata). I morti accertati salgono così a 25, mentre dovrebbero essere 14 le persone ufficialmente disperse, in attesa che agli altri sette corpi individuati oggi venga dato un nome. Intanto ci sono stati sviluppi nell'inchiesta con l'iscrizione nel registro degli indagati di quattro ufficiali della nave e tre manager della Costa.
Si allarga l'inchiesta - Per l’incidente della Costa Concordia, che ha urtato uno scoglio vicino all’Isola del Giglio mentre viaggiava con 4.200 persone a bordo, la procura di Grosseto ha inviato altri sette avvisi di garanzia. Si tratta di tre manager della Costa: il vicepresidente esecutivo Manfred Ursprunger, il capo dell'unità di crisi Roberto Ferrarini e il fleet superintendent Paolo Parodi. E di quattro ufficiali di plancia: Andrea Bongiovanni, Roberto Bosio, Silvia Coronica e Salvatore Ursino. I reati contestati sono omicidio colposo, naufragio e omessa comunicazione alle autorità marittime.
"L'iscrizione di personale di bordo e di terra nel registro degli indagati riteniamo sia dovuta alla necessità di fornire le garanzie di legge previste per ogni cittadino, soprattutto in considerazione della celebrazione dell'incidente probatorio che avrà luogo nei prossimi giorni", si legge in una nota della compagnia, che esprime "la sua piena fiducia e solidarietà a questi suoi collaboratori" per come si sono comportati la sera del naufragio.
Gli altri indagati - Per il naufragio sono già iscritti nel registro degli indagati il comandante della nave, Francesco Schettino, e il suo vice in plancia, Ciro Ambrosio. Schettino, agli arresti domiciliari, deve rispondere dell’accusa di naufragio, omicidio colposo plurimo e abbandono della nave. Durante gli interrogatori avrebbe detto di essere passato così vicino all’isola per fare un “inchino” pianificato e “voluto dalla Costa”. La compagnia ha smentito di aver autorizzato la pratica.
Il recupero dei corpi - I ritrovamenti dei cadaveri, tutti all'altezza del ponte 4, sono avvenuti in due tranche mercoledì 22: quattro al mattino e altrettanti nel pomeriggio, come informa la Protezione civile. In serata le operazioni di soccorso sono state sospese e riprenderanno solo con il miglioramento delle condizioni del mare.
L'estrazione del carburante - Intanto proseguono le attività di estrazione delle quasi 2.400 tonnellate di carburanti e oli dai serbatoi della nave ammiraglia di Costa - unità di Carnival - che giace semirovesciata a poche decine di metri dalla costa. Si è conclusa la prima fase dell'operazione, con lo svuotamento dei sei serbatoi di prua in cui era contenuto circa il 67 per cento del carburante.
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Otto corpi sono stati ritrovati dai vigili del fuoco nella parte sommersa della nave Concordia, naufragata davanti all'Isola del Giglio il 13 gennaio scorso. Tra i cadaveri già recuperati ci sarebbe anche quello della piccola Dayana, la bimba di 5 anni di Rimini che era in crociera col padre e la compagna di lui (l'uomo risulta ancora tra i dispersi, la donna si è salvata). I morti accertati salgono così a 25, mentre dovrebbero essere 14 le persone ufficialmente disperse, in attesa che agli altri sette corpi individuati oggi venga dato un nome. Intanto ci sono stati sviluppi nell'inchiesta con l'iscrizione nel registro degli indagati di quattro ufficiali della nave e tre manager della Costa.
Si allarga l'inchiesta - Per l’incidente della Costa Concordia, che ha urtato uno scoglio vicino all’Isola del Giglio mentre viaggiava con 4.200 persone a bordo, la procura di Grosseto ha inviato altri sette avvisi di garanzia. Si tratta di tre manager della Costa: il vicepresidente esecutivo Manfred Ursprunger, il capo dell'unità di crisi Roberto Ferrarini e il fleet superintendent Paolo Parodi. E di quattro ufficiali di plancia: Andrea Bongiovanni, Roberto Bosio, Silvia Coronica e Salvatore Ursino. I reati contestati sono omicidio colposo, naufragio e omessa comunicazione alle autorità marittime.
"L'iscrizione di personale di bordo e di terra nel registro degli indagati riteniamo sia dovuta alla necessità di fornire le garanzie di legge previste per ogni cittadino, soprattutto in considerazione della celebrazione dell'incidente probatorio che avrà luogo nei prossimi giorni", si legge in una nota della compagnia, che esprime "la sua piena fiducia e solidarietà a questi suoi collaboratori" per come si sono comportati la sera del naufragio.
Gli altri indagati - Per il naufragio sono già iscritti nel registro degli indagati il comandante della nave, Francesco Schettino, e il suo vice in plancia, Ciro Ambrosio. Schettino, agli arresti domiciliari, deve rispondere dell’accusa di naufragio, omicidio colposo plurimo e abbandono della nave. Durante gli interrogatori avrebbe detto di essere passato così vicino all’isola per fare un “inchino” pianificato e “voluto dalla Costa”. La compagnia ha smentito di aver autorizzato la pratica.
Il recupero dei corpi - I ritrovamenti dei cadaveri, tutti all'altezza del ponte 4, sono avvenuti in due tranche mercoledì 22: quattro al mattino e altrettanti nel pomeriggio, come informa la Protezione civile. In serata le operazioni di soccorso sono state sospese e riprenderanno solo con il miglioramento delle condizioni del mare.
L'estrazione del carburante - Intanto proseguono le attività di estrazione delle quasi 2.400 tonnellate di carburanti e oli dai serbatoi della nave ammiraglia di Costa - unità di Carnival - che giace semirovesciata a poche decine di metri dalla costa. Si è conclusa la prima fase dell'operazione, con lo svuotamento dei sei serbatoi di prua in cui era contenuto circa il 67 per cento del carburante.