Balduzzi: "I cittadini abusano del pronto soccorso"

Cronaca
Il ministro della Salute Balduzzi
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Il ministro della Salute torna sulle polemiche legate all'emergenza del San Camillo: "Dobbiamo prevedere che la rete dei medici di famiglia funzioni 7 giorni la settimana". E aggiunge: "Gli ospedalieri non potranno fare visite fuori dalle strutture"

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"Il pronto soccorso è il terminale dell'inefficienza di una rete e risente di un atteggiamento errato. Viene considerato un luogo dove correre per qualsiasi problema".
E' quanto sostiene il ministro della Salute Renato Balduzzi, in un'intervista al Corriere della Sera, commentando la situazione di emergenza dell'ospedale romano (qui, l'approfondimento di SkyTG24), con malati curati su materassi in terra, massaggi cardiaci sul pavimento e stanze sovraffollate di pazienti in barella.
Nel prossimo Patto della Salute, afferma il ministro, "dobbiamo prevedere che la rete dei medici di famiglia funzioni 7 giorni la settimana".

Nell'intervista, Balduzzi, annuncia poi le prossime mosse del governo: "La fase transitoria è finita. Con la libera professione dei medici si fa sul serio". Basta deroghe per l'"intramoenia allargata", la possibilità per i medici ospedalieri di fare visite private fuori, se l'ospedale non ha spazi per l'attività privata.
Il ministro sottolinea che non ci sarà un'altra deroga dopo l'emendamento Pd approvato in Senato che ha anticipato la scadenza del doppio regime al 30 giugno 2012 rispetto a quella del 31 dicembre 2012 prevista dal Milleproroghe.

A 13 anni dall'introduzione dell'intramoenia, Balduzzi vede "il bicchiere mezzo pieno" con la metà delle strutture che "ha rispettato i diritti del cittadino" e che si è organizzata per la vera libera professione intramuraria.
Ora "bisogna completare il cammino". Se l'intramoenia è "applicata correttamente - precisa Balduzzi - con regole di trasparenza, controllo dei volumi di prestazioni private e liste di attesa, funziona perché fidelizza il medico".

Il ministro annuncia anche che proporrà un emendamento alla legge sul governo clinico per modificare la scelta dei primari: "Occorre una graduatoria dei candidati, anziché una terna", e serve una commissione giudicante "presieduta dal direttore sanitario dell'azienda e da due primari sorteggiati".

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