Clini: "Costa Concordia a rischio inabissamento"

Cronaca

Il ministro dell'Ambiente, in un'informativa alla Camera, sottolinea il pericolo che le mareggiate possano far finire il relitto in una scarpata. E "serviranno almeno 2 settimane per svuotare la nave del carburante". Identificata una vittima: è ungherese

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Serviranno almeno due settimane per svuotare del tutto i serbatoi della 'Costa Concordia' degli idrocarburi e per il recupero di tutti gli olii contenuti in impianti della nave da crociera. Due settimane ma ad una condizione: che le condizioni meteoclimatiche non peggiorino ulteriormente. A dirlo il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, nell'informativa alla Camera sulla tragedia avvenuta venerdì sera in prossimità dell'Isola del Giglio.

Previsto lo svuotamento di 15 serbatoi - Mentre le ricerche dei dispersi, proprio a causa del maltempo, sono state sospese, Clini ha riferito che la compagnia della 'Costa Concordia' ha consegnato martedì 17 gennaio il piano di interventi per lo svuotamento dei serbatoi: "piano complesso che richiede intervento su oltre 15 serbatoi, e anche il preriscaldamento del carburante perché è molto denso e la temperatura del mare comporta un rischio progressivo di consolidamento del carburante stesso".  Secondo il ministro, i tecnici sono al lavoro per cercare di capire quali siano le misure idonee per tenere la nave nella condizione di equilibrio, peraltro precario, in cui si trova attualmente. "Lì vicino – ha detto il ministro - c'è una scarpata che porta ad una profondità variabile tra i 50 e i 90 metri", ed esiste "il serio rischio che future mareggiate possano provocare l'inabissamento" della Costa Concordia.

Clini: "Pratiche come l'inchino non saranno più permesse" - Clini ha reso noto inoltre che il governo sta valutando l'adozione di misure per prevenire rischi ambientali legati al traffico delle navi da crociera. Pratiche come quella del cosiddetto "inchino" "non possono più essere tollerate" ha detto, spiegando che, in base alle leggi vigenti, "i ministeri dei Trasporti e dell'Ambiente possono adottare misure finalizzate alla regolazione del traffico navale nelle aree ambientalmente sensibili" e che è possibile anche "promuovere accordi di collaborazione volontari con imprese che gestiscono navi da crociera per un'autoregolamentazione del traffico in maniera tale che sia sostenibile dal punto di vista ambientale". Per quanto riguarda "i fondali dell'isola del Giglio" il ministro ha detto che vi è "già un danno ambientale", seppur molto contenuto".

I rischi dell'inabissamento
- Tutto questo mentre si guarda alle conseguenze di un eventuale inabissamento. Tre gli scenari ipotizzati contenuti in uno studio realizzato dall'Istituto superiore per la protezione della ricerca ambientale, Ispra, e consegnato al ministero dell'Ambiente. Il primo scenario, ha spiegato Luigi Alcaro, responsabile del Servizio emergenza ambientale in mare dell'Ispra, prevede che la nave vada a fondo rompendosi e creando numerose fratture nelle cisterne con rilascio massimo di olio e con inquinamento immediato molto vistoso che puo' interessare una vasta area (Arcipelago toscano). In questo caso si prevede una bonifica di qualche settimana e, secondo l'esperto, sarebbe lo scenario "migliore". Il secondo riguarda il caso di rottura di solo una parte delle cisterne e un rilascio silente ma continuo del combustibile contenuto nelle cisterne intatte. "Un caso come questo ha riguardato la Sea Diamond, affondata nel 2007 al largo di Santorini in Grecia - ha detto Alcaro - dove la diffusione lenta di 30 chili al giorno durò per tre anni". Terzo scenario, quello più grave, che il Concordia affondi senza toccare le cisterne. Ciò provocherebbe un rilascio lento di tutto il combustibile.

Schettino ai domiciliari - Intanto il comandante della Costa Concordia Francesco Schettino, accusato di omicidio colposo e abbandono della nave, ha ottenuto su decisione del Gip gli arresti domiciliari ed è tornato al suo paese, Meta di Sorrento, dove la gente del luogo lo difende dalla "gogna mediatica".
Sul fronte dei dispersi, si attestano a 21 dopo che una donna tedesca che era conteggiata fra questi è stata individuata in Germania. Identificata inoltre una delle vittime ripescate martedì 17: si tratta di un ungherese membro dell'equipaggio.

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