Gli indigenti in Italia sono 8,3 milioni. Aumentano le richieste di aiuto economico e i giovani in difficoltà. Ma emerge anche la categoria dei "nuovi poveri": persone che hanno un lavoro e una casa, ma vivono in situazioni di grave disagio finanziario
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Hanno un lavoro e un tetto sotto cui dormire. Eppure vivono in condizioni di gravi disagio economico. Sono i "nuovi poveri", una categoria che tra il 2007 e il 2010 è aumentata in Italia del 13,8% (ma nel Mezzogiorno l'aumento è stato del 74%). Sono allarmanti i dati diffusi dal rapporto Caritas - Fondazione Zancan, presentato a Roma. In quattro anni si è registrato un aumento dell'80,8% di richieste di aiuto economico rivolte ai Centri di Ascolto delle Caritas Diocesane. Il rapporto ricorda che l'Istat ha stimato in 8.272.000 le persone povere in Italia nel 2010 (13,8% della popolazione).
Al primo posto fra i problemi segnalati c'è la povertà economica seguita da difficoltà occupazionali ed abitative. Dalla fotografia del rapporto cambia il volto della povertà che ora coinvolge "pesantemente l'intero nucleo familiare: tutti si trovano a vivere, in modo diversoi, una condizione di stress e di sofferenza, anche se le donne e i giovani pagano il prezzo più alto".
Se nel 2004 il 75% dei problemi si riferiva ai bisogni di carattere primario (casa, cibo, sanità, ecc.), nel 2010 tale valore ha raggiunto l'81,9%. In forte aumento il numero di giovani che si rivolgono ai centri: +59,6% nel giro di 5 anni. Tra le categorie più vulnerabili si confermano gli stranieri, che rappresentano il 70% delle persone che chiedono aiuto. Secondo un campione degli operatori della Caritas, il disagio maggiore è fra gli immigrati che vivono da soli in Italia, uomini, di età compresa fra i 25 e 44 anni.
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