Secondo alcuni quotidiani il premier sarebbe stato convinto dal suo avvocato Ghedini a rispondere alle domande dei pm di Napoli nell'indagine che lo vede vittima di una presunta estorsione. Ma il legale frena: "Non ho ancora parlato con il presidente"
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Dopo il viaggio a Bruxelles che ha fatto saltare l'incontro e dopo il successivo invito dei pm ("scelga un giorno tra il 14 e il 17 settembre) Silvio Berlusconi deve decidere nelle prossime ore se essere ascoltato, in qualità di persona offesa, dai pm che indagano sulla presunta estorsione ai suoi danni (secondo l'accusa il premier sarebbe stato ricattato dall'imprenditore Tarantini).
E, da ciò che riferiscono i principali quotidiani in edicola mercoledì 14 settembre, il presidente del Consiglio sarebbe tentato dall'idea di rispondere, evitando il muro contro muro. Una ipotesi che nel corso della giornata di mercoledì 14 non è stata confermata da Niccolò Ghedini: "Devo ancora parlarne con Berlusconi", ha detto l'avvocato del premier.
La svolta - scrivono su Repubblica Del Porto e Sannino - sarebbe maturata "dopo l'audizione di Niccolò Ghedini, deputato pdl e primo avvocato del premier, ascoltato come persona informata dei fatti, in via Giulia nella sede della Procura nazionale antimafia". Sarebbe stato lui a mediare, nota in un altro articolo Liana Milella, tra la linea dura dei falchi Pdl e quella delle colombe vicine al premier.
E la mediazione (e interpretazione) di Ghedini potrebbe essere - nota Giovanni Bianconi sul Corriere della Sera - quella di "ascoltare il premier nell'inedita veste di 'testimone assistito' cioè con un legale a fianco. In teoria, infatti, l'inchiesta a carico di Valter Lavitola e Gianpaolo Tarantini sull'eventuale ricatto al premier potrebbe avere dei collegamenti - peraLtro evocati nell'ordine di arresto nei confronti degli indagati - con il processo milanese in cui Berlusconi è imputato di prostituzione minorile e concussione. Perciò, nel momento in cui viene chiamato a deporre sui fatti in cui non è al momento coinvolto come presunto autore di reati bensì in qualità di vittima di ipotetici reati altrui, lo stesso Berlusconi avrebbe diritto all'assistenza di un avvocato di fiducia".
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