Caso Franceschi, la perizia: "Responsabilità dei medici"

Cronaca
Nella foto un momento dei funerali di Daniele Franceschi - Viareggio 23 ottobre 2010 -

Dagli ultimi esami fatti per accertare le cause della morte del 36enne di Viareggio, avvenuta in Francia nel carcere di Grasse il 25 agosto dello scorso anno, emergerebbero "gravi responsabilità del personale medico e paramedico"

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Adesso c'è qualcosa di più di uno spiraglio per capire davvero come è morto Daniele Franceschi e soprattutto se e quali siano le responsabilità nel decesso del 36enne viareggino, avvenuto il 25 agosto 2010 nel carcere di Grasse dove era entrato con l'accusa di falsificazione e uso improprio di una carta di credito. L'ultima delle perizie mediche avrebbe infatti messo in luce "gravi responsabilità del personale medico e paramedico": il personale non sarebbe intervenuto, o comunque non lo avrebbe fatto con efficacia, quando il trentaseienne viareggino diceva di stare male.

Gravi responsabilità dei medici - La perizia, ha spiegato l'avvocato Maria Grazia Menozzi, uno dei legali italiani - l'altro è Aldo Lasagna - che assistono la mamma di Franceschi, Cira Antignano, nella sua battaglia per avere giustizia, è stata notificata venerdì 2 settembre dal giudice istruttore Sandrine André al loro corrispondente francese, l'avvocato Luc Febbraro. L'accertamento, compiuto dal medico legale e da un cardiologo, risale al 10 agosto scorso. "Dalla perizia - ha spiegato l'avvocato Menozzi - emergerebbero gravi responsabilità dei sanitari, medici e paramedici, in servizio nel carcere". "Si tratta di una perizia - ha aggiunto - che potrebbe indicare un nesso causale tra quanto accaduto nel carcere e la morte di Daniele che, invece, poteva probabilmente essere salvato ma non è stato curato".
Dagli atti raccolti sulla vicenda e al vaglio dell'autorità giudiziaria francese risulta che quando Franceschi è stato male sarebbero state disattese le richieste di aiuto lanciate anche da parte del detenuto che era in cella con il giovane viareggino e di uno stesso agente di custodia. "La lettura degli atti alla luce di questa perizia - ha spiegato - lascia intravedere pure serie responsabilità dell'amministrazione penitenziaria". Ora la parola spetta al pm francese che sta conducendo gli accertamenti. La perizia, ovviamente, non contiene nomi: "Non ci sono indagati, ma incrociando gli atti ed il contenuto della perizia anche i responsabili potranno avere un nome", ha spiegato l'avvocato Menozzi.

Le autorità francesi parlano di infarto - Scartata l'ipotesi di traumi, le autorità francesi hanno sempre ipotizzato l'infarto come causa del decesso, forse dovuto a farmaci antidolorifici che però non si sa chi sia stato a prescrivere a Daniele. Ed alcune testimonianze parlano di forti dolori al petto che il giovane lamentava. Un quadro che potrebbe combinarsi adesso con i contenuti della perizia e fare emergere quel "nesso" tra la mancata assistenza e la morte di Franceschi. Quando il cadavere del giovane venne restituito alla famiglia emerse mancavano diversi organi: c'era stata a Nizza un'autopsia "distruttiva", così la definì uno dei legali della mamma di Franceschi che, non più tardi di una settimana fa è andata a Parigi a chiedere giustizia davanti all'Eliseo ottenendo la promessa di un incontro con il premier Sarkozy e la moglie Carla Bruni, alla quale si era appellata. "Finalmente il muro di gomma si è infranto", ha detto in quella occasione. Ma non poteva sapere che qualcosa di più concreto, proprio in quei giorni, si stava profilando una possibilità di fare luce sulla morte del figlio.

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