Area Falck, manager di Banca Intesa indagato per corruzione

Cronaca

Maurizio Pagani, responsabile del settore infrastrutture e finanza dell'istituto finanziario, è coinvolto nell'inchiesta su presunte tangenti. La stessa che riguarda Filippo Penati

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Il responsabile del settore infrastrutture e finanza di Biis, società del gruppo Intesa SanPaolo, Maurizio Pagani, è indagato dalla procura di Monza per concorso in corruzione nell'ambito dell'inchiesta su un presunto giro di tangenti su interventi urbanistici che ha coinvolto l'ex-vicepresidente del consiglio regionale della Lombardia, Filippo Penati, del Pd. Lo riferiscono fonti investigative, precisando che la Guardia di Finanza nei giorni scorsi ha perquisito sia l'ufficio che l'abitazione di Pagani, indagato nell'ambito del filone d'inchiesta relativo alla vendita della Milano-Serravalle. Al momento non è stato possibile avere un commento dall'interessato né da Intesa San Paolo.

Nel decreto di perquisizione, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa Reuters, i pm scrivono che "ci sono gravi indizi sulla base di dichiarazioni de relato su illiceità della costruzione di un'operazione finanziaria per l'acquisto a prezzo fuori mercato di azioni comprensivo di un ritorno economico per i partecipanti all'operazione". Nel decreto c'è scritto inoltre che Pagani è accusato di corruzione in concorso con altri non ancora identificati. Secondo la procura di Monza l'iscrizione di Pagani nel registro degli indagati è un atto dovuto.

Nell'ordinanza di arresto della settimana scorsa relativa al dimissionario assessore all'edilizia del Comune di Sesto San Giovanni, Pasqualino Di Leva, e all'architetto Marco Magni, si parla di una riunione a cui partecipò Pagani e in cui - secondo quanto riferito dall'accusatore Piero di Caterina - "si è anche parlato di un sovrapprezzo a pagare a favore di Penati e (del suo ex-capo di gabinetto Giordano) Vimercati".
Il gip di Monza la settimana scorsa ha respinto la richiesta di arresto per Penati riqualificando il reato da concussione in corruzione e determinandone così la prescrizione nonostante "gravi indizi di colpevolezza".

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