Lodo Mondadori, Fininvest condannata

Cronaca
Silvio Berlusconi
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La holding dovrà pagare al gruppo di De Benedetti 560 milioni. La sentenza immediatamente esecutiva. Marina Berlusconi: "Aggressione a mio padre". Cir: "Decisione non politica". I giudici: "Il premier corresponsabile di corruzione". VIDEO

Marina Berlusconi: "Non daremo un euro"
Fininvest-Cir: una partita aperta da più di 20 anni
Tutte le reazioni alla sentenza
Galliani: "Un duro colpo per il Milan"

(in fondo al pezzo i video e le reazioni alla sentenza Lodo Mondadori)

I giudici della Corte d'Appello di Milano hanno condannato Fininvest a risarcire la Cir di Carlo De Benedetti per la vicenda del Lodo Mondadori per 540 milioni circa di euro alla data della sentenza di primo grado dell'ottobre 2009, più gli interessi e le spese decorsi da quel giorno. La cifra quindi arriverebbe intorno ai 560 milioni di euro.
Una pena alleggerita, anche se di poco, rispetto a quella di primo grado. Meno di due anni fa, infatti, il Tribunale aveva condannato la holding del Biscione a versare 750 milioni di euro a titolo di risarcimento al gruppo della famiglia De Benedetti.
La sentenza arriva mentre non si è ancora placata la scia di polemiche suscitata dalla norma salva Fininvest introdotta nella manovra economica e poi ritirata in seguito ai malumori espressi sia da centrodestra sia da centrosinistra

I giudici: Berlusconi correo di corruzione - "E' da ritenere, incidenter tantum e ai soli fini civilistici del presente giudizio, che Silvio Berlusconi sia corresponsabile della vicenda corruttiva per cui si procede, corresponsabilità che, come logica conseguenza, comporta, per il principio della responsabilità civile delle società di capitali per il fatto illecito del loro legale rappresentante o amministratore commesso nell'attività gestoria della società medesima, la responsabilità della stessa Fininvest". Lo scrivono i giudici nelle motivazioni della sentenza d'appello che obbliga Fininvest a risarcire Cir.

Marina Berlusconi: aggressione contro mio padre - Immediate le reazioni alla sentenza di condanna emessa dai giudici di Milano. Per la figlia del premier si tratta di "aggressione ed esproprio", "Non daremo un euro" dichiara; Daniele Capezzone, portavoce del Pdl, parla di decisione "abnorme"; l'avvocato Ghedini, invece, non ha dubbi: "La Corte di Cassazione non potrà che annullare il giudizio emesso dai giudici". Il primo esponente dell'opposizione a parlare è Antonio Di Pietro, che dai microfoni di SkyTG24 dice: "Le sentenze si rispettano e i danni si risarciscono. Berlusconi non la butti in politica"; mentre Bossi parla di una "sentenza pesante" e si augura che non sia "politica". (TUTTE LE REAZIONI)

Berlusconi annulla la visita a Lampedusa - Intanto, il presidente del Consiglio Berlusconi, atteso a Lampedusa, ha annullato la visita. "Sono rammaricato per il mancato arrivo di Berlusconi, ma si tratta solo di un rinvio perché mi ha assicurato che sarà qui tra qualche giorno" ha detto il sindaco dell'isola Bernardino De Rubeis, covinto che il rinvio sia dovuto proprio alla sentenza.

La soddisfazione della Cir -
La Cir ha invece espresso "soddisfazione" per la sentenza e ha  sottolineato come le viene riconosciuto il diritto "a un congruo risarcimento" per un "danno, enorme già in origine" e che si è poi "notevolmente incrementato" col passare del tempo. E' quanto si legge in una lunga dichiarazione a commento della decisione dei giudici di Milano.

Sentenza immediatamente esecutiva - La sentenza dei giudici di Milano è immediatamente esecutiva da sabato 9 luglio, anche se - con il ricorso in Cassazione - Fininvest ha ancora la possibilità in base all'articolo 373 del codice di procedura civile di chiedere ai giudici la sospensione dell'esecutività fino all'esito del terzo grado, in presenza di un ipotetico "danno grave e irreparabile" per la società.
Dopo il verdetto di primo grado, il pagamento della somma fissata dal giudice Raimondo Mesiano del Tribunale era stato sospeso, a fronte di una fideiussione bancaria di 806 milioni da parte di Fininvest, fino alla pubblicazione della sentenza d'appello.
La corte d'appello, nel redigere la propria sentenza, ha concluso che il verdetto del 1991 che dava il controllo della Mondadori a Fininvest era frutto di corruzione giudiziaria, ma ha corretto alcune valutazioni sull'entità del danno fatte da Mesiano in primo grado e ha tenuto conto della consulenza tecnica d'ufficio del settembre scorso, che aveva rivisto al ribasso del 35-41% il risarcimento.

Il processo penale - La sentenza sul Lodo Mondadori non è altro che la conseguenza, in sede civile, di un processo penale finito nel 2007 con le condanne definitive, per corruzione in atti giudiziari, del giudice Vittorio Metta e degli avvocati Cesare Previti, Giovanni Acampora e Attilio Pacifico. La Cassazione, che aveva cristallizzato l'ipotesi della Procura milanese, aveva confermato che la sentenza del 1991 della Corte d'Appello di Roma sfavorevole a Carlo De Benedetti nello scontro con Silvio Berlusconi per assicurarsi il controllo della casa editrice fu 'comprata' corrompendo il giudice Metta con almeno 400 milioni di lire provenienti dai conti esteri di Fininvest. Il premier venne prosciolto per prescrizione in modo irrevocabile nel novembre 2001.

Il procedimento civile - Avviato nell'aprile 2004, con la richiesta complessiva di un miliardo di risarcimento da parte di Cir, il procedimento civile il 3 ottobre 2009 ha visto la sentenza di primo grado: il giudice Raimondo Mesiano aveva stabilito che la holding di De Benedetti "ha diritto" al risarcimento da parte di Fininvest "del danno patrimoniale da perdita di 'chance"' per "un giudizio imparziale". Risarcimento che aveva quantificato in 749.995.611,93 euro a cui si aggiungono gli interessi legali, le spese del giudizio e, tra l'altro, due milioni di euro per gli onorari. Pochi giorni dopo il ricorso in appello della società di via Paleocapa, poi, a dicembre, un accordo tra Fininvest e Cir: la prima aveva presentato una fideiussione da 806 milioni, rinunciando all'istanza di sospensione mentre la seconda si era impegnata a non chiedere l'esecuzione del maxirisarcimento fino alla sentenza d'appello.
In vista del verdetto di secondo grado, l'anno scorso, i magistrati avevano nominato un pool di esperti per stabilire "se e quali variazioni dei valori delle società e delle aziende oggetto di scambio fra le parti siano intervenuti tra il giugno del 1990 e l'aprile del 1991, con riguardo agli andamenti economici delle stesse e di evoluzione dei mercati dei settori di riferimento".
A settembre 2010 le conclusioni dei consulenti: avevano stabilito che il danno subito dalla holding della famiglia De Benedetti esisteva anche se, a loro avviso, era minore rispetto alla quantificazione del Tribunale.

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