Un natante con a bordo 26 extracomunitari è stato soccorso dalla Guardia costiera. Intanto in 71 hanno già lasciato l'isola per un centro in provincia di Caltanissetta e, secondo il sindaco De Rubeis, 200 partiranno con due voli del ministero dell'Interno
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Sono ripresi, dopo quattro giorni, gli sbarchi di immigrati a Lampedusa. Un natante con a bordo 26 extracomunitari, che hanno dichiarato di essere tunisini, è stato soccorso dalla Guardia costiera a 12 miglia dall'isola. L'imbarcazione è stata affiancata dalle motovedette e scortata in porto.
I nuovi sbarchi dopo che un primo gruppo di migranti ha abbandonato l'isola. In 71, tra cui 30 minori, hanno già lasciato Lampedusa per un centro di accoglienza in provincia di Caltanissetta e duecento immigrati tunisini, arrivati negli ultimi giorni a Lampedusa, lasceranno l'isola "con due voli organizzati dal ministero dell'Interno". A dirlo, a SkyTG24, il sindaco De Rubeis, dopo aver avuto un colloquio col ministro. "Nei giorni prossimi continuerà il trasferimento - ha spiegato - il ministro mi ha detto che in una decina di giorni gli immigrati che si trovano nel territorio verranno trasferiti".
"Con l'arrivo della bonaccia - ha proseguito De Rubeis - potranno arrivare altri extracomunitari ma la disponibilità di posti all'interno dei Cara (Centri accoglienza richiedenti asilo) sparsi in tutta Italia ci consentirà di trasferire gli immigrati da Lampedusa verso l'Italia". I centri infatti da mercoledì prossimo cominceranno a liberarsi perché i rifugiati verranno gradualmente trasferiti nel Villaggio della solidarietà di Mineo, in provincia di Catania.
De Rubeis ha detto di aver discusso con Maroni "anche dell'apertura della struttura che si trova a Capo Ponente, la vecchia 'base Loran', dove c'è un'estensione di 300mila metri quadrati di terreno: questo per evitare che nel futuro, nella stagione estiva, gli immigrati possano girare nelle strade di Lampedusa come sta avvenendo adesso".
Gli immigrati che si trovano sull'isola, ha aggiunto il sindaco, "sono sereni, consapevoli, hanno ancora qualche centesimo in tasca".
Nelle ultime ore però la tensione è salita tra i i 1814 immigrati che si trovano ancora a Lampedusa e che minacciano di attuare uno sciopero della fame se non verranno trasferiti in tempi brevi dall'isola. Tra gli extracomunitari, in gran parte tunisini, comincia infatti a serpeggiare la paura che possano essere rimpatriati. Alcuni di loro sostengono di avere raccolto queste "voci", che non hanno però alcuna conferma ufficiale, dai loro parenti in Tunisia.
I migranti sono attualmente suddivisi tra il centro di accoglienza, che è stato riaperto domenica scorsa, e i locali dell'area marina protetta, in precarie condizioni igieniche, dove sono ospitati 120 tunisini.
Per il portavoce in Italia dell'Alto Commissariato Onu per i rifugiati, Laura Boldrini: "Finora la situazione è stata gestita con molto senso di responsabilità e non ci sono state tensioni, ma bisogna fare di tutto per evitare che questo avvenga. Non bisogna tirare troppo la corda, bisogna decongestionare l'isola: è necessario incentivare il trasferimento dei migranti verso altri centri in Italia e far capire loro che non c'è alcuna intenzione di rimpatriarli".
Ascolta le parole di Laura Boldrini
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Sono ripresi, dopo quattro giorni, gli sbarchi di immigrati a Lampedusa. Un natante con a bordo 26 extracomunitari, che hanno dichiarato di essere tunisini, è stato soccorso dalla Guardia costiera a 12 miglia dall'isola. L'imbarcazione è stata affiancata dalle motovedette e scortata in porto.
I nuovi sbarchi dopo che un primo gruppo di migranti ha abbandonato l'isola. In 71, tra cui 30 minori, hanno già lasciato Lampedusa per un centro di accoglienza in provincia di Caltanissetta e duecento immigrati tunisini, arrivati negli ultimi giorni a Lampedusa, lasceranno l'isola "con due voli organizzati dal ministero dell'Interno". A dirlo, a SkyTG24, il sindaco De Rubeis, dopo aver avuto un colloquio col ministro. "Nei giorni prossimi continuerà il trasferimento - ha spiegato - il ministro mi ha detto che in una decina di giorni gli immigrati che si trovano nel territorio verranno trasferiti".
"Con l'arrivo della bonaccia - ha proseguito De Rubeis - potranno arrivare altri extracomunitari ma la disponibilità di posti all'interno dei Cara (Centri accoglienza richiedenti asilo) sparsi in tutta Italia ci consentirà di trasferire gli immigrati da Lampedusa verso l'Italia". I centri infatti da mercoledì prossimo cominceranno a liberarsi perché i rifugiati verranno gradualmente trasferiti nel Villaggio della solidarietà di Mineo, in provincia di Catania.
De Rubeis ha detto di aver discusso con Maroni "anche dell'apertura della struttura che si trova a Capo Ponente, la vecchia 'base Loran', dove c'è un'estensione di 300mila metri quadrati di terreno: questo per evitare che nel futuro, nella stagione estiva, gli immigrati possano girare nelle strade di Lampedusa come sta avvenendo adesso".
Gli immigrati che si trovano sull'isola, ha aggiunto il sindaco, "sono sereni, consapevoli, hanno ancora qualche centesimo in tasca".
Nelle ultime ore però la tensione è salita tra i i 1814 immigrati che si trovano ancora a Lampedusa e che minacciano di attuare uno sciopero della fame se non verranno trasferiti in tempi brevi dall'isola. Tra gli extracomunitari, in gran parte tunisini, comincia infatti a serpeggiare la paura che possano essere rimpatriati. Alcuni di loro sostengono di avere raccolto queste "voci", che non hanno però alcuna conferma ufficiale, dai loro parenti in Tunisia.
I migranti sono attualmente suddivisi tra il centro di accoglienza, che è stato riaperto domenica scorsa, e i locali dell'area marina protetta, in precarie condizioni igieniche, dove sono ospitati 120 tunisini.
Per il portavoce in Italia dell'Alto Commissariato Onu per i rifugiati, Laura Boldrini: "Finora la situazione è stata gestita con molto senso di responsabilità e non ci sono state tensioni, ma bisogna fare di tutto per evitare che questo avvenga. Non bisogna tirare troppo la corda, bisogna decongestionare l'isola: è necessario incentivare il trasferimento dei migranti verso altri centri in Italia e far capire loro che non c'è alcuna intenzione di rimpatriarli".
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