Il Ministero dell'Interno esprime sorpresa per la richiesta di 30 milioni per l'emergenza nomadi. Indagati i genitori dei quattro bambini morti nell'incendio. Il padre: "E' stato un incidente. Forse uno di loro ha acceso una candela". L'INTERVISTA
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"Ero andato a prendere da mangiare per i miei bambini. Dato che la domenica il mercato è chiuso, io e mia moglie siamo andati da Mc Donald's per prendere qualche panino. Poi mio fratello mi ha chiamato al telefonino e mi ha detto di correre subito alla baracca perché aveva preso fuoco". Il padre dei quattro bambini da 1 a 8 anni di età, che hanno perso la vita nel rogo del campo rom di Roma ricostruisce così, ai microfoni di SkyTG24, cosa è successo domenica sera nell'accampamento abusivo nei pressi di via Appia Nuova. "Forse uno dei miei figli ha ucciso una candela" spiega.
Intanto, però, il pm Maria Cristina Palaia, titolare degli accertamenti, ha deciso di iscrivere i genitori delle vittime nel registro degli indagati per abbandono di minori.
E' inoltre al vaglio da parte della Procura la posizione della sorella dei quattro bambini scampata al rogo, di 18 anni, che, invece, ha raccontato agli investigatori di essere andata
a prendere dell'acqua.
Il clima attorno alla vicenda del piano nomadi nella capitale si fa rovente ed è scontro tra il ministro dell'Interno Roberto Maroni e il sindaco Gianni Alemanno. Dal Viminale infatti si sottolinea la 'sorpresa' per la lettera inviata dal sindaco di Roma Gianni Alemanno e dal prefetto della Capitale, Giuseppe Pecoraro, al ministro dell'Interno, Roberto Maroni, dopo la morte dei quattro bimbi rom. Il sindaco chiede altri 30 milioni per l'emergenza nomadi, ma al Ministero dell'Interno ricordano che il Viminale ha già stanziato complessivamente 60 milioni di euro per l'emergenza in cinque regioni (Lazio, Campania, Lombardia, Veneto e Piemonte). Al Lazio ne sono andati un terzo (20 milioni circa), ai quali vanno aggiunti altri 12 milioni concessi da Comune e Regione, per un totale di 32 milioni di euro. Non solo.
La sorpresa al Viminale - oltre che per aver appreso della lettera dalla stampa - è data dal fatto che il piano nomadi di Roma è stato approvato e finanziato da tempo e nelle numerose riunioni svolte nei mesi successivi all'approvazione, dalla Capitale, fino a lunedì, non era stata segnalata alcuna nuova esigenza. La richiesta al Ministero appare quindi "immotivata" e, comunque, contenendo domande di deroghe importanti, come quelle ai vincoli archeologici, andrebbe girata a Palazzo Chigi. Se Alemanno annuncia che chiederà "un incontro urgente al ministro Maroni, perché non si può pensare di far finta di niente di fronte a un problema che è sotto gli occhi di tutti" e "non concedere nuove risorse al Lazio per l'attuazione del Piano nomadi significa non voler risolvere la questione e continuare ad alimentare l'emergenza", l'opposizione in Campidoglio si infiamma dopo la risposta negativa del Viminale.
Il commissario del Pd Lazio e vicepresidente del Senato Vannino Chiti parla di dilettantismo di Alemanno e sottolinea che "la mossa del sindaco si dimostra un gesto non responsabile" e "il richiamo del Viminale è un giusto e duro monito ad un sindaco incapace di gestire l'emergenza e di attuare il piano nomadi, pur avendo avuto i fondi e i poteri necessari". Per il segretario del Pd di Roma, Marco Miccoli, anche "Maroni ha scaricato Alemanno".
In giornata il sindaco, che ha detto di non volere più veti, aveva chiesto di derogare ai vincoli archeologici nella Caput mundi, pur di fare, adesso rapidamente, i campi regolari per i nomadi.
Sindaco e prefetto, nelle vesti di commissario straordinario, si sono messi comunque subito al lavoro, per realizzare la prima tendopoli: nella periferia di Roma, entro la prossima settimana. Sarà gestita dalla Protezione Civile. Gli sgomberi dei rom che occupano insediamenti abusivi inizieranno subito dopo. I nomadi dovranno abbandonare oltre 50 microcampi. Il sindaco di Roma ha aperto la giornata di martedì 8 febbraio ribadendo la guerra a chi vorrà bloccarlo: "Non starò più zitto". Con il prefetto Giuseppe Pecoraro, firma appunto la lettera che scatena la polemica - indirizzata al Presidente del Consiglio, al Governo e al ministro Roberto Maroni - con la quale chiede poteri nuovi per il commissario. C'è anche la deroga ai vincoli archeologici, e la possibilità di eliminare o ridurre i termini della conferenza dei servizi. Si chiedono poi risorse - 30 milioni come annunciato il 7 febbraio - e 500 tende, della protezione civile e dei vigili del fuoco. "Sgombreremo oltre cinquanta microinsediamenti abusivi, ma solo dopo aver allestito la tendopoli - spiega il prefetto - Solo chi accetterà l'assistenza entrerà nelle tendopoli: cercheremo i volontari ovviamente, sperando che siano tanti". "Il nostro obiettivo è stato quello di allestire la tendopoli già fra la fine di questa settimana e l'inizio della prossima - ha aggiunto - Due due funzionari del Comune hanno già fatto un sopralluogo in due aree ritenute idonee. Sono di proprietà comunale, e si trovano nella periferia di Roma".
Di campi regolari nuovi ne servono però almeno tre. E' scritto nella lettera: "E' indispensabile ed urgente l'allestimento di almeno altri tre nuovi villaggi attrezzati, oltre alla ristrutturazione e all'ampliamento della Barbuta, in corso di realizzazione che costerà oltre sei milioni".
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Il commissario del Pd Lazio e vicepresidente del Senato Vannino Chiti parla di dilettantismo di Alemanno e sottolinea che "la mossa del sindaco si dimostra un gesto non responsabile" e "il richiamo del Viminale è un giusto e duro monito ad un sindaco incapace di gestire l'emergenza e di attuare il piano nomadi, pur avendo avuto i fondi e i poteri necessari". Per il segretario del Pd di Roma, Marco Miccoli, anche "Maroni ha scaricato Alemanno".
In giornata il sindaco, che ha detto di non volere più veti, aveva chiesto di derogare ai vincoli archeologici nella Caput mundi, pur di fare, adesso rapidamente, i campi regolari per i nomadi.
Sindaco e prefetto, nelle vesti di commissario straordinario, si sono messi comunque subito al lavoro, per realizzare la prima tendopoli: nella periferia di Roma, entro la prossima settimana. Sarà gestita dalla Protezione Civile. Gli sgomberi dei rom che occupano insediamenti abusivi inizieranno subito dopo. I nomadi dovranno abbandonare oltre 50 microcampi. Il sindaco di Roma ha aperto la giornata di martedì 8 febbraio ribadendo la guerra a chi vorrà bloccarlo: "Non starò più zitto". Con il prefetto Giuseppe Pecoraro, firma appunto la lettera che scatena la polemica - indirizzata al Presidente del Consiglio, al Governo e al ministro Roberto Maroni - con la quale chiede poteri nuovi per il commissario. C'è anche la deroga ai vincoli archeologici, e la possibilità di eliminare o ridurre i termini della conferenza dei servizi. Si chiedono poi risorse - 30 milioni come annunciato il 7 febbraio - e 500 tende, della protezione civile e dei vigili del fuoco. "Sgombreremo oltre cinquanta microinsediamenti abusivi, ma solo dopo aver allestito la tendopoli - spiega il prefetto - Solo chi accetterà l'assistenza entrerà nelle tendopoli: cercheremo i volontari ovviamente, sperando che siano tanti". "Il nostro obiettivo è stato quello di allestire la tendopoli già fra la fine di questa settimana e l'inizio della prossima - ha aggiunto - Due due funzionari del Comune hanno già fatto un sopralluogo in due aree ritenute idonee. Sono di proprietà comunale, e si trovano nella periferia di Roma".
Di campi regolari nuovi ne servono però almeno tre. E' scritto nella lettera: "E' indispensabile ed urgente l'allestimento di almeno altri tre nuovi villaggi attrezzati, oltre alla ristrutturazione e all'ampliamento della Barbuta, in corso di realizzazione che costerà oltre sei milioni".