Scontri e tensione ad Arcore: due arresti e diversi feriti

Cronaca
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Durante il sit-in del Popolo viola per chiedere le dimissioni del premier, alcuni manifestanti tentano di forzare il blocco della polizia, che reagisce con cariche e manganellate. Processo per direttissima per i due fermati. VIDEO E FOTO

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Ad Arcore - A Palazzo Chigi - Al Quirinale

(in fondo all'articolo tutti i video sulla manifestazione)

Era iniziata come una protesta colorata e pacifica, riscaldata dal tiepido sole di febbraio, animata da slogan ironici e da cartelli farciti di doppi sensi, partecipata da qualche migliaio di giovani e famiglie. Ma la manifestazione organizzata dal Popolo viola ad Arcore, per chiedere le dimissioni del premier, è stata vampirizzata da poco più di un centinaio di giovani di estrazione anarchica, ed è finita con due ragazzi arrestati, un dirigente della polizia ferito, due agenti e tre carabinieri contusi.
Il presidente del Consiglio è rimasto chiuso nella villa e ha preferito non commentare spiegando ad alcuni interlocutori che non intendeva esacerbare un clima fin troppo teso non nascondendo, però, sconcerto e anche indignazione verso chi, a suo avviso, ha contribuito a determinare questa situazione.

La dinamica degli scontri - Intanto sul piano della cronaca, il gruppo che si è reso protagonista degli scontri con le forze dell'ordine si è staccato da Largo Vela, dove era stato organizzato il presidio del Popolo viola, quando la manifestazione stava scemando, con l'intento di raggiungere in corteo la tenuta di Berlusconi.
Prima volevano raggiungere via San Martino, che porta direttamente a villa San Martino, ma si sono fermati di fronte allo sbarramento dei carabinieri: qualcuno ha chiesto ironicamente di passare dicendo "Mi manda Nicole Minetti", altri hanno urlato a gran voce "dimissioni". E subito ci sono stati momenti di tensione con gli organizzatori della manifestazione, che hanno chiesto al gruppetto di retrocedere, spiegando che l'autorizzazione per la manifestazione era riservata al solo largo Vela.
Il gruppetto ha risposto in coro rilanciando l'idea di un corteo, non previsto, e ha improvvisamente deviato a lato, in via Caglio, dove è stato di nuovo fermato da polizia e carabinieri.
Qui ha cercato di forzare il blocco delle forze dell'ordine che impediva l'accesso al parchetto prospiciente la tenuta del premier, ed è stato caricato una prima volta.
Quando ormai la manifestazione organizzata dal Popolo Viola, che si e subito dissociato dagli scontri, si stava sciogliendo, intorno alle 17.30, dal gruppetto di manifestanti è partito un lancio di oggetti, sassi, bottiglie di vetro e altro, contro polizia e carabinieri, che hanno reagito caricando il corteo e facendolo indietreggiare anche con manganellate.
In questo primo scontro è rimasto ferito alla testa un funzionario della polizia, mentre tre manifestanti sono stati visti allontanarsi chi zoppicando, chi tenendosi la testa, chi la pancia.
Una volta realizzato che non sarebbero riusciti a raggiungere la villa del premier, che era a poche centinaia di metri, i manifestanti hanno lasciato l'angolo tra via Natale Beretta e via Francesco Caglio per andare a bloccare il traffico tra via Roma e via Casati, proprio di fronte alla stazione ferroviaria.
Qui è partita una nuova carica della polizia, contro cui i manifestanti, che secondo la questura intendevano fare un blitz anche nella stazione, hanno lanciato di tutto, sassi, bottiglie, espositori delle edicole, cartelli stradali divelti.
Poliziotti e carabinieri, presi d'assalto anche singolarmente, hanno allora inseguito i manifestanti uno a uno, tra il traffico della domenica sera, riuscendo a fermarne due e a identificarne una decina, mentre molti altri sono riusciti a scappare confondendosi tra i passanti.

Lunedì 7 febbraio i processi per i due arrestati - Un funzionario della questura ha poi spiegato che comunque i manifestanti venuti in contatto con le forze dell'ordine saranno identificati grazie alle riprese delle telecamere. Intanto i due fermati, il 23enne Giacomo Sicurello di Milano, identificato come appartenente all'area anarchico, e il 21enne Simone Cavalcanti di Sant'Angelo Lodigiano, sono stati arrestati per violenza e resistenza a pubblico ufficiale e saranno processati lunedì 7 febbraio per direttissima.
Dispiaciuti e amareggiati per l'accaduto gli organizzatori della manifestazione del Popolo Viola, che si sono subito "dissociati da questo non ragionare".
"Siamo noi le vittime, abbiamo cercato più volte di respingere queste persone e le abbiamo invitate ad andarsene ma - ha detto Federico Ferme del Popolo Viola Milano - siamo stati travolti". E stravolto è stato il senso di una protesta organizzata, come quella di Libertà e Giustizia al Palasharp di Milano, per chiedere pacificamente le dimissioni del premier.

Tutti i video sulla manifestazione e sugli scontri:

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