Dal 1983 al 1998 è stata presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane. Nel '92 Scalfaro le assegnò il titolo di Cavaliere di Gran Croce. Cordoglio unanime di tutto il mondo politico
E' morta a Roma Tullia Zevi, una delle personalità più note e autorevoli dell'ebraismo italiano. Il decesso è avvenuto nell'ospedale Fatebenefratelli dove era ricoverata.
Tullia Zevi, 92 anni, è stata a lungo presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane. Durante la sua presidenza fu firmato l'intesa delle comunità ebraiche con lo Stato italiano.
Nel '92 l'allora Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, le assegnò il titolo di Cavaliere di Gran Croce, la massima onorificenza italiana. Nel '94 le era stato assegnato il Premio Nazionale Cultura della Pace, mentre nel '98 è stata eletta membro della Commissione per l'Interculturalismo del Ministero dell'Istruzione e membro della Commissione Italiana dell'Unesco.
Nata a Milano il 2 febbraio 1919, discendente di una famiglia della borghesia ebraica, quando in Italia furono promulgate le leggi razziali era in Svizzera, in vacanza con la famiglia. Seguì il trasferimento in Francia, dove alla Sorbona di Parigi la Zevi proseguì gli studi filosofici cominciati all'università di Milano. Tra i suoi interessi c'era anche la musica, e frequentava anche il Conservatorio. Ma neanche in Francia la famiglia Zevi si sentiva al sicuro e quando si preannunciò l'inizio della guerra, emigrò negli Stati Uniti, dove Tullia continuò a studiare all'università e a suonare l'arpa in diverse orchestre. In quel periodo conobbe Leonarda Bernstein e Frank Sinatra. A New York frequentò i circoli antifascisti e cominciò la professione di giornalista. Al termine della guerra rientrò in Italia con il marito Bruno Zevi, architetto e critico d'arte. Lei da giornalista fu inviata a seguire il processo di Norimberga ai gerarchi nazisti.
Per più di trent'anni - dal 1960 al 1993 - è stata corrispondente del giornale israeliano Maariv, per il quale scrisse anche sul processo di Eichmann a Gerusalemme. Ha anche collaborato con il settimanale londinese 'The Jewish Chronicle'. Sempre più coinvolta nelle attività istituzionali delle Comunità ebraiche italiane, nel 1978 diventò vice presidente dell'UCEI, l'Unione delle comunità ebraiche italiane e ricevette anche Papa Giovanni Paolo II nella sua visita in Sinagoga. Cinque anni dopo, nel 1983, prima e unica donna, ne assunse la presidenza. Nel 1987 siglò come presidente l'Intesa che regola i rapporto dell'ebraismo con lo stato italiano. Presidente del consiglio all'epoca era Bettino Craxi. Nel novembre del 1992 fu la candidata italiana per il premio 'Donna europea dell'anno'. Nello stesso anno l'allora Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, le assegnò il titolo di Cavaliere di Gran Croce, la massima onorificenza italiana. Nel 1994 le è stato assegnato il Premio Nazionale Cultura della Pace, mentre nel 1998 èstata eletta membro della Commissione per l'Interculturalismo del Ministero dell'Istruzione e membro della Commissione Italiana dell'Unesco. Nel 2007, insieme alla nipote Nathania Zevi, ha pubblicato la sua biografia, intitolata "Ti racconto la mia storia. Dialogo tra nonna e nipote sull'ebraismo". Lascia due figli, la storica dell'arte Adachiara e Luca, architetto, incaricato del progetto del Museo della Shoah di Roma.
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, appresa con commozione la notizia ha espresso la sua affettuosa vicinanza alla famiglia e la partecipazione al cordoglio della comunità ebraica: "Il rapporto che ho potuto intrattenere con lei personalmente e poi sviluppare negli anni della sua presidenza della Unione delle Comunità Ebraiche Italiane mi ha permesso di apprezzare profondamente la limpida e ferma consapevolezza storica e posizione ideale, l'alto impegno civile e la squisita umanità e cultura".
"Voglio esprimere a nome di tutta la città il cordoglio per la morte di Tullia Zevi, una figura di alto livello culturale. A Roma ha guidato, dal 1983 al 1998, l'Unione delle Comunità ebraiche italiane con vitale partecipazione, con saggezza, con coraggio e con il suo senso profondo della memoria" ha detto il sindaco della Capitale Gianni Alemanno. "Una donna in prima linea per la difesa non solo dell'ebraismo italiano, ma di tutte le minoranze - ha aggiunto - a tutta la famiglia rivolgo le più sentite condoglianze".
Il segretario del Pd Bersani ha sottolineato "la forza, il coraggio, la determinazione, la tenacia, la dignità" di Tullia Zevia, ricordando come "lascia dietro di sè la traccia di una donna che non si è mai tirata indietro di fronte a nessuna battaglia in favore dei diritti e per la difesa dell'identità ebraica".
"Alla commozione e al dolore per la sua scomparsa si aggiunge la consapevolezza di rendere omaggio a una figura di altissimo livello che ha svolto un ruolo fondamentale anche per l'Italia",
Silvo Berlusconi ricorda che "Tullia Zevi, che per tanti anni è stata alla guida dell'Unione delle comunità ebraiche italiane, era personalità di grande spessore umano e intellettuale. Esprimo vicinanza e cordoglio ai familiari e a tutta la comunità ebraica".
Tullia Zevi, 92 anni, è stata a lungo presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane. Durante la sua presidenza fu firmato l'intesa delle comunità ebraiche con lo Stato italiano.
Nel '92 l'allora Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, le assegnò il titolo di Cavaliere di Gran Croce, la massima onorificenza italiana. Nel '94 le era stato assegnato il Premio Nazionale Cultura della Pace, mentre nel '98 è stata eletta membro della Commissione per l'Interculturalismo del Ministero dell'Istruzione e membro della Commissione Italiana dell'Unesco.
Nata a Milano il 2 febbraio 1919, discendente di una famiglia della borghesia ebraica, quando in Italia furono promulgate le leggi razziali era in Svizzera, in vacanza con la famiglia. Seguì il trasferimento in Francia, dove alla Sorbona di Parigi la Zevi proseguì gli studi filosofici cominciati all'università di Milano. Tra i suoi interessi c'era anche la musica, e frequentava anche il Conservatorio. Ma neanche in Francia la famiglia Zevi si sentiva al sicuro e quando si preannunciò l'inizio della guerra, emigrò negli Stati Uniti, dove Tullia continuò a studiare all'università e a suonare l'arpa in diverse orchestre. In quel periodo conobbe Leonarda Bernstein e Frank Sinatra. A New York frequentò i circoli antifascisti e cominciò la professione di giornalista. Al termine della guerra rientrò in Italia con il marito Bruno Zevi, architetto e critico d'arte. Lei da giornalista fu inviata a seguire il processo di Norimberga ai gerarchi nazisti.
Per più di trent'anni - dal 1960 al 1993 - è stata corrispondente del giornale israeliano Maariv, per il quale scrisse anche sul processo di Eichmann a Gerusalemme. Ha anche collaborato con il settimanale londinese 'The Jewish Chronicle'. Sempre più coinvolta nelle attività istituzionali delle Comunità ebraiche italiane, nel 1978 diventò vice presidente dell'UCEI, l'Unione delle comunità ebraiche italiane e ricevette anche Papa Giovanni Paolo II nella sua visita in Sinagoga. Cinque anni dopo, nel 1983, prima e unica donna, ne assunse la presidenza. Nel 1987 siglò come presidente l'Intesa che regola i rapporto dell'ebraismo con lo stato italiano. Presidente del consiglio all'epoca era Bettino Craxi. Nel novembre del 1992 fu la candidata italiana per il premio 'Donna europea dell'anno'. Nello stesso anno l'allora Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, le assegnò il titolo di Cavaliere di Gran Croce, la massima onorificenza italiana. Nel 1994 le è stato assegnato il Premio Nazionale Cultura della Pace, mentre nel 1998 èstata eletta membro della Commissione per l'Interculturalismo del Ministero dell'Istruzione e membro della Commissione Italiana dell'Unesco. Nel 2007, insieme alla nipote Nathania Zevi, ha pubblicato la sua biografia, intitolata "Ti racconto la mia storia. Dialogo tra nonna e nipote sull'ebraismo". Lascia due figli, la storica dell'arte Adachiara e Luca, architetto, incaricato del progetto del Museo della Shoah di Roma.
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, appresa con commozione la notizia ha espresso la sua affettuosa vicinanza alla famiglia e la partecipazione al cordoglio della comunità ebraica: "Il rapporto che ho potuto intrattenere con lei personalmente e poi sviluppare negli anni della sua presidenza della Unione delle Comunità Ebraiche Italiane mi ha permesso di apprezzare profondamente la limpida e ferma consapevolezza storica e posizione ideale, l'alto impegno civile e la squisita umanità e cultura".
"Voglio esprimere a nome di tutta la città il cordoglio per la morte di Tullia Zevi, una figura di alto livello culturale. A Roma ha guidato, dal 1983 al 1998, l'Unione delle Comunità ebraiche italiane con vitale partecipazione, con saggezza, con coraggio e con il suo senso profondo della memoria" ha detto il sindaco della Capitale Gianni Alemanno. "Una donna in prima linea per la difesa non solo dell'ebraismo italiano, ma di tutte le minoranze - ha aggiunto - a tutta la famiglia rivolgo le più sentite condoglianze".
Il segretario del Pd Bersani ha sottolineato "la forza, il coraggio, la determinazione, la tenacia, la dignità" di Tullia Zevia, ricordando come "lascia dietro di sè la traccia di una donna che non si è mai tirata indietro di fronte a nessuna battaglia in favore dei diritti e per la difesa dell'identità ebraica".
"Alla commozione e al dolore per la sua scomparsa si aggiunge la consapevolezza di rendere omaggio a una figura di altissimo livello che ha svolto un ruolo fondamentale anche per l'Italia",
Silvo Berlusconi ricorda che "Tullia Zevi, che per tanti anni è stata alla guida dell'Unione delle comunità ebraiche italiane, era personalità di grande spessore umano e intellettuale. Esprimo vicinanza e cordoglio ai familiari e a tutta la comunità ebraica".