Ruby: "A cena Berlusconi prendeva in giro Bersani"

Cronaca
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In un'intervista su Oggi, la ragazza fermata in questura a Milano e rilasciata, secondo alcuni resoconti, dopo le insistenze del premier, racconta le sue serate ad Arcore: "Ci mostrò una statua con la sua faccia e il corpo di Superman"

LE FOTO: Berlusconi e le donne - Ruby Rubacuori - La stampa straniera ne parla così
Ruby, ancora dubbi sulla notte in questura del 27 maggio

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"La mia sola colpa è stata quella di aver mentito sull'età. La colpa di Silvio, invece, è quella di fare entrare in casa sua gente che non conosce. Lui è un'istituzione, dovrebbe comportarsi di conseguenza. Casini come Noemi e la D'Addario se li è cercati. Non può pretendere discrezione da gente sconosciuta".

"Sono andata a casa sua solo una volta" - E' questo uno dei passaggi dell'intervista a "Ruby", la minorenne fermata in questura a Milano e rilasciata, secondo alcuni resoconti, dopo le insistenze del presidente del Consiglio, che sarà pubblicata integralmente mercoledì 3 novembre su Oggi.
"Sono stata a casa di Berlusconi ad Arcore il 14 febbraio scorso e non tre volte. Non abbiamo mai fatto sesso" dice la ragazza nell'intervista pubblicata dal settimanale.
"Sono stata portata a casa sua dalla mia amica Priscilla, brasiliana, agente immobiliare. Sapeva che ero in difficoltà e ha pensato che Silvio potesse aiutarmi. Sono senza documenti, non potevo stare a casa sua. Ci tengo a dire che né Priscilla, né Silvio né Lele Mora sapevano che ero minorenne. Ho detto a tutti che avevo 24 anni". Alla cena "abbiamo parlato di tutto tranne che di politica. A parte Silvio che prendeva in giro politici di sinistra, tipo Bersani. Ci ha fatto vedere una statua di marmo con la sua faccia e il corpo di Superman", ha aggiunto.


"Quella sera eravamo in dieci" - Dettagliata, la descrizione dell'incontro: "Una volta dentro - rievoca Ruby - ci ha accolti lui, in golfino blu e giacca. Mi ha detto che ero elegantissima e che ho le gambe lunghissime. Io mi limitavo a dire grazie. Non volevo dare troppa confidenza, non sapendo che tipo fosse. Quella sera eravamo dieci ragazze, alcune famose altre no, tutte eleganti. Ma nomi non ne faccio. Erano tutte molto appariscenti, in rosso, verde smeraldo. E c'era Emilio Fede. Ero seduta accanto a Silvio. E vicino alla tenda c'era Apicella che suonava".

"Finora sono stata ascoltata 23 volte in procura" - Riguardo alla notte del 27 maggio, quando Ruby fu portata in questura con l'accusa furto, la giovane spiega: "Appena la Minetti è arrivata tutto si è sbloccato. Una funzionaria ha detto che dovevano lasciarmi andare, che ero la nipote di Mubarak e sono andata via con Michelle e Nicole. Quando siamo uscite dalla Questura, Nicole mi
ha detto che l'aiuto era arrivato da Silvio.
Ruby racconta inoltre che "dopo il 27 maggio sono stata interrogata 23 volte dai pubblici ministeri Pietro Forno e Antonio Sangermano, che mi hanno chiesto solo di Silvio. A loro ho raccontato solo del 14 febbraio, non so le altre due serate da dove sono uscite. Io non gliene ho mai parlato. Per farmi bella, spesso raccontavo storie alle mie amiche, ma non ai magistrati. Ad alcune amiche parlai di showgirl e ministre alle cene di Silvio".

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