Caso Orlandi, sì del Vicariato a ispezione tomba De Pedis

Cronaca
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Svolta nell'inchiesta pluriventennale sul rapimento e l'omicidio della giovane romana. Via libera del cardinale Vallini alla riesumazione del cadavere del boss della Magliana, sepolto nella basilica di Sant'Apollinare e ritenuto coinvolto nel sequestro

Via libera dal Vicariato di Roma all'ispezione della tomba di Enrico De Pedis nella basilica di Sant'Apollinare. Conosciuto col nome di "Renatino", De Pedis era il boss della banda della Magliana, ritenuto coinvolto nel sequestro e nell'omicidio di Emanuela Orlandi, il cui corpo non è mai stato ritrovato. Contemporaneamente il Vicariato non si opporrà a una eventuale richiesta dell'autorità giudiziaria o della famiglia De Pedis di traslare altrove la salma del boss.
E' questo il contenuto della nota, inviata dal Vicariato di Roma alla trasmissione di Raitre Chi l'ha visto?, che ne ha diffuso il testo e che il 5 luglio tornerà a occuparsi della scomparsa di Emanuela.

Sulla scomparsa della cittadina vaticana indagando da tempo la Procura di Roma, che recentemente ha anche ascoltato "Mario", ritenuto il telefonista del sequestro. Nel corso della deposizione l'uomo, che non avrebbe avuto un ruolo attivo nel rapimento ma sarebbe a conoscenza dell'intera vicenda, avrebbe fornito agli inquirenti notizie sui motivi della sepoltura di Enrico De Pedis nella chiesa settecentesca di Sant'Apollinare. "Renatino" fu ucciso in un regolamento di conti il 2 febbraio del 1990 in via del Pellegrino, nei pressi di Campo de' Fiori.

Secondo gli inquirenti romani il sequestro di Emanuela sarebbe stato organizzato e gestito da De Pedis con uomini di fiducia, non appartenenti alla banda della Magliana. Nel registro degli indagati sono tre, al momento, le persone iscritte Si tratta del 49enne Sergio Virtù, autista di fiducia di De Pedis, del 49enne Angelo Cassani, detto "Ciletto", e del 47enne Gianfranco Cerboni, detto "Gigetto". Ai tre gli inquirenti sono arrivati grazie alla testimonianza di Sabrina Minardi, l'ex fidanzata di "Renatino" che è stata arrestata il 28 aprile scorso.

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