52 arresti tra le due famiglie che si spartivano gli appalti della Salerno - Reggio Calabria. Tra gli anni '80 e '90 avevano dato vita a una delle faide più sanguinose
SALERNO REGGIO CALABRIA: L'AUTOSTRADA INFINITA - LA FOTOGALLERY
La Squadra mobile della Questura di Reggio Calabria sta eseguendo 52 ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di altrettante persone ritenute affiliate alle famiglie Gallico - Morgante e Bruzzisi - Parrello. Tutti, a vario titolo, sono indagati per i reati di associazione mafiosa, omicidio, estorsioni ed infiltrazioni negli appalti della ristrutturanda Salerno - Reggio Calabria, relativamente agli interventi in corso nella tratta tra Gioia Tauro e Palmi. Le famiglie in questione, tra gli anni Ottanta e Novanta, sono state protagonista di una faida che ha insanguinato Palmi ed il suo comprensorio.
Le cosche della 'ndrangheta di Palmi imponevano una tangente del 3% alle imprese appaltatrici e la fornitura del calcestruzzo. Grazie ad imprese collegate direttamente alle famiglie, la 'ndrangheta palmese era cosi' riuscita a mettere le mani sugli appalti per i lavori sulla A3. Un sistema che andava a discapito dell'economia sana, completamente tagliata fuori dalle imprese colluse che approfittavano del potere mafioso che era alle loro spalle per ottenere i lavori di subappalto. Il meccanismo era già venuto alla luce nel 2007 con l'inchiesta, condotta sempre dalla mobile reggina, contro le 'ndrine di Rosarno, Gioia Tauro e Limbadi (Vibo Valentia) ed è stato confermato con l'indagine di adesso.
I lavori in questione sono quelli del quinto macrolotto che interessano il tratto compreso tra Gioia Tauro e Scilla. L'arrivo dei lavori nella zona di Palmi e gli appetiti per gli affari che ciò comportava, tra l'altro, secondo quanto emerso dalle indagini, aveva portato a una ripresa dei focolai di violenza tra le cosche della zona, contrapposte, negli anni '80 e '90, in una sanguinosa faida che aveva provocato decine e decine di morti. L'inchiesta e' stata coordinata dal procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, dall'aggiunto Michele Prestipino e dal pm Giovanni Musaro'. Magistrati ed investigatori illustreranno i particolari dell'operazione nel corso di un incontro con i giornalisti in programma alle 11 in Questura a Reggio Calabria.
La Squadra mobile della Questura di Reggio Calabria sta eseguendo 52 ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di altrettante persone ritenute affiliate alle famiglie Gallico - Morgante e Bruzzisi - Parrello. Tutti, a vario titolo, sono indagati per i reati di associazione mafiosa, omicidio, estorsioni ed infiltrazioni negli appalti della ristrutturanda Salerno - Reggio Calabria, relativamente agli interventi in corso nella tratta tra Gioia Tauro e Palmi. Le famiglie in questione, tra gli anni Ottanta e Novanta, sono state protagonista di una faida che ha insanguinato Palmi ed il suo comprensorio.
Le cosche della 'ndrangheta di Palmi imponevano una tangente del 3% alle imprese appaltatrici e la fornitura del calcestruzzo. Grazie ad imprese collegate direttamente alle famiglie, la 'ndrangheta palmese era cosi' riuscita a mettere le mani sugli appalti per i lavori sulla A3. Un sistema che andava a discapito dell'economia sana, completamente tagliata fuori dalle imprese colluse che approfittavano del potere mafioso che era alle loro spalle per ottenere i lavori di subappalto. Il meccanismo era già venuto alla luce nel 2007 con l'inchiesta, condotta sempre dalla mobile reggina, contro le 'ndrine di Rosarno, Gioia Tauro e Limbadi (Vibo Valentia) ed è stato confermato con l'indagine di adesso.
I lavori in questione sono quelli del quinto macrolotto che interessano il tratto compreso tra Gioia Tauro e Scilla. L'arrivo dei lavori nella zona di Palmi e gli appetiti per gli affari che ciò comportava, tra l'altro, secondo quanto emerso dalle indagini, aveva portato a una ripresa dei focolai di violenza tra le cosche della zona, contrapposte, negli anni '80 e '90, in una sanguinosa faida che aveva provocato decine e decine di morti. L'inchiesta e' stata coordinata dal procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, dall'aggiunto Michele Prestipino e dal pm Giovanni Musaro'. Magistrati ed investigatori illustreranno i particolari dell'operazione nel corso di un incontro con i giornalisti in programma alle 11 in Questura a Reggio Calabria.