Santoro: "L'inchiesta di Trani ha cambiato tutto"

Cronaca
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Per il giornalista Rai "una cosa è lo scontro politico ed editoriale altra cosa è lavorare in un'azienda che trama per metterti fuori gioco". A Garimberti: "Deve dire se Annozero deve andare in onda o no". E aggiunge: contro di me mobbing e violenza

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Toni accesi nel corso della conferenza stampa di fine stagione di Michele Santoro a viale Mazzini tesa a chiarire il futuro del giornalista all'interno dell'azienda e quello della trasmissione Annozero.
"Una cosa è lo scontro politico ed editoriale altra cosa è lavorare in un'azienda che trama per metterti fuori gioco" ha dichiarato Santoro riferendosi al cambiamento del suo rapporto con la Rai dopo l'inchiesta di Trani.

Quello che segue è un scontro duro con i vertici dell'azienda alla quale il giornalista ha posto domande chiare. "Garimberti mi vuole, vuole Annozero in onda? E' pronto a scommettere anche la sua faccia sulla trasmissione?" ha incalzato Santoro rivolgendosi al presidente della Rai. "Non è sufficiente ciò che Garimberti ha detto nei giorni scorsi, deve dire che Annozero deve andare in onda anche quest'anno. E' questa la mia domanda, questo taglia la testa al toro. Non sono io che devo decidere ma è l'azienda che deve decidere".
Il conduttore ha sollecitato il Cda di viale Mazzini ad assumere una posizione ferma: "Presentatevi davanti alle telecamere e assumetevi le vostre responsabilità e dite 'meglio non fare Annozero, faremo altro'. Poi vedremo - ha aggiunto Santoro - se questo è morale o immorale".  In altre parole, ha precisato Santoro, "l'unica scelta è tra Annozero o l'accordo, terzium non datur. Non starò due anni chiuso in una stanza ad aspettare".
Il conduttore ha anche sottolineato che andando in onda nella prossima stagione, poi l'anno prossimo "via le cause, riprendetevi la libertà editoriale", riferendosi al ricorso della Rai contro la sentenza che reintegrava Santoro e che quindi obbligava l'azienda a garantirgli gli stessi spazi che aveva, compreso anche la tipologia di programma.

Quanto alle polemiche suscitate dopo la pubblicazione dei dettagli economici del contratto che lega Santoro alla Rai, il giornalista ha precisato: "Dall"88 a oggi i soldi che ho preso dalla Rai sono scarsamente proporzionali a quelli che ho portato dentro le casse di questa azienda". E si è poi detto d'accordo con la pubblicazione degli stipendi on line: "A chi è appassionato soltanto dei miei guadagni e non di quelli di altri della Rai, dico che è giusto che le retribuzioni vengano rese pubbliche e messe in rete".

Con la determinazione nel chiedere ai vertici Rai di parlare chiaramente su di lui, c'è però anche una sorta di 'stanchezza' in Michele Santoro, e il conduttore lo palesa quando afferma "in quest'anno me ne hanno fatte di tutti i colori, ci sono i documenti che parlano chiaro. Chiamatelo come volete, mobbing, violenza...". E l'intera vicenda "nasce dall'attacco che uan persona ha subito per un intero anno".
Più in generale, Santoro ha sostenuto in conferenza stampa che "resistere dall'interno penso cominci a non avere più senso, diventa una trappola mortale".
Santoro ha detto come possa essere difficile "l'idea di un'altra stagione nella quale cominciano a parlare del contratto di Marco Travaglio, quest'anno per sei puntate l'ho avuto in trasmissione senza che ci fosse ancora il contratto. E poi c'e' Vauro con le sue vignette che non piacciono a tutti, e qualcuno dice licenziamolo, e poi gli ospiti da pagare e non riesci a farlo...".


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