Le fiamme si sarebbero sviluppate nella baracca dove il giovane viveva con i parenti. A causarlo sarebbe stata una stufa a legna. Altre due persone sono rimaste ferite
Un grave incendio si è verificato, questa notte, in un campo nomadi alla periferia di Milano. Il bilancio è di un morto e di due feriti. La vittima aveva 13 anni. L'incendio si sarebbe sviluppato nella baracca dove il giovane viveva con i parenti. A causarlo sarebbe stata una stufa a legna, dalla quale, secondo i vigili del fuoco, si sarebbero propagate le fiamme.
L'incendio si è verificato in un campo nomadi non autorizzato che si trova in via Caio Mario, un'area verde in fondo a via Novara, una lunga arteria stradale dell'estrema periferia ovest della città, e non va confuso con un altro campo, più grande e “regolare”, che si trova nei paraggi denominato "campo di via Novara". A Milano, infatti, ci sono 12 campi autorizzati, che subiscono censimenti periodici. L'area di via Caio Mario è stata colonizzata da Rom romeni solo in tempi recenti, ed è composta da 25 baracche.
Le fiamme si sono sviluppate alle 2.50 e secondo i primi accertamenti avrebbero riguardato solo una casupola, sorprendendo nel sonno la famiglia. L'insediamento non ha allacciamenti: "La gente si riscalda come può - spiega un ex nomade ora stanziale, che fa il mediatore sociale - chi con le bombole, altrettanto pericolose se accumulate in luoghi non adeguati, sia con stufe a legna".
L'incendio si è verificato in un campo nomadi non autorizzato che si trova in via Caio Mario, un'area verde in fondo a via Novara, una lunga arteria stradale dell'estrema periferia ovest della città, e non va confuso con un altro campo, più grande e “regolare”, che si trova nei paraggi denominato "campo di via Novara". A Milano, infatti, ci sono 12 campi autorizzati, che subiscono censimenti periodici. L'area di via Caio Mario è stata colonizzata da Rom romeni solo in tempi recenti, ed è composta da 25 baracche.
Le fiamme si sono sviluppate alle 2.50 e secondo i primi accertamenti avrebbero riguardato solo una casupola, sorprendendo nel sonno la famiglia. L'insediamento non ha allacciamenti: "La gente si riscalda come può - spiega un ex nomade ora stanziale, che fa il mediatore sociale - chi con le bombole, altrettanto pericolose se accumulate in luoghi non adeguati, sia con stufe a legna".