Inchiesa a Trani, Minzolini si difende

Cronaca
Il direttore del Tg1 Augusto Minzolini
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Il direttore del Tg1 va in onda con un editoriale in cui afferma: non sarò mai un direttore dimezzato. Solidarietà dal Pdl, critiche dal Pd

Dopo i servizi sulla manifestazione di Piazza del Popolo e sull'inchiesta di Trani, Minzolini nel suo editoriale si è rivolto ai telespettatori per "un rapporto di trasparenza" con loro dicendo che "per un giorno il mio nome è finito nel frullatore delle intercettazioni. Per un giorno ho provato la gogna mediatico-giudiziaria". Minzolini ha spiegato che si era "riproposto di non intervenire", ma lo ha fatto proprio perché la vicenda "tocca non solo la mia persona ma il rapporto con voi".

Il direttore del Tg1 tornando sull'inchiesta di Trani - secondo fonti giudiziarie Minzolini non é indagato - e sulle intercettazioni di sue conversazioni con il premier Berlusconi, ha spiegato: "sono un direttore ma innanzitutto un giornalista che parla non solo con il premier ma con tutti i politici. Prima di me lo hanno fatto, al netto dell'ipocrisia, altri direttori del Tg1. Dunque, dove è lo scandalo?". "Qualcuno - ha concluso Minzolini - vorrebbe un direttore muto e sordo che se non sta al gioco deve essere cacciato a pedate, un linguaggio che Mussolini usò con Giovanni Amendola. C'è chi vuole un direttore dimezzato, ma io non lo sarò mai".

In una nota, il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone dice: "Da cittadino, oltre che da utente che paga il canone, ringrazio Augusto Minzolini per il suo ineccepibile editoriale di questa sera. Una lezione e uno squarcio di luce rispetto all'uso vergognoso delle intercettazioni fatto da certa stampa". "La sinistra - conclude Capezzone - farebbe bene a scusarsi con il direttore del Tg1 e con gli italiani",

Secondo i deputati del Pd Giuseppe Giulietti e Vincenzo Vita, invece, Minzolini, ha dimostrato di non avere quella serenità e tranquillità necessarie a guidare il più grande telegiornale del servizio pubblico. Secondo Giorgio Merlo del Pd, Vice Presidente della Commissione di Vigilanza della Rai, sarebbe stato più opportuno rimandare l'editoriale a dopo la consultazione elettorale.

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