Lotta contro il tempo per fermare la macchia oleosa che ha inquinato il fiume Lambro. Il comune di Piacenza precisa che non ci sono infiltrazioni nelle riserva di acqua potabile. Bertolaso: "La situazione è migliorata". Intanto procede l'indagine penale
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Sono molti i motivi che possono aver spinto il gruppo di sabotatori che ha sbloccato le valvole dei serbatori della Lombarda Petroli di Villasanta facendo confluire nel Lambro migliaia di metri cubi di idrocarburi. Gli investigatori hanno accertato l'ipotesi del sabotaggio: ci volevano almeno tre persone per azionare le valvole, pompare il liquido e aprire le paratie collegate alle autobotti. Qualcuno che conosce bene la raffineria. Proprio da qui partono le indagini: il primo ad essere stato ascoltato è Giuseppe Tagliabue - amministratore delegato Lombarda Petroli. Dal suo interrogatorio sarebbero emerse gravi carenze al sistema di sicurezza dell'impianto.
Intanto la situazione sembra sotto controllo, anche se ancora molto difficoltosa, come sottolineato dal capo della Protezione civile Guido Bertolaso : "Abbiamo continuato il monitoraggio durante tutta la nottata e abbiamo potuto verificare che di fatto da Monza, dal Lambro non arriva quasi più nulla - ha spiegato - Quindi tutta quella che era la massa oleosa che è stata rilasciata adesso è sotto controllo, nel senso che nel Lambro dovremo semplicemente fare un intervento importante di bonifica. E adesso si va a recuperare tutto quello che è stato fortunatamente ben contenuto dalla barriera di isola Serafini che è diventata il punto cardine di questa situazione".
Dalla Regione Lombardia è arrivata già mercoledì una prima "ordinanza urgente per consentire il recupero e lo stoccaggio della massa oleosa" che da martedì viaggia nel fiume. Nel documento firmato dal presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, si individua l'area della raffineria di San Nazzaro De' Burgundi (Pavia), di proprietà Dell’Eni - Divisione refining e marketing, come il sito dove avverrà lo stoccaggio o il recupero, o ancora il trattamento delle sostanze recuperate, "anche in deroga alle autorizzazioni vigenti" per l'impianto che ovviamente "non risulta essere autorizzato al trattamento dei rifiuti".
Il greggio che è risultato provenire dalla ditta Lombarda Petroli, raffineria di Villasanta (Monza Brianza) ferma da circa un anno, "è stato parzialmente intercettato e recuperato" dalle acque già ieri nel tardo pomeriggio, ha spiegato mercoledì il presidente Formigoni in una comunicazione alla Giunta. Ma il lavoro di recupero sarà lungo.
Nell'ordinanza il presidente spiega che martedì, si presume intorno alle 4 del mattino, si è verificato "il versamento di almeno mille metri cubi di gasolio e sostanze oleose" dai depositi della ditta in fase di dismissione.
"Una parte degli idrocarburi - si legge nel documento - è stata parzialmente trattenuta all'interno del depuratore di Monza (Frazione San Rocco), la rimanente parte si è versata nel fiume Lambro. La massa oleosa, scorrendo nelle acque, ha superato il comune di Peschiera Borromeo e si è diretta verso i comuni di Melegnano e in quelli del Lodigiano, San Zenone al Lambro e Chignolo Po, dove "sono stati predisposti presidi e sbarramenti artificiali per favorire la raccolta e il recupero delle sostanze oleose".
Il materiale intercettato, prosegue l'ordinanza, dovrà ora essere trasportato "con mezzi idonei presso idonei impianti" disponibili nelle immediate vicinanze, per lo stoccaggio - o il recupero oppure il trattamento - delle sostanze. A questo fine è stata individuata la raffineria di San Nazzaro De' Burgundi.
Il comune di Piacenza precisa che l'emergenza legata all'inquinamento del Po non tocca in alcun modo l'acqua potabile che si può bere tranquillamente. Dopo numerose telefonate ricevute questa mattina dall'Ufficio Ambiente del Comune di Piacenza, l'assessore Pierangelo Carbone ha chiarito che "i cittadini possono stare tranquilli: dall'Unità di Crisi sull'emergenza legata all'inquinamento del fiume Po non è stato emesso alcun divieto di utilizzo dell'acqua potabile, di cui si può continuare a fruire senza preoccupazione". E' invece in vigore l'ordinanza comunale che vieta il prelievo delle acque del Po, a qualsiasi titolo e utilizzo, sino a nuove comunicazioni di revoca.
Massimo Gargano il presidente nazionale dell'Unione consorzi di bonifica ha sottolineato che se l'inquinamento del Lambro si fosse verificato 30 giorni dopo, quando in agricoltura inizieranno le irrigazioni, "si sarebbero contati milioni di danni al sistema del made in Italy". "C'e' un approccio sulle questioni ambientali - ha aggiunto - sul quale rimane molto da fare, anche se in questo caso si tratta quasi certamente di un episodio di natura criminale".
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