Tav, cantieri chiusi per elezioni

Cronaca
Z63

Dopo i nuovi scontri in Val di Susa sospesi i lavori per l'Alta Velocità. Centinaia di poliziotti e carabinieri rimandati a casa. Pausa prevista, dicono le autorità. Ma il voto è dietro l'angolo e le tensioni nuocciono alla campagna per le amministrative

di Cristina Bassi

Contrordine. Tutto fermo, tutti a casa. Dopo le polemiche, le contestazioni e gli scontri che anche la scorsa notte hanno causato feriti gravi tra i manifestanti e lievi tra le forze dell’ordine, cala il sipario sull’affaire Tav in Val di Susa. Cantieri chiusi e più di mezzo migliaio di militari e agenti richiamati dal Piemonte dalla sera alla mattina. Fino a quando? Finché i tecnici decideranno di riprendere i lavori, spiegano le fonti ufficiali. I cantieri non riapriranno prima di maggio, azzarda qualcuno. Di sicuro non prima delle elezioni regionali di marzo, assicura qualcun altro. A complicare le cose dal punto di vista dell’ordine pubblico ci potrebbe essere anche la Sindone. Il sacro lenzuolo verrà infatti esposto al pubblico a Torino dal 10 aprile al 23 maggio: due milioni i visitatori attesi. 

Certo, la coincidenza di tempi con la scadenza elettorale non può passare inosservata. Soprattutto perché la questione Tav ha importanti risvolti politici, che preoccupano sia a destra sia a sinistra. In Val di Susa infatti la popolazione è per lo più contraria alla realizzazione della nuova ferrovia ad alta velocità sul tratto Torino-Lione, così come molti sindaci dei comuni coinvolti. Ad appoggiare il progetto europeo però non c’è solo il Governo ma anche il sindaco di Torino Sergio Chiamparino, il presidente della Provincia Antonio Saitta e quello della Regione Mercedes Bresso, tutti e tre del Pd.

Dissenso popolare, poliziotti e carabinieri in assetto antisommossa e scontri con feriti, a maggior ragione adesso che il livello del conflitto si stava alzando rischiando di sfuggire al controllo, non fanno bene a nessuno. La sospensione dei lavori è quindi provvidenziale. Via le trivelle, via i cantieri, niente più proteste dei dissidenti della valle. Smobilitato anche l’imponente apparato di sicurezza che aveva fatto parlare di vera militarizzazione della zona. Da gennaio infatti, cioè dall’inizio delle trivellazioni in decine di siti tra Torino e la Val di Susa, l’impiego di forze dell’ordine era diventato massiccio. I lavori sarebbero dovuti proseguire spediti secondo le rigide tabelle europee per non far sfumare i relativi finanziamenti e per evitare che i manifestanti li ostacolassero erano stati schierati centinaia di uomini. Circa 150 tra carabinieri, agenti di polizia, militari della Guardia di finanza e operatori della Guardia forestale, moltiplicati per quattro turni nell’arco delle 24 ore. Un apparato di sicurezza a guardia delle trivelle che si spostava da un sito all’altro, lontano dai riflettori dei media nazionali. Il livello di rischio era considerato talmente alto che i rinforzi sono arrivati da tutta Italia, anche da reparti delle forze dell’ordine che di solito vengono impiegati solamente in situazioni di estrema emergenza o nelle missioni all’estero.

Per ora non sono in programma altri sondaggi del terreno e quindi non c’è più bisogno di presidiare i siti, spiegano dalla Questura di Torino cha ha coordinato le misure di sicurezza. Era comunque previsto, secondo le autorità, che la prima tranche di indagini ambientali e del sottosuolo, cioè i cosiddetti “sondaggi” conoscitivi o “carotaggi” del progetto preliminare, si concludesse proprio ieri. Il sito Internet dedicato alla Torino-Lione segue in diretta l’avanzamento dei cantieri che toccheranno i vari comuni della Val di Susa e anticipa che i monitoraggi del terreno saranno in tutto 91, da effettuare tra la fine del 2009 e la primavera del 2010. Ogni sondaggio dura una o due settimane, quelli fatti finora sono solo 19.

I tempi quindi sembrano abbastanza stretti. A quando la prossima quota di lavori le fonti ufficiali non lo prevedono. Intanto i carabinieri e i poliziotti venuti dalle altre Regioni hanno ricevuto l’ordine di tornare alle proprie basi, la patata bollente della Tav è momentaneamente neutralizzata e la calma è tornata nella valle. Si pensa al voto.


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