Prosperini e quel giro d'affari tra Eritrea e tv locali

Cronaca
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In carcere perché secondo l'accusa stava cercando di inquinare le prove sul suo ruolo di "dominus dell'attività di promozione regionale" tra favori e tangenti. I rapporti con il paese africano nel reportage di Fabrizo Gatti

Dalla lettura dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari milanese Andrea Ghinetti, emerge che Pier Gianni Prosperini, l'assessore al Turismo della Regione Lombardia arrestato ieri sera dalla Guardia di Finanza nell'ambito di un'inchiesta della Procura sul marketing del turismo in Lombardia, cercava di "concordare versioni di comodo" arrivando anche a fare minacce "di pesanti ritorsioni".
In una telefonata intercettata il 19 febbraio scorso Prosperini, infatti, si lamenta con il suo interlocutore del fatto che Massimo Saini (della Publicis, una società di consulenza di comunicazione. arrestato ieri sera) non concordasse con lui informazioni e versioni da fornire all'Autorità giudiziaria. Parlando, quindi, della strategia difensiva di Saini, in particolare la difesa che l'avvocato di quest'ultimo stava portando avanti con il suo assistito, Prosperini sbotta con "... Non voglio avere a che fare con lui dal punto di vista lavorativo! I deboli, per sopravvivere sono capaci di uccidere anche i propri figli... E quindi questo va castigato". Di più.
Secondo l’ordinanza richiesta dai pubblici ministeri Massimo Storari e Alfredo Robledo, Prosperini "era ed è di fatto il dominus dell'attività promozionale regionale che gestiva in prima persona decidendone financo i contenuti". Un'attività che era però diventata "un sistema corruttivo e truffaldino pacificamente instaurato ed operante, particolarmente efficace, radicato e pertanto idoneo a fondare il pericolo di reiterazione".
Nelle 49 pagine dell'ordinanza, il giudice definisce poi Prosperini "il boss (come viene talvolta chiamato dai suoi accoliti) cui spetta certamente l'ultima parola sull'attività dell'assessorato e l'impiego dei fondi". L'assessore e' accusato di aver ricevuto 230mila euro tramite un meccanismo di sovrafatturazione in relazione a programmi televisivi a cui partecipava per attivita' istituzionale.
Assieme a Prosperini è stato arrestato anche Raimondo Lagostena, il patron del gruppo Profit titolare dei marchi Odeon Tv e Telereporter. Nella ricostruzione dei pm Massimo Storari e Alfredo Robledo, poi avallata dal gip, l'assessore al turismo lombardo "aveva maturato con l'emittente televisiva locale Telelombardia un debito (non riconducibile alla Regione) di circa 100mila euro e l'espediente che veniva escogitato dal Saini in concorso con il direttore vicario dell'assessorato al Turismo Lambicchi Roberto, era quello di affidare a Telelombardia l'incarico di pubblicizzare la fiera 'Bit 2008'... con alcuni spot e uno speciale in cui costo complessivo, ammontante a euro 152mila, era stato 'gonfiato' al fine di comprendere anche il debito pregresso dell'assessore". Per quanto riguarda, invece, Telecity "nei cui confronti Prosperini vantava altro debito personale a circa 100mila euro", dalle conversazioni intercettate sull'utenza di Saini "e' emerso che in favore di tale emittente era stata commissionata una serie di 30 trasmissioni telematiche, della durata di 24 minuti ciascuna, che venivano messe in onda nel 2008: il costo stanziato per tale iniziativa, pari a circa 240mila euro per tutto il 2008, è risultato anch'esso appositamente gonfiato, in maniera tale da ricomprendere anche il pregresso debito personale dell'assessore". "Prosperini ha la disponibilità in via diretta o indiretta di cinque società offshore: Htk con sede a Vienna, Finley Serive Llc, Chamonix Llc, Willow Overseas e Kenana ltd" scrive il gip milanese Andrea Ghinetti per spiegare le ragioni dell'arresto dell'assessore lombardo al turismo che secondo il giudice potrebbe inquinare le prove e reiterare i reati di corruzione e turbativa d'asta.

A quanto risulta i magistrati che stanno indagando sul giro di affari di Pier Gianni Prosperini, sono interessati a un giro di versamenti per almeno 800mila euro che il politico avrebbe incassato, secondo l'accusa, per facilitare la vendita di pescherecci in Eritrea. In questa intervista Prosperini parla per la prima volta dei suoi rapporti con il governo eritreo rispondendo alle domande di Fabrizio Gatti, giornalista de " L'Espresso ".



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Su YouTube la diretta di Prosperini prima dell'arresto


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