Gli studenti tornano sui banchi di scuola, tra le novità della riforma e le proteste dei precari. Il Ministero dell'Istruzione sta studiando gli aspetti tecnici per introdurre un limite del 30% di presenza di alunni stranieri in una classe
Il ministro, che ha inaugurato oggi l'anno scolastico nel carcere penale minorile partenopeo di Nisida, rispondendo a una domanda dei cronisti sulla protesta dei precari, ha osservato che "esiste una minoranza di insegnanti e dirigenti scolastici che fanno politica. Credo che la scuola sia un'istituzione che vada rispettata, non certamente il luogo per portare le proprie idee politiche. Ma se stigmatizzo chi politicizza la scuola - ha proseguito il ministro - ho profondo rispetto con chi prende stipendi bassi e lavora con coscienza e passione. Con queste persone - ha garantito la Gelmini - io sono pronta ad aprire un dialogo. Accetto consigli e critiche. La scuola che ho in mente è scuola in cui si dà di più a chi merita di più, una scuola inclusiva".
Quanto agli stranieri, il titolare del dicastero di Viale Trastevere ha affermato che "in alcuni classi la presenza degli immigrati sfiora il 100 per 100. Queste non sono le condizioni adatte per favorire l'integrazione. Noi abbiamo annunciato un provvedimento di cui stiamo studiando gli aspetti tecnici che prevedera' un tetto del 30 per cento per favorire le condizioni migliori per un'integrazione anche degli alunni stranieri. Poi avremo anche una nuova materia - ha spiegato - che credo sia significativa, l'educazione alla cittadinanza e costituzione. Ossia favorire sia da parte dei nostri ragazzi, sia degli studenti immigrati la conoscenza dei principi basilari del vivere civile".
Sul fenomeno del precariato, la Gelmini ha riconosciuto che si tratta di "un disagio totale reale", al quale il governo "sta dando risposte" attraverso l'indennita' di disoccupazione e le corsie preferenziali per le supplenze brevi.
L'azione dell'esecutivo, ha riferito poi il ministro, è rivolta anche a garantire la "continuità didattica" nelle scuole, tamponando la diaspora dei circa 200mila professori che ogni anno cambiano cattedra. "Viene consentita una mobilità eccessiva che va a danno degli studenti e della qualità della scuola - spiega il ministro - Per questo noi stiamo ragionando per dare la facoltà ai dirigenti scolastici di mantenere gli insegnanti nella stessa classe, nello stesso istituto almeno per un biennio".
Proteste e manifestazioni dei precari contro i tagli occupazionali decisi dal governo si sono svolte questa mattina a Napoli, Sassari, Palermo, Milano e Catanzaro. In qualche caso le iniziative di protesta hanno provocato disagi e rallentamenti alla circolazione stradale. Si sono mossi anche gli studenti del sindacato Uds, che ha promosso una mobilitazione studentesca nazionale in tutte le città italiane per il prossimo 9 ottobre.
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